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In Italia, una famiglia su quattro teme di avere difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo entro i prossimi 12 mesi. Questo è quanto emerge da un’analisi di Nomisma, che ha condotto uno studio approfondito sul rapporto che hanno le famiglie con il pagamento dei mutui, in un contesto economico fortemente condizionato dall’andamento dell’inflazione e dall’aumento dei tassi. I dati sono stati presentati in occasione dell’evento “SalvaLaTuaCasa – Un’alternativa etica e sostenibile alla liquidazione controllata”, organizzato da Esdebitami Retake.

Rapporto tra famiglie e pagamento delle rate, il contesto attuale

In apertura, Luca Dondi Dall’Orologio (CEO di Nomisma Spa) ha spiegato nel dettaglio il contesto economico in cui si trovano attualmente le famiglie italiane, evidenziando le possibili criticità che potrebbero portare a una situazione di sofferenza finanziare e di indebitamento. Nonostante ci sia da evidenziare anche l’elemento positivo che riguarda la crescita economica nel 2022 e il migliorato clima di fiducia delle imprese, il quadro generale sembra tutt’altro che stabile.

L’elemento preoccupante è il tasso di inflazione – esordisce Dondi – che sta piegando molto più lentamente rispetto a quanto si poteva pensare inizialmente. A questo si aggiunge il costante aumento dei tassi di interesse. All’aumento dell’indice dei prezzi al consumo, infatti, non ha seguito un aumento dei salari, questo complica l’accesso al mercato dell’acquisto immobiliare, ma ha un impatto anche per il mercato delle locazioni”.

In uno scenario simile, per mantenere il proprio stile di vita è inevitabile la tendenza a erodere il risparmio (in parte accumulato anche e soprattutto durante il periodo della pandemia). “Il mercato immobiliare nel post pandemia era cresciuto significativamente e con intenzioni di acquisto ai massimi storici – sottolinea il CEO di Nomisma – ora, a causa del contesto, la tendenza è cambiata. La maggior parte della domanda ora sul mercato non può prescindere dal credito”.

Come sottolineano i recenti dati dell’Osservatorio Omi sul quarto trimestre 2022 è in atto un rallentamento delle compravendite, che “proseguirà anche nel corso del 2023, la previsione è sui 70-80mila compravendite in meno su base annua”, precisa Dondi. Sempre secondo il CEO di Nomisma: “Anche i prezzi sono cresciuti molto, in alcune aree più che in altre. Gli effetti più immediati saranno sulla domanda, ma la flessione in termini nominali (prezzi, ndr) sarà più lenta”.

Dal lato della domanda dei mutui, si registra una diminuzione “che deriva dalla riduzione dell’intenzione all’acquisto e autocensura, perché le famiglie si aspettano di ricevere un no dagli istituti di credito”. Non solo, perché dal lato dell’offerta, come specifica Dondi, “le banche ora sono molto più selettive, addirittura pessimiste, mi viene da dire eccessivamente, tanto che è in aumento il tasso di rifiuti alle richieste o neanche vengono prese in considerazione”.

Il CEO di Nomisma ha evidenziato anche da cosa dipende questo atteggiamento degli istituti di credito, che “è dovuto esclusivamente dall’osservazione del contesto di riferimento. Un incremento così forte dei tassi è facile immaginare che porterà a un peggioramento della qualità del credito. Anche perché, altro elemento da evidenziare, è che l’effetto delle moratorie introdotte per la pandemia ancora non è completamente esaurito”.

Il rapporto tra italiani e rate del mutuo in numeri

Roberta Gabrielli, Senior Project Manager Nomisma, ha esposto e spiegato nel dettaglio tutti i dati contenuti nell’indagine, dalla quale emerge che il 65% delle famiglie intervistate si sia sentito abbastanza o molto preoccupato nell’ultimo anno, mentre il 53% si è trovato a gestire situazioni di ansia.

Dal report di Nomisma emerge che il 4% delle famiglie prese in esame ha dichiarato di avere accumulato ritardi, seppur lievi, mentre il 13% ha pagato le rate mensili con qualche difficoltà, ad esempio comprimendo altre voci di spesa. Va considerato anche che il pagamento delle rate del mutuo in molti casi si aggiunge anche alle rate di altri finanziamenti sostenuti per l’acquisto a rate di beni e servizi.

Il 36% degli intervistati, infatti, pensa che la situazione economica della propria famiglia sia lievemente peggiorata nell’ultimo anno, mentre per il 9% è nettamente peggiorata. Guardando al futuro, il 35% prevede una situazione economica in ulteriore peggioramento e il 21% degli intervistati ritiene con ogni probabilità di potersi trovare in difficoltà nei prossimi 12 mesi nel rimborsare la rata del mutuo, e per il 3% questa è una cosa certa.

Quando versano in condizioni di difficoltà economica, le famiglie italiane cercano aiuto principalmente della propria rete familiare e amicale (nel 76% dei casi) ma si rivolgono anche a operatori finanziari (37%), enti comunali e istituzioni (27%), realtà di volontariato (25%) e alla propria realtà lavorativa (8%).

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