In tema di case green, le ultime notizie raccontano qualcosa di diverso rispetto a quanto auspicato. Il confronto del secondo trilogo formale tra Parlamento, Commissione e Consiglio per arrivare a un accordo su un testo condiviso si è fermato. Dopo l’incontro del 6 giugno, anche quello del 31 agosto si è concluso con un nulla di fatto. E tutto è stato rimandato al terzo incontro, quello del 6 ottobre.
Case green, è scontro su alcuni punti della direttiva
In particolare, in quest’ultima occasione, Parlamento e Consiglio si sono scontrati sull’articolo 9a della direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive) che riguarda l’installazione dei pannelli solari sugli edifici nuovi ed esistenti.
Come riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, è stato soprattutto il terzo comma ad aver alimentato lo scontro, ossia il comma in base al quale “i Paesi membri assicureranno l’installazione di pannelli solari secondo un calendario molto serrato”. Si parla del 2026 per tutti gli edifici pubblici e gli edifici non residenziali, per passare tra il 2028 e il 2032 agli altri edifici. E proprio il 2026 avrebbe generato il disappunto, in quanto – sempre secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore – “il Consiglio avrebbe preferito limitare l’installazione di pannelli solo agli edifici oggetto di ristrutturazione, anziché coinvolgere tutti gli immobili esistenti”.
Ma non solo. Nel corso dell’incontro non si è parlato di un punto molto importante ed estremamente discusso: il calendario per le ristrutturazioni, secondo il quale ad oggi gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033; gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere le stesse classi energetiche rispettivamente entro il 2027 e il 2030; tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, con la scadenza del 2026 per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche.
La direttiva europea sulle case green sembra proprio in una fase di stallo. Ma l’intenzione è quella di accelerare, dal momento che in vista c’è la fine della legislatura europea. Nel corso del mese appena iniziato, come ricordato dal Sole 24 Ore, ci saranno almeno quattro incontri tecnici. E ci si domanda se questi incontri favoriranno il terzo trilogo formale in programma il prossimo 6 ottobre.
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