A Reggello, frazione di Leccio, in provincia di Firenze, sorge una costruzione che definire sbalorditiva è riduttivo; e ciononostante nessuno per decenni è stato disposto ad acquistarla e a darle il lustro che merita. Nessuno, fino ad oggi. Si tratta del Castello di Sammezzano, il cui comitato, Save Sammezzano, ha annunciato che l’edificio ha ricevuto una proposta ufficiale di acquisto da parte di una facoltosa famiglia fiorentina, che si assumerà l’incarico di far conoscere al mondo questo gioiello nascosto di architettura, rimasto chiuso al pubblico per oltre trent'anni.
A dare notizia del confermato acquisto da parte della Smz srl, appartenente alla famiglia Moretti, è stato un post sulla pagina Facebook del comitato Save Sammezzano, che recita: “Il 28 aprile scorso è avvenuta l’omologa della proposta di concordato presentata dalla Smz srl pertanto, dallo scorso 28 aprile, tutta la proprietà è stata definitivamente assegnata alla famiglia Moretti”. La famiglia "si starebbe già mettendo all’opera per il recupero di Sammezzano, dando priorità all’istituzione di un museo sulla storia del castello, aperto al pubblico”. La famiglia Moretti, nota mecenate di Firenze, si era interessata all'acquisto già dal 2018 ma solo ora ha ripreso in mano la questione, finalizzando la compravendita. Nel novembre 2024 l'asta ha avuto valore di 16 milioni di euro, quindi la cifra offerta ad aprile potrebbe essere di poco inferiore.
Il Castello di Sammezzano, risultato di quello che oggi chiameremmo restyling di un edificio agricolo risalente al XVII secolo, ma probabilmente con radici in epoca romana, è una costruzione in stile eclettico. Vale a dire che i suoi proprietari, la famiglia Ximenes d’Aragona, nel restaurarlo a metà ‘800 vollero che racchiudesse in sé tutti gli stili architettonici all’epoca conosciuti. Di fatto la cifra prevalente è quella moresca e orientale, il che costituisce un unicum per la location toscana nella quale la costruzione si trova, un esperimento originale dai risultati che certo non lasciano indifferenti.
Esempio lampante della corrente orientalista che si fece strada in Italia due secoli fa, il castello alterna ai coloratissimi arabeschi, ai mosaici in ceramica, alle cupole e agli archi, alle decorazioni geometriche e ispirate alla natura, motti e frasi in latino e in italiano, nonché note musicali, in un’atmosfera da capogiro che lascia letteralmente senza fiato. Esternamente, il Castello di Sammezzano possiede una facciata solare e una facciata lunare; il tutto immerso in un enorme parco da 147 piante tra cui spiccano i lecci che danno il nome alla frazione in cui il castello si trova.
Il posto è chiuso dal 1990, e da allora i tentativi di rilancio sono stati molti, ma tutti vani. Certo non si tratta di un compito da poco, ma chi vuole tentare questa volta è disposto a farlo con una offerta di vendita, pervenuta al curatore fallimentare, stimata in non meno di 15 milioni di euro. L’offerta, si apprende, viene da una società che fa capo ad una famiglia imprenditoriale fiorentina che opera a livello internazionale, da sempre impegnata nel no profit.
Il progetto di rilancio del Castello di Sammezzano prevede, da un lato, la messa a reddito di parte delle 65 sale dell’edificio tramite apertura al pubblico (un’esperienza che sicuramente molti vorranno fare), dall’altro il recupero dell’intero complesso, che comprende altri 12 edifici, che potrebbero essere convertiti ad uso ricettivo.
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