Venezia ha tantissimi motivi per lasciare a bocca aperta i visitatori, con i suoi canali e le sue architetture elegantissime, ma chi si sofferma a osservare la città nota una curiosa assenza: i felini sembrano quasi spariti dal panorama urbano. Eppure, a lungo i gatti a Venezia sono stati protagonisti discreti e importanti della vita quotidiana tra le calli e nei campielli. Amati dai residenti, celebrati nelle storie popolari e diventati veri e propri simboli della Serenissima, oggi sono quasi una rarità. Perché i mici veneziani sono scomparsi? Esistono ancora “isole dei gatti” nella laguna?
Perché a Venezia non ci sono più gatti?
I gatti a Venezia un tempo popolavano ogni cortile e fondamenta, alleati preziosi contro i topi che infestavano la città costruita sull'acqua. Nei decenni scorsi però il loro numero è drasticamente calato, complici vari fattori come la diminuzione della popolazione residente, il boom turistico - oggi a Venezia c'è il ticket di ingresso a per arginare il problema - e le nuove regole di gestione degli animali domestici.
Le spese di mantenimento e le difficoltà ad adottare animali nei piccoli appartamenti veneziani hanno ridotto le adozioni. Inoltre, le campagne di sterilizzazione – fondamentali per il benessere dei felini – hanno portato a un fisiologico calo di nuove nascite. Così, dalle immagini storiche con gatti ovunque, oggi a Venezia resta il ricordo di un’epoca in cui erano i silenziosi padroni delle calli.
La leggenda dei gatti veneziani
Il legame tra Venezia e i suoi gatti è avvolto da affascinanti leggende. Le storie popolari associano spesso i gatti al mistero e alla fortuna: si diceva che la loro presenza proteggesse le case dagli spiriti maligni.
- Una delle storie più celebri narra che un tempo i gatti furono portati dalla Persia come dono ai nobili veneziani, divenendo ben presto difensori essenziali dai roditori della laguna.
- Un’altra tradizione racconta di una “regina dei gatti”, una donna anziana che nutriva e curava le colonie feline nei sestieri più nascosti, considerata una vera figura mitica dagli abitanti.
L’isola dei gatti e il gattile di Malamocco
Nonostante la diminuzione dei gatti in città, resistono ancora luoghi speciali dedicati a questi animali. Il gattile di Malamocco, sull’isola del Lido di Venezia, rappresenta oggi un punto di riferimento per il benessere dei felini veneziani. Qui vengono accolti, curati e adottati numerosi gatti abbandonati o randagi, grazie al lavoro di volontari appassionati.
Spesso il gattile viene chiamato anche “isola dei gatti a Venezia”, perché ospita colonie libere e offre spazi dove i mici possono vivere sereni e sicuri. Questo rifugio è diventato una meta di visite e adozioni per cittadini e turisti amanti degli animali, mantenendo viva la tradizione felina della laguna.
Qual è la città italiana con più gatti?
Mentre il numero di gatti a Venezia si è ridotto negli anni, in altre città italiane la popolazione felina è in crescita. Secondo recenti ricerche, Roma è la città italiana con il maggior numero di gatti registrati, grazie all’ampia presenza di colonie feline gestite direttamente dai volontari e dalle associazioni.
A Roma i mici sono parte integrante del paesaggio urbano, tra antichi monumenti e quartieri moderni, e sono spesso “adottati” dalla comunità locale.
Milano e Firenze seguono a ruota nella classifica, segno di un crescente amore degli italiani verso i felini domestici.
Vivere a Venezia
La vita nella laguna è scandita dal ritmo lento dei vaporetti, dalle maree e dal fascino dei quartieri storici. Spostarsi tra calli, campielli e ponti offre ogni giorno nuove prospettive, grazie anche all’assenza di auto e all’uso quotidiano dei vaporetti. L’adattamento alle maree, alla particolare umidità e alle case spesso storiche è parte integrante della routine dei residenti. La routine quotidiana in questa città non è semplice per le difficoltà con l'acqua alta e il grande afflusso di turisti ma vivere a Venezia è sicuramente un'esperienza piena ed entusiasmante. Se vuoi trasferirti nella Serenissima, ecco gli annunci più recenti di idealista:
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