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Il comparto delle locazioni abitative italiane entra in una fase di progressivo raffreddamento dopo due anni caratterizzati da tensioni al rialzo. Le nuove elaborazioni dell’Ufficio Studi Locare per il periodo giugno–settembre 2025 mostrano infatti una decelerazione dei canoni, pur in un quadro che non rinuncia completamente alla crescita.

Rallenta l'incremento dei canoni nel terzo trimestre

Secondo l’indagine, nel terzo trimestre dell’anno i canoni hanno registrato una variazione media pari a +0,59%, stabilizzandosi attorno ai 170 euro/m² annui. Su base tendenziale il dato rimane positivo, segnando un +3,03% rispetto a settembre 2024, ma si colloca nettamente al di sotto dei picchi raggiunti nel biennio precedente.

Il mercato, inoltre, ha registrato circa 240.000 nuovi contratti, evidenziando un incremento dell’1,3% su base annua. I segmenti più dinamici risultano essere i contratti transitori (+7,0%), alimentati dalla crescente mobilità professionale e studentesca, e i contratti a canone concordato (+3,5%) nelle città caratterizzate da forte pressione abitativa. Al contrario, i tradizionali 4+4 segnano una lieve flessione (-1%), soprattutto nelle aree metropolitane.

Le principali metropoli: Roma accelera, Milano si stabilizza

Le cinque maggiori città italiane presentano traiettorie ancora disallineate.

  • Roma registra la performance più rilevante con un aumento trimestrale del 2,9%, rafforzando il trend positivo già osservato nel primo semestre.
  • Palermo (+1,82%) e Torino (+0,67%) mantengono un profilo di crescita più contenuto.
  • Milano, dopo anni di continuo rialzo, mostra un sostanziale equilibrio, con una lieve contrazione (–1,43%) che però non modifica significativamente un quadro di domanda ancora sostenuta.
  • Napoli registra un arretramento moderato (–1,15%).

I capoluoghi di regione: forti divari territoriali

Rilevante la dispersione delle dinamiche tra i capoluoghi regionali.

In testa alla classifica delle crescite:

  • Catanzaro (+5,75%)
  • Perugia (+5,56%)
  • L’Aquila (+3,16%)

Sul fronte opposto emergono:

  • Potenza (–4,94%)
  • Trento (–2,70%)
  • Cagliari (–1,80%)

Da segnalare il caso di Campobasso, dove un incremento quasi a doppia cifra è spiegato più dalla ridotta numerosità dei contratti (circa 560) che da dinamiche di mercato strutturali.

Le città medie: prevalgono i rialzi, ma alcuni centri flettono

Nell’analisi dei capoluoghi di provincia di dimensione intermedia, la tendenza prevalente resta positiva:

  • Prato (+5,71%),
  • Pesaro (+5,68%),
  • Brescia (+4,38%)

guidano gli incrementi.

Le flessioni più marcate si riscontrano invece in:

  • Catania (–2,65%),
  • Terni (–2,41%),
  • Matera (–1,96%).

Verona rimane pressoché stabile, mentre Isernia registra un calo superiore al 20%, anche in questo caso attribuibile all’esiguo numero di nuovi contratti (circa 220 nel trimestre), che amplifica l’oscillazione dei valori medi.

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