Streaming senza interruzioni, smart working più affidabile, fluidità delle nuove applicazioni della domotica e dell’AI: la sempre maggiore richiesta di rete e di connessioni ultra rapide sta comportando l’installazione di numerose antenne che percepiscono il segnale 5G in banda 26 GHz sui tetti degli edifici. Il risultato è quello di essere immersi in campi elettromagnetici tra cellulari, Wi-Fi, Bluetooth. Ma fino a che punto ci si può spingere con la propagazione delle onde elettromagnetiche?
È questa la domanda che in tanti si pongono, cercando di informarsi sui possibili rischi alla salute. Ma anche su come funzioni il mercato che regola l’installazione di ogni antenna 5G sul tetto degli edifici, soprattutto condominiali.
Qual è la normativa sull'antenna 5G installata sul tetto
Il decreto legislativo 259 del 2003, conosciuto come "Codice delle comunicazioni elettroniche", all’articolo 87 disciplina l’installazione degli impianti, prevedendo l’autorizzazione del Comune e il parere degli enti competenti.
Più nel dettaglio, nell’adottare l’autorizzazione per l'installazione di un'antenna 5G sul tetto di un edificio, il Comune verifica che vengano rispettate le normative e che non vi siano particolari restrizioni nel Piano Regolatore Generale (PRG), anche dal punto di vista della tutela del paesaggio.
Inoltre, l’amministrazione comunale verifica le normative per la tutela della salute pubblica e il rispetto dei limiti di emissione, individuando le aree più idonee per le installazioni di antenne 5G.
Nel prendere la decisione, il Comune si avvale del parere tecnico dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). I residenti, infatti, possono essere preoccupati per l'impatto delle radiazioni elettromagnetiche, sebbene secondo le attuali evidenze scientifiche le emissioni rispettino i limiti di sicurezza stabiliti.
Quale maggioranza serve in condominio per installare l’antenna 5G
Le conseguenze sul valore immobiliare e sull’estetica dell’edificio sono un altro fattore da considerare. A tal proposito le sezioni unite della Cassazione, con le sentenze 8434/2020 e 8435/2020, hanno stabilito che sia necessaria la delibera dell’assemblea, adottata non all’unanimità ma alle maggioranze previste dal terzo comma dell'articolo 1136 del Codice civile, ovvero con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti nell’assemblea portatori di almeno 1/3 del valore millesimale, trattandosi di un uso indiretto del bene comune.
Fa eccezione il contratto a lungo termine. Se, infatti, la locazione dell’antenna con la società proprietaria ha durata superiore a nove anni, la delibera deve essere approvata con la maggioranza unanime di tutti i condòmini. Il corrispettivo della locazione dell’antenna 5G sul tetto, in base a quanto prevede l’articolo 1123 del Codice civile, deve essere ripartito tra tutti i condòmini in ragione dei rispettivi millesimi.
Quali sono i rischi di vivere vicino a un ripetitore telefonico
Per quanto il tema sia dibattuto da esperti e medici che, in ogni modo, tengono alta la guardia sull’argomento, a oggi non ci sono evidenze di effetti sanitari importanti di cancerogenesi dovuta all’esposizione ambientale ai campi elettromagnetici a radiofrequenza ai livelli che, di regola, incontra una popolazione.
La tecnologia 5G impiega campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF), i cui unici effetti sulla salute accertati scientificamente sono quelli acuti e a breve termine, quali il riscaldamento e l’aumento della temperatura dei tessuti biologici, le scosse da contatto con i conduttori, le stimolazioni dei muscoli e dei nervi periferici. Gli organismi scientifici internazionali hanno definito i limiti di esposizione il cui rispetto permette di prevenire totalmente tali effetti.
La normativa italiana risulta essere più restrittiva degli standard internazionali in quanto prevede, oltre ai limiti di esposizione per la prevenzione degli effetti a breve termine, anche l’adozione di cautele per l’esposizione prolungata e a lungo termine.
Le antenne 5G sono nocive?
Tali considerazioni valgono anche nel caso delle installazioni di un’antenna 5G che, di solito, avviene sul tetto o sul lastrico di un edificio condominiale. L’aumento degli utenti che utilizzano i dispositivi richiede un ulteriore incremento delle antenne sul territorio, con maggiori preoccupazioni dei cittadini se fa male avere un’antenna 5G sul tetto.
Peraltro, nella riunione del 7 ottobre 2025, il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato, all’unanimità, le procedure per assegnare le frequenze disponibili nella banda 24.25-26.5 GHz, finalizzate allo sviluppo delle reti wireless a banda ultra larga.
Valori e limiti dei campi elettromagnetici
Ad oggi, non è stata indicata una distanza minima di sicurezza per le antenne 5G. Il decreto legislativo 198 del 4 settembre 2002, conosciuto come il "decreto Gasparri", stabiliva una distanza minima di 70 metri tra le antenne e le abitazioni.
La norma è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale nel 2003. Il nuovo Codice delle comunicazioni non prevede una distanza minima, ma il rispetto di determinati limiti di emissione del campo elettromagnetico la cui intensità deve essere inferiore a 6 V/m (Volt per metro).
Tuttavia, l’articolo 10 della legge 214 del 30 dicembre 2023, recante l'"Adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici", al fine di "potenziare la rete mobile e garantire a tutti gli utenti e alle imprese l’offerta di servizi di connettività di elevata qualità senza pregiudizio per la salute pubblica", fissa in via provvisoria e cautelativa, un valore di 15 V/m come limite di intensità del campo elettrico, un valore di 0,039 A/m sull’intensità del campo magnetico H e un valore di 0,59 W/m2 sulla densità di potenza D.
Qual è la distanza di sicurezza da un'antenna 5G
Allo stato attuale, ingegneri, biologi e altri tecnici che effettuano consulenze specialistiche per l’installazione di impianti a favore di imprese e privati, sono per lo più concordi nell’affermare che una distanza di sicurezza dalle abitazioni delle antenne di telefonia mobile possa essere quella di 100 metri.
Al di sotto di questa distanza, si consiglia di far effettuare una misurazione da un professionista indipendente. Un parere tecnico può essere particolarmente indicato, per esempio, nel caso in cui si voglia comprare una casa con il ripetitore di telefonia proprio sul tetto o nelle immediate vicinanze.
Come opporsi all’installazione di antenne per la telefonia mobile
Non conoscendo perfettamente la pericolosità dell’esposizione continua ai campi elettromagnetici, è possibile opporsi all’installazione di antenne per la telefonia mobile? Se il dubbio riguarda le potenziali ripercussioni di salute, ci si può accertare se l’installazione di un’antenna telefonica sul tetto condominiale comporti dei rischi.
Il primo passo è quello di richiedere al Comune la documentazione relativa all’impianto, comprese le autorizzazioni e il progetto presentato, nonché lo studio di impatto ambientale, eventualmente effettuato insieme a quello dei tecnici dell’ARPA. È un consulente tecnico a verificare che tutti i valori, tra i quali quelli fissati dalla legge 214/2023, siano in linea con le condizioni di sicurezza dei cittadini circa l’esposizione alle onde elettromagnetiche.
In caso negativo, si può avviare un’azione legale per lo spegnimento e la rimozione dell’antenna, promuovendo un ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) nel termine di 60 giorni dal momento in cui si abbia contezza dei danni causati dall’antenna o al Capo dello Stato nel termine di 120 giorni.
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