Commenti: 1
Ance: il 60% degli edifici italiani non rispetta le norme antisismiche

Il 44% della superficie del nostro paese è a rischio sismico, ma il problema più importante riguarda lo stato di conservazione di quei 7 milioni di edifici (pari al 60% del totale) costruiti prima dell'entrata in vigore delle norme del 1974. A dirlo è il rapporto ance-cresme su "lo stato del territorio italiano-rischio sismico e edifici industriali"

Immobili nelle zone sismiche

Circa 10,7 milioni di abitazioni e 5,4 milioni di edifici si trovano nelle zone del nostro paese con alto rischio sismico.  Tra questi, gli edifici residenziali sono circa l'86%, mentre quelli non residenziali rappresentano il 14%. Le regioni a più alto rischio sono la Sicilia e la Campania. Nella prima vi sono quasi 2,5 milioni di abitazioni nelle aree di rischio più elevato, mentre in Calabria sono circa 1,2 milioni di abitazioni

Conservazione patrimonio edilizio

Ma oltre al rischio naturale per la conformazione del territorio, a preoccupare è la vetustà del patrimonio edilizio italiano. Le norme antisismiche sono entrate in vigore nel nostro paese nel 1974, mentre che la maggior parte degli immobili italiani (il 60% degli edifici, circa 7 milioni) è stato costruita prima del 1971, mentre i restanti 4 milioni risalgono agli ultimi 30 anni. Inoltre anche gli edifici costruiti successivamente pur rispettando le norme dell'anno di costruzione, potrebbero non essere conformi all'attuale normativa sismica. Negli ultimi anni, infatti, la mappa della pericolosità sismica è stata modificata più volte

Costo dei terremoti

E i terremoti pesano e non poco sulle finanze pubbliche. Le spese per la ricostruzione dopo i disastri ambientali (terremoti in primis) dal 1945 ad oggi ascende infatti a 242,5 miliardi. Come se pesasse sulla testa di ogni cittadino una tassa annuna di 55 euro. Secondo l'ance, la soluzione sarebbe quella di introdurre un pacchetto di regole per limitare la costruzione nelle zone più pericolose e uno scrupoloso controllo sui materiali e sistemi di prevenzione

Vedi i commenti (1) / Commento

1 Commenti:

12 Ottobre 2012, 15:07

Purtroppo l'Italia è un paese con molti immobili che risalgono al 1700. Vedi i paesi abbarbicati sulle colline toscane , umbre , poi ci sono catapecchie sulle colline campane , in Puglia , vecchie , ma dichiarate patrimonio culturale. Poi ovviamente cadono . Ora per fre in modo che non cadano bisognerebbe intervenire con tanti di quei soldi , che i vecchi stanno lì e i giovani se ne vanno . Ora , dico purtroppo e mi spiego , in ogni cosa c'è lo zampino dei beni culturali . Ora domando e affermo : come mai per ridipingere di verde la mia edicola in centro città , dopo aver richiesto l'autorizzazione ai lavativi dei beni culturali , dopo 2 anni e mezzo , non mi hanno ancora risposto ? preciso che ho inviato , colori , e richiesta di autorizzazione . Quindi figuriamoci , se si svegliano , guardate l'aquila , senza beni culturali sarebbe già stata riassestata , con i beni culturali , aspettiamo prossimo terremoto , così cade tutto e non se ne parla più . e non ditemi che non è vero . C'è una città dove una banca ha costruito la sua sede , ebbene il luogo , era '"forse " antico con pezzi di pietra antica . Orbene , stanno ancora aspettando i beni culturali . Hanno recintato tutta la parte , e di notte lavoravano . Questa è l'Italia . Credo abbiano costruito con le leggi antisismiche .

per commentare devi effettuare il login con il tuo account