La “città durevole” è stato il tema della settima edizione di Open House Milano. Dello stesso percorso ha fatto parte uno storico edificio di fine ‘800 in viale Umbria 120, in zona Porta Vittoria, che rappresenta alla perfezione questa sfida di conservare e valorizzare architetture del passato per reinterpretarle in nuovi spazi abitativi proiettati al futuro e inserendo elementi di sostenibilità. Per conoscere i dettagli di questo perfetto esempio di rigenerazione urbana, idealista/news ha visitato questi spazi con Paolo Golinelli, il responsabile del progetto.

L’edificio di viale Umbria 120 ha radici profonde, visto che “venne costruito di fianco al cavo irriguo Melzi alla fine dell’800”, come spiega Paolo Golinelli di Golinelli-Sala Arichitetti associati, che ha firmato il progetto di rigenerazione urbana di un palazzo che è cambiato profondamente, pur mantenendo ed esaltando alcuni elementi ancorati alla tradizione milanese, sapientemente reinterpretati in chiave sostenibile e futuribile.
Si tratta di un edificio di grandi dimensioni e forma rettangolare, che al piano terra ospita e ospitava anche in passato laboratori e negozi. Al primo piano, invece, c’erano le abitazioni, che si sviluppavano ai lati di un corridoio centrale. Altra particolarità di questo immobile è che, negli anni ’20, un piano regolatore fece sorgere viale Umbria con un ampio calibro e fu necessario “tagliare” parte dell’edificio, che quindi assume la caratteristica forma che conserva ancora oggi.

Dai primi anni ’80, e per circa trent’ anni, qui ha trovato sede la storica discoteca Plastic. Successivamente, l’edificio era caduto in disuso, fino a quando un sapiente intervento di rigenerazione urbana ha dato nuova vita e slancio a questo scrigno di storia e tradizione milanese.
Il progetto ha confermato le funzioni originarie (abitazioni e laboratori). È stato costruito un secondo piano ad uso residenziale con appartamenti di piccolo taglio adatte ai nuovi modi di abitare. Sono stati ridisegnati, senza trasfigurarli, gli elementi caratterizzanti dell’immobile: le facciate finite ad intonaco, il basamento ad intonaco strollato, le persiane sono diventate ad unica anta scorrevole tipiche della tradizione milanese.

“L’approccio al progetto è stato quello di trovare una modalità semplice ma efficace di inserire il nuovo nel contesto milanese utilizzando materiali, finiture e soprattutto riferimenti tipici dell’ambiente milanese – spiega Paolo Golinelli – le facciate ad esempio riportano colori tipici milanesi come quelli di alcune architetture dell’800”.

Nelle parti interne, tra gli elementi caratterizzanti ci sono i lunghi corridoi in entrambi i piani, “i quali riprendono i colori delle foglie in autunno presenti nel parco di largo Marinai d’Italia, che si trova di fronte all’edificio”, come precisa l’architetto Golinelli.

La punta di diamante, è proprio il caso di dirlo, si trova nell'estremità dell’edificio, dove c’è un appartamento che si apre su un enorme terrazzo, oltre a un soggiorno in doppia altezza e una metratura decisamente più ampia rispetto a tutti gli altri appartamenti di viale Umbria 120.

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