A idealista/news la presidente di Confindustria Assoimmobiliare spiega perché è fondamentale "conferire al tema della rigenerazione urbana un framework normativo organico"
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Silvia Rovere, presidente di Confindustria Assoimmobiliare Assoimmobiliare

Da tre anni si lavora al Ddl sulla rigenerazione urbana, che qualche giorno fa ha ricevuto uno stop dalla Ragioneria dello Stato tornando all’esame del Senato per nuove modifiche. Si tratta di un testo da tempo atteso, un’occasione da cogliere. A idealista/news la presidente di Confindustria Assoimmobiliare, Silvia Rovere, ha spiegato perché si tratta di un provvedimento importante.

Nello specifico, la presidente di Confindustria Assoimmobiliare ha affermato che è fondamentale "conferire al tema della rigenerazione urbana un framework normativo organico" e ha sottolineato il fatto che “un tema così importante deve essere valutato in maniera strutturale”.

Quello della rigenerazione urbana è un tema da tempo posto sotto la luce dei riflettori, ma per il quale manca ancora una legge organica, capace di dare quell’impulso di cui le città italiane hanno bisogno, in particolare alla luce delle importanti sfide future che le attendono.

Al Ddl sulla rigenerazione urbana hanno lavorato in questi anni le forze politiche, ma anche il mondo imprenditoriale e delle associazioni, con la convinzione che la rigenerazione urbana, insieme alla transizione ecologica, sia al centro della strategia di sviluppo delle città. Con le risorse del Pnrr diventa fondamentale poter avere una legge ad hoc proprio sulla rigenerazione urbana. Ecco in merito quanto affermato da Silvia Rovere.

Si discute da tempo di rigenerazione urbana e adesso si sta esaminando un disegno di legge sul tema. Quali sono le opportunità e le eventuali criticità?

"Il tema della rigenerazione urbana ha avuto grande rilievo nel dibattito pubblico e politico, essenzialmente per due motivi.

Da un lato, le misure relative alla rigenerazione urbana rappresentano l’occasione per riqualificare in ottica sostenibile molte delle aree urbane che necessitano da anni di forti investimenti, oltre che incrementare l’efficienza energetica degli edifici in un Paese dove oltre il 65% degli edifici ha più di 45 anni. Dall’altro, la rigenerazione urbana insiste sul tessuto sociale, costituendo un tentativo di migliorare la qualità del vivere e ridurre le disuguaglianze presenti tra le aree più e meno svantaggiate del Paese.

Alla luce di questo, esiste la necessità di promuovere il decoro urbano ed il recupero di aree pubbliche, al fine di sanare e prevenire situazioni di emarginazione e degrado sociale. Portare a compimento un concreto tentativo di conferire al tema della rigenerazione urbana un framework normativo organico è quindi fondamentale, motivo per il quale il processo di definizione del testo di legge ha visto l’ampia partecipazione di rappresentanze sociali e di mercato che hanno colto l’importanza del tema".

Vi preoccupano le recenti osservazioni della Ragioneria dello Stato?

"La Ragioneria dello Stato guarda alle leggi nell’ottica della salvaguardia delle casse statali. Un tema importante come la rigenerazione urbana deve però essere valutato in maniera strutturale.

Il testo su cui la Ragioneria ha espresso le sue osservazioni prevedeva infatti una disciplina degli interventi privati di rigenerazione urbana e relative agevolazioni, che possono anche essere concesse dagli enti locali con semplificazioni amministrative in materia e una delega al Governo per la stesura di un testo unico dell’edilizia.

È importante sottolineare come le agevolazioni previste dal testo fossero comunque molto meno costose di alcuni interventi promossi in questi ultimi anni, tra cui il cosiddetto bonus 110%, con effetti decisamente più efficaci nel favorire la sostituzione edilizia, oltre ad evitare il rischio di abusi registrati dall’utilizzo del bonus".

Considerando ad esempio gli importanti eventi in vista a Roma (Giubileo 2025 e possibile appuntamento con Expo 2030), ma anche gli obiettivi europei (decarbonizzazione del parco immobiliare Ue entro il 2050), il ddl sulla Rigenerazione Urbana rappresenta un’occasione da cogliere?

"Roma è la città che meglio riassume l’esistenza di un gap potenziale tra gli ottimi fondamentali che esprime e la mancanza di investimenti che potrebbe raccogliere.

Roma è sicuramente una città ideale per vivere e per accogliere le sedi di grandi aziende grazie al rapporto qualità prezzo per immobili in locazione e mercato residenziale decisamente interessante con valori accessibili e competitivi rispetto alle grandi città europee. Così come accessibile e profittevole è il mercato immobiliare anche per gli investitori.

Questa città ha però sofferto in passato di una mancanza di visione e pianificazione, faticando a tenere il passo con le altre grandi capitali europee e rinunciando ad importanti eventi. Il sindaco Gualtieri ha iniziato la nuova amministrazione con un positivo cambio di passo, confermando l’intenzione di coinvolgere anche gli Investitori Istituzionali nella definizione delle strategie per la rigenerazione urbana e degli spazi della città.

Gli obiettivi europei riassunti nella Direttiva EPBD del 15 dicembre prevedono un impegno importante nella riqualificazione dei nostri edifici – si stima un investimento necessario che va dai 50 ai 100 mld nei prossimi otto anni - ed è impensabile che questo avvenga senza il contributo attivo dei principali investitori del settore, che andranno coinvolti nella definizione delle strategie per decarbonizzare il parco immobiliare italiano".

 

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