Cosa è cambiato in questi ultimi anni e cosa attendersi in futuro? L’esperienza di chi opera nel settore
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Vacanze pet friendly
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Le cosiddette vacanze pet friendly sono sempre più comuni. Sebbene i dati Enpa non siano tranquillizzanti, con un 2022 che ha visto aumentare gli abbandoni e le cessioni di animali domestici del 20% rispetto al 2021, tante sono le persone che decidono di trascorrere qualche giorno di relax in compagnia del proprio amico a quattro zampe. A fronte di ciò, si diffondono le strutture ricettive che accolgono famiglie composte da umani e cagnolini. Ma come gestire un complesso turistico di questo tipo? E quanto è importante la collaborazione da parte del territorio? Per capire qualcosa di più, idealista/news ha raccolto la testimonianza di chi opera nel settore, Sabrina Parietti e Fabio Busdraghi, che gestiscono il residence “Guardamare” a San Vincenzo, sulla Costa Etrusca, in Toscana, e che 16 anni fa hanno deciso di trasformare la loro casa vacanze in una struttura pet friendly.

Quando avete deciso di intraprendere questa attività?

Fabio Busdraghi: “Abbiamo deciso di trasformare il ‘Guardamare’ in una struttura pet friendly circa 16 anni fa. In quell’anno apriva la ‘Dog Beach’ di San Vincenzo, le famiglie con il cane al seguito in vacanza si facevano sempre più numerose e gli spazi esterni del ‘Guardamare’ erano perfetti per questo uso. Amiamo i cani e ne abbiamo sempre avuto uno, eravamo quindi consapevoli delle difficoltà che poteva trovare una famiglia che volesse portare il suo peloso al seguito in vacanza.

Al ‘Guardamare’ è il nostro amico a quattro zampe che la fa da padrone, diciamo sempre ai nostri ospiti che è grazie a lui se hanno scelto di venire da noi. Tutti gli spazi sono concepiti per il suo benessere: dalle verande recintate degli appartamenti, che consentono al cane di muoversi liberamente e al proprietario di non dover ricorrere al guinzaglio; alla nostra piscina esclusiva per i cani, da quest’anno ampliata in un vero e proprio parco alberato di circa 300 mq; al giardino adiacente la piscina, dove si può stare comodamente con il cane”.

Guardamare
idealista/news

Perché avete pensato proprio a una struttura dog friendly?

Sabrina Parietti: “Prima di trasformare il ‘Guardamare’ in una struttura dog friendly, avevamo già ospitato alcune famiglie con il cane e ci eravamo resi conto di cosa dovevamo perfezionare per accoglierle. Abbiamo così cominciato a recintare e a realizzare pezzetti di giardino per ogni appartamento. Il nostro desiderio è far sentire bene l’ospite, quasi come a casa, perché così anche il cane stesso ritrova un’atmosfera serena”.

In cosa si contraddistingue la vostra struttura?

Sabrina Parietti: “Innanzitutto, il cane non paga. Poi c’è la piscina dedicata esclusivamente ai cani, un’idea di Fabio che ha riscosso molto successo e che ci ha aperto ancora di più questo mondo. Infine, ci sono grandi spazi dove i cani possono correre liberamente e divertirsi”.

Fabio Busdraghi: “La piscina per i cani è sicuramente fondamentale. L’abbiamo realizzata sette anni fa, grazie anche ai suggerimenti dei nostri ospiti, ai quali chiediamo sempre un riscontro per rendere l’esperienza nella nostra struttura ancora più piacevole. Quando l’abbiamo realizzata è stata una cosa davvero innovativa.

Ascoltare il cliente, capire meglio quali sono le sue esigenze, è importantissimo.

Oggi è facile parlare di queste cose, perché si sta diffondendo sempre di più una mentalità diversa nell’accoglienza del cane, sedici anni fa non era così semplice. Eravamo agli albori di queste situazioni e l’apertura della ‘Dog Beach’ di San Vincenzo è stata un volano importante. All’epoca non c’erano la sensibilità e la disponibilità da parte di tanti, comprese le amministrazioni, che invece oggi ci sono. In quel periodo è stata una bella sfida”.

Guardamare
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Quali sono le principali esigenze di chi va in vacanza con il proprio amico a quattro zampe?

Fabio Busdraghi: “Cercare di soddisfare le esigenze di chi vuole trascorrere le vacanze con il proprio cane non è semplicissimo. Quest’anno abbiamo ampliato lo spazio attorno alla piscina dedicata ai cani, facendo una vera e propria area cani con all’interno la piscina. Quest’ultima rimane l’elemento trainante, ma è inserita in un contesto diverso rispetto a quello precedente. Stiamo poi lavorando su alcuni servizi. A tal proposito, abbiamo intenzione di fare una sorta di sondaggio con i clienti un pochino più affezionati per valutare se inserire ad esempio un servizio di dog sitting o di educazione cinofila”.

Sabrina Parietti: “Aggiungo che per chi ha il cane è molto importante poterlo tenere libero il più possibile. Per questo motivo, avendo una parte interessante di oliveta, abbiamo iniziato a curare questo spazio proprio per consentire ai proprietari di tenere i cani liberi e di farli correre. Gli spazi sono indubbiamente importanti”.

Guardamare
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Quali sono le difficoltà nel gestire una struttura pet friendly?

Sabrina Parietti: “Una difficoltà è quella di far conoscere le persone tra di loro, ma non è una difficoltà intesa nel senso peggiore del termine. Il nostro desiderio è quello di coinvolgere tutti nella vita che si svolge nella struttura e a volte con i clienti nuovi serve un pochino più di attenzione e impegno da parte nostra. Poi può accadere che i cani o i proprietari non vadano d’accordo. Di conseguenza, può capitare di dover gestire dei nervosismi che si possono creare e che possono pregiudicare una serena permanenza nella struttura. Fortunatamente abbiamo un grande ritorno e questo aiuta molto, anche nell’accoglienza dei nuovi ospiti”.

E i vantaggi?

Fabio Busdraghi: “Tra i vantaggi c’è senza dubbio la fidelizzazione. Chi va in vacanza con il cane desidera trovare un ambiente di un certo tipo, cosa non sempre facile. Se si trova una situazione in cui ci si sente bene, si ritorna. Mentre nel caso di vacanze senza il cane difficilmente si torna nello stesso posto, chi ha il cane se si trova bene in un determinato luogo non rischia di andare altrove. Noi, ad esempio, abbiamo clienti che vengono nella nostra struttura da dieci anni. Abbiamo un ritorno che si attesta attorno al 50/60%, cosa che senza il cane è impensabile”.

Guardamare
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Quanto conta il territorio – a livello di amministrazione, tessuto sociale, infrastrutture collegate - per il successo di un’attività di questo tipo?

Fabio Busdraghi: “Ha un peso enorme, perché chiaramente la vacanza non si esaurisce con lo stare in una struttura. Ci sono famiglie che per l'intero periodo di villeggiatura non si spostano, ma ce ne sono altre che vanno in giro: al mare, a fare la spesa, a cena fuori. Un territorio, un ambiente, che condivide questa situazione è fondamentale.

Il successo della vacanza si compone di tanti aspetti, oltre a quello relativo alla struttura. Chiaramente si sceglie la struttura per una serie di ragioni, ma si sceglie anche una destinazione proprio perché ci sono tutti questi altri attori che si comportano in un certo modo. È come se fossimo tutti soci di una grande società. Remare tutti nella stessa direzione è fondamentale.

È un territorio che si deve muovere in questa direzione e ciò è molto importante per questo tipo di turismo, che non è più un turismo di nicchia come poteva essere sedici anni fa”.  

Qual è, a vostro avviso, il futuro delle strutture ricettive?

Fabio Busdraghi: “Il futuro delle strutture ricettive è nelle nostre mani, nel senso che bisogna essere aggiornati, bisogna capire quelle che sono le esigenze, le abitudini e i desideri del turista. Oggi il turismo cambia con una velocità incredibile, lo abbiamo visto con il Covid. E quest’anno lo abbiamo visto ancora di più con le variazioni che ci sono state rispetto agli anni precedenti. Il 2022 paradossalmente è stato un anno eccezionale, forse addirittura il migliore degli ultimi decenni, ma è stato un anno ‘drogato’ da tutta una serie di situazioni. Io dico sempre che si è verificata una combinazione astrale che non si ripeterà più per vent’anni.

Le strutture devono adeguarsi, devono offrire situazioni e servizi sempre migliori, perché è attraverso l’offerta di servizi che si può avere un futuro importante.

Chiaramente, non bastano le strutture per poter fare turismo, serve tutto un insieme di cose, ma le strutture possono fare la loro parte determinante. Come? Offrendo sempre qualcosa di più che vada incontro a quelle che sono le nuove esigenze dei turisti attuali e di quelli che saranno i futuri turisti di queste zone”.

Come è cambiato in questi anni e come sta cambiando il territorio in cui vi trovate?

Fabio Busdraghi: “Negli ultimi anni il territorio è cambiato molto a livello di offerta turistica. Oggi è in grado di offrire situazioni che vanno dal classico albergo, che può essere sulla spiaggia o meno, al villaggio, al campeggio importante, agli agriturismi, alle case vacanze in campagna, ai residence. Tutte strutture con una varietà di offerta molto ampia e che punta ad accontentare una pluralità di soggetti. Quello che è fondamentale è che ci sia una sinergia fra tutte queste situazioni, anche con la parte pubblica.

Un altro aspetto importantissimo, che dovrà essere affrontato a breve e che potrà essere un volano per il futuro, è rappresentato delle infrastrutture. Mi riferisco ad esempio alla facilità di parcheggio, di movimento anche senza dover prendere l’automobile, alla possibilità di arrivare in treno. Questo chiaramente abbraccia non solo un Comune, come può essere quello di San Vincenzo, ma un intero territorio.

Oggi, a livello globale, far conoscere un territorio è una sfida non da poco. Per promuovere un territorio è necessario fare squadra.

La pluralità di offerta ci deve fare capire che le strutture non sono in concorrenza le une con le altre, anzi. Ognuna deve avere la sua peculiarità, ma ci deve essere l’interesse comune di far conoscere e promuovere un territorio. Nel fare una politica di questo tipo, ci si dovrebbe considerare soci e non concorrenti”.

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