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Estate 2020, quale prospettiva per turismo e indotto in Italia?
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Alla vigilia dell’estate l’emergenza sanitaria ha colpito duro il fatturato di bar e ristoranti, che rappresentano il principale indotto del settore ricettivo. Quali prospettive per il turismo nel 2020?

Distanziamento sociale, cosa provoca per bar e ristoranti

Bar e ristoranti rappresentano il 4% del totale del Pil italiano e il 5% dei posti di lavoro. Uno studio di Bain & Company, curato dai partner Sergio Iardella e Duilio Matrullo e dal principal Aaron Gennara, ha analizzato i dati di 40mila punti vendita, scoprendo che la chiusura di bar e ristoranti nel periodo marzo-metà maggio ha già causato perdite di fatturato per circa 14 miliardi di euro, 1,6 miliardi di euro in minori entrate fiscali e messo a rischio circa 230 mila posti di lavoro.

Le misure di distanziamento sociale, necessarie ad impedire un rinfocolarsi del virus, avranno anch’esse un costo. Secondo lo studio, su un periodo anche solo di 15 giorni (che è la frequenza con cui è stato comunicato che le decisioni potrebbero essere riviste), la sola applicazione  della distanza di quattro metri quadri per persona comporterebbe:

  • Quasi 600 milioni di euro di fatturato e consumi persi
  • Quasi 70 milioni di euro di minori entrate fiscali
  • Circa 2,7 mila posti di lavoro a rischio

L’impatto totale a fine anno, considerando gli effetti duraturi del lockdown ed includendo le aziende che potrebbero non sopravvivere alla crisi, sarebbe di –40%/-50% di fatturato per il comparto di bar e ristorazione, ovvero circa 2 punti di PIL persi con circa 250-300 mila posti di lavoro a rischio, ovvero con quasi 100 mila bar o ristoranti in pericolo. Questo si tradurrebbe anche in minori entrate fiscali fino a 5,0 miliardi di euro, l’equivalente di circa il 15% della manovra di bilancio 2020.

Turismo in Italia 2020: prospettive dopo il coronavirus

L’analisi sull’indotto è naturalmente confermata anche sul settore principale del turismo che, come ricorda un rapporto di World Capital, nel 2019 ha rappresentato ben il 13,2% del Pil nazionale e vede nei mesi di giugno-agosto concentrarsi la metà delle presenze annuali totali, di cui il 50% ed oltre sono rappresentate da presenze straniere.

Come si può dunque compensare questa perdita per garantire una ripresa del comparto? Dall’analisi di World Capital sui dati delle presenze turistiche nazionali ed internazionali in Italia, si può delineare un possibile scenario di ripresa. “Qualora tutti i turisti italiani che nel 2019 si sono diretti verso mete estere rimanessero in Italia nel 2020, - si legge nel report, - sarebbero in grado di compensare le presenze turistiche straniere registrate in Italia nel 2019, che si ipotizza possano ridursi del 92% quest’anno (tale scenario si basa sull’assunzione che nel 2020 i turisti stranieri viaggeranno in Italia solo tra Gennaio e Febbraio, mesi in cui nel 2019 è stato registrato l’8% delle presenze totali annuali).

Inoltre, se ai 295 milioni di presenze (turisti italiani andati all‘estero nel 2019 e che potrebbero restare in Italia nel 2020) andiamo a sommare gli italiani che già nel 2019 hanno trascorso le vacanze in Italia (215 milioni), emerge chiaramente che sarebbe possibile compensare completamente le presenze straniere, che potrebbero mancare quest’anno a causa dell’emergenza Covid-19”.

E’ importante precisare che questo scenario non sarà esattamente ciò che si verificherà nei prossimi mesi: le presenze di stranieri in Italia, secondo World Capital,  saranno più dell‘8% di quelle registrate nel 2019, e degli Italiani che nel 2019 hanno viaggiato all’estero ci sarà chi continuerà a farlo anche nel 2020.

Estate 2020, #vacanzeinitalia

Il sentiment dei turisti italiani risulta propositivo e predisposto a muoversi all’interno del Bel Paese; infatti secondo un sondaggio di Confturismo-Confcommercio, realizzato in collaborazione con Swg, è emerso che la metà degli intervistati dichiara di voler fare una vacanza appena l’emergenza sanitaria finirà e l’83% degli italiani farà una vacanza in Italia. Sempre dalla survey risulta invece che il 16% teme di non avere una disponibilità economica sufficiente per viaggiare e il 44% lo farebbe se potesse detrarre parte del suo costo.

I turisti italiani dunque potrebbero rilanciare il turismo nazionale, questo a patto che ci siano delle opportune agevolazioni statali, in grado di aiutare gli italiani ad affrontare i costi delle proprie vacanze. “L’emergenza sanitaria in corso sta colpendo diversi mercati del nostro Paese, ma non solo, ad essere influenzati sono anche le nostre abitudini e i nostri comportamenti. – dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital – Gli effetti del Coronavirus saranno decisivi, soprattutto per il turismo, per questo è bene trovare fin da subito dei possibili scenari di riconversione, come ad esempio prezzi competitivi e un’offerta che spinga gli italiani a scegliere di rimanere sul territorio nazionale per i propri viaggi.”

 “Tra le altre agevolazioni suggerite troviamo anche misure di detrazione della spesa dei soggiorni nella dichiarazione 730, oppure dei “buoni viaggi” per dare l’opportunità agli italiani di affrontare la spesa delle vacanze. – dichiara Monica Badin, Real Estate Consultant Hospitality Department di World Capital - Tutto questo porterebbe a raggiungere grandi risultati, concretizzando i possibili scenari di ripresa ipotizzati in questo Report.”

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