Scopriamo la storia della città di Venezia attraverso i nizioleti, le tipiche insegne murali che adornano le calli.
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Uno degli nizioleti che si trovano a Venezia
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Venezia è una città unica e affascinante, capace di mostrare volti diversi e spesso misteriosi. Non è un caso che passeggiando tra le sue calli e i campielli è possibile imbattersi in un piccolo tesoro, spesso dato per scontato o non pienamente apprezzato. Si tratta dei nizioleti di Venezia. Il loro nome può risultare curioso ed estraneo, non rievocando nessuna immagine particolare. 

In realtà in questo modo vengono denominati dei piccoli rettangoli bianchi, delimitati da una cornice nera, che hanno la funzione di indicazioni stradali. La loro storia, però, è molto antica e rappresentano un patrimonio culturale: proviamo a ricostruire la storia dei nizioleti e i significati che celano.

Cosa sono i nizioleti a Venezia?

Il termine nizioleti, deriva dal veneziano “nisioeto" e può essere tradotto letteralmente con "piccoli lenzuoli". Un modo, questo, sicuramente unico e tipici per identificate le tradizionali targhe toponomastiche di Venezia. Si tratta, nella pratica, dei pannelli rettangolari in marmo, pietra o muratura, dipinti di bianco e con scritte in nero, che è possibile notare sugli edifici della città lagunare.

La loro funzione è piuttosto chiara: questi hanno il compito di riportare i nomi delle calli, dei campi, dei ponti e delle altre zone della città. In sostanza, si tratta di una sorta di indicazione stradale ed urbanistica, legata alla tradizione della città. 

Il leone a piazza San Marco, simbolo della Serenissima
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La storia dei nizioleti

Ma quando e perché nascono queste indicazioni così peculiari? L'origine dei nizioleti risale al XVIII secolo, durante il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia. E proprio in quel momento, infatti, che si cerca di organizzare in modo più sistematico la segnaletica urbana per facilitare gli spostamenti. D'altronde Venezia è uno dei maggiori centri commerciali e la città, per quanto complessa per gli spostamenti, cerca di rendere più facile il suo attraversamento per gli abitanti ed i diversi commercianti che la visitano per i loro affari.

Prima dell’introduzione dei nizioleti, infatti, l’orientamento era affidato alla memoria dei singoli e alle descrizioni orali degli abitanti. Con l’espansione della città, però, il sistema appare immediatamente limitato ed inefficace. Ecco, dunque, che fanno la loro apparizione i nizioleti. Questi, però, non sono concepiti solo come strumenti pratici, ma anche come simboli di un’identità culturale unica, preservando i nomi storici legati alla tradizione, alla religione e agli eventi locali.

Un elemento che li caratterizza, infatti, è proprio l'uso esclusivo del dialetto veneziano. Una caratteristica che attribuisce alle targhe un valore linguistico e storico unico ed inestimabile. Non è un caso che, nel tempo, i nizioleti siano stati concepiti come un tesoro culturale, la traccia di una pagina importante della storia della Serenissima e non solo. 

Quali sono le caratteristiche dei nizioleti veneziani

Stabilita la loro importanza, però, quali sono gli elementi strutturali ed estetici che rendono gli nizioleti facilmente identificabili anche dallo sguardo poco allenato di un turista? Partendo da un punto di vista strettamente estetico, queste targhe sono caratterizzate da uno stile sobrio e semplice. Una essenzialità che, circondata dalla bellezza opulenta e sottilmente malinconica della città lagunare, li rende inconfondibili. 

Ma cosa viene scritto su un nizioleto? Questo può indicare diverse tipologie di luoghi come calli (vie), campi (piazze), ponti, rive o sotoporteghi (passaggi coperti). Oltre a questo, poi, i nomi possono riferirsi anche ad eventi storici, mestieri, famiglie nobili o, addirittura, caratteristiche geografiche. Un esempio potrebbe essere Calle dei Botteri.

Oltre l’estetica e il loro contenuto, un'altra caratteristica interessante da considerare è proprio la collocazione. I nizioleti, infatti, sono spesso dipinti a un’altezza sufficiente per essere visibili e al riparo da eventuali danni. Nonostante questo, però, la loro naturale esposizione agli agenti atmosferici e al passare del tempo, li ha resi spesso le vittime preferite di un cero deterioramento. Motivo per cui è iniziata un’attività di restauro per non perdere questo elemento così caratteristico della città.

Uno dei pittoreschi canali di Venezia
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I lavori di manutenzione e restauro

Gli interventi pianificati vengono condotti con grande attenzione per rispettare l’autenticità e il valore storico delle targhe. Ogni anno, infatti, il comune s’impegna nel rifacimento di una media di 120 nizioleti. In sostanza, prevede la pulizia delle superfici, la rimozione delle incrostazioni e il ripristino delle scritte sbiadite con tecniche e materiali che, in qualche modo cercano di riprodurre gli originali o si adeguano con questi.

Le tecnologie più moderne, poi, sono venute in aiuto per ottenere un risultato finale importante nel rispetto della tradizione. Il laser, ad esempio, ha dimostrato di essere particolarmente utile per rimuovere i depositi senza danneggiare il supporto sottostante. Il tutto ricordando sempre di rispettare lo spessore dell’intonaco, che deve essere di un centimetro e mezzo. 

Un ruolo importante nella conservazione dei nizioleti, però, è svolto anche dai cittadini e dalle associazioni locali. Queste ultime, infatti, promuovono campagne di sensibilizzazione e raccolte fondi per la protezione del patrimonio cittadino. Grazie all’iniziativa Venezia Niziołeti, ad esempio, è stato possibile coinvolgere molti volontari per catalogare e monitorare le diverse targhe e il loro stato di conservazione. 

I nizioleti più curiosi

Passando alle tante curiosità che riserva Venezia, quali sono i nizioleti più curiosi entrati nella storia della Serenissima e che un turista non dovrebbe perdere? Tra i più noti c'è Ponte delle Tette. Questo si trovasi trova nel sestiere di San Polo e deriva dal un passato poco nobile e raccomandabile. Questa zona, infatti, era un quartiere a luci rosse, e le cortigiane erano solite mostrare il petto scoperto proprio per attirare i clienti.

Un altro esempio curioso è la Calle dei Assassini. In questo caso il nome riporta indietro ad un tempo in cui il vicolo era fatalmente famoso per i crimini che vi avvenivano. Anche il Ponte dei Pugni ha un’origine legata ad eventi piuttosto violenti. Situato nel sestiere di Dorsoduro, era il luogo preferito delle bande locali, che si sfidavano a colpi di pugni proprio per il controllo del ponte.

Il tour degli nizioleti più caratteristici e curiosi, però, non può chiudersi senza una visita a Calle del Pestrin e a Riva del Vin. Il primo rappresenta un omaggio ai "pestrineri", ossia gli antichi venditori di latte. Il secondo, invece, testimonia quanto il commercio del vino sia stato importante lungo il Canal Grande. Da quanto detto fino a questo punto, dunque, è chiaro che ogni nizioleto, non rappresenta solo un nome o una indicazione urbanistica. In realtà si tratta di una finestra aperta su un prezioso frammento della cultura veneziana.

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