L’artemisia è una pianta antichissima, conosciuta per i suoi benefici e per i suoi usi in erboristeria. Coltivata anche a uso ornamentale, è una delle piante più popolari nelle zone temperate europee. Ma quali sono le caratteristiche della pianta di artemisia? E come curarla al meglio in vaso? Ecco tutto quello che dovresti sapere prima di coltivarla in casa.
A cosa serve la pianta artemisia
La pianta di artemisia è conosciuta da secoli per le sue molteplici proprietà, che spaziano dall’ambito fitoterapico a quello culinario e ornamentale. In particolare, l’artemisia è apprezzata per le sue virtù digestive, antinfiammatorie e calmanti.
Le sue foglie e i suoi fiori contengono oli essenziali, flavonoidi e sostanze amare che favoriscono il benessere dell’apparato digerente e contribuiscono ad alleviare disturbi come gonfiore, crampi e nausea. Non è raro, per questo, trovare la pianta di artemisia impiegata nella preparazione di tisane, liquori (come il celebre assenzio) o rimedi naturali più vari.
Oltre al suo utilizzo in erboristeria, l’artemisia trova spazio anche nella cucina tradizionale, dove viene usata per aromatizzare piatti tipici o come ingrediente di ricette regionali.
L'artemisia ha davvero poteri "magici"?
L’aura “magica” che circonda la pianta di artemisia affonda le sue radici nelle tradizioni popolari e nei riti ancestrali. Fin dall’antichità, infatti, l’artemisia è stata associata a credenze esoteriche: si pensava che avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni, proteggere dalle malattie e favorire i sogni profetici.
Naturalmente, molto viene dalla suggestione collettiva e della simbologia attribuita alla pianta nel corso dei secoli. Tuttavia, il suo utilizzo in ambito terapico è documentato e in alcuni casi, sotto consiglio medico, può anche apportare dei benefici.
Dove si può trovare e come coltivarla in vaso
Puoi trovare la pianta di artemisia nei vivai specializzati, in alcuni fiorai ben forniti e anche presso rivenditori online che propongono diverse varietà. In alternativa, l’artemisia cresce spontanea in molte zone d’Italia, soprattutto lungo sentieri, argini e terreni incolti, grazie alla sua capacità di adattarsi a diversi tipi di suolo.
Se vuoi coltivare la pianta di artemisia in vaso, questa si adatta bene alla coltivazione in casa, purché ne venga scelto uno di almeno 25-30 cm di diametro, dotato di fori sul fondo per garantire il drenaggio dell’acqua. L’artemisia, inoltre, predilige un terreno leggero e ben drenato: puoi utilizzare un mix di terriccio universale arricchito con sabbia o perlite per evitare ristagni idrici.
Dal punto di vista dell’esposizione, il luogo ideale è sicuramente in penombra o leggermente soleggiato. Infine, l’innaffiatura deve essere regolare ma mai eccessiva: lascia asciugare il terreno tra un’irrigazione e l’altra, soprattutto nei mesi più freddi.
Varietà consigliate per la coltivazione in vaso
Non tutte le specie di artemisia sono ugualmente adatte alla coltivazione in contenitore. Alcune varietà sono particolarmente apprezzate per la loro rusticità e il portamento. Potresti quindi pensare di coltivare:
- Artemisia vulgaris: la tipologia più comune di Artemisia, ha foglie verdi aromatiche e vanta una crescita vigorosa.
- Artemisia absinthium: ben conosciuto come assenzio, ha foglie argentate e un aroma intenso.
- Artemisia dracunculus: anche noto come dragoncello, ha un aroma delicato, ed è usato come spezia in cucina.
- Artemisia schmidtiana: dal portamento tappezzante, e le foglie argentate.
Che differenza c'è tra l'artemisia e l'assenzio?
Spesso si ritiene che artemisia e assenzio siano due sinonimi. In realtà, la situazione è più articolata: l’assenzio è una delle tante specie appartenenti al vasto genere Artemisia, che comprende oltre 400 varietà di piante erbacee e arbustive diffuse in tutto il mondo.
Ogni specie ha caratteristiche botaniche, aromatiche e usi differenti, pur condividendo alcune proprietà tipiche del genere, come l’aroma intenso e la presenza di oli essenziali.
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