
Il dragoncello è una delle erbe aromatiche più apprezzate in cucina e nella tradizione erboristica. Utilizzata in molte ricette, è conosciuta scientificamente come Artemisia dracunculus, ma anche popolarmente come estragone o serpentaria. Ecco, quindi, tutto quello che c’è da sapere sul dragoncello: come coltivare la pianta e usarla in cucina.
Come coltivare il dragoncello? Trucchi e consigli
Il dragoncello prospera prevalentemente in posizioni soleggiate o, al massimo, in penombra. Nello specifico, la luce diretta favorisce lo sviluppo di foglie sane e ricche di oli essenziali.
Per la sua versatilità, può essere coltivato sia in piena terra che in vaso, purché il terreno sia sempre ben drenato e sabbioso. Da evitare assolutamente l’umidità, quindi assicurati che il substrato non trattenga troppa acqua e che il vaso abbia il numero sufficiente di fori per il drenaggio.
Ma quando innaffiare il dragoncello? Lascia asciugare leggermente il terreno tra un’annaffiatura e l’altra, soprattutto nei mesi più caldi. L’irrigazione andrebbe sempre fatta al livello del terriccio, così da evitare che foglie possano marcire e la pianta conseguentemente morire.
Infine, buona norma è sempre quella di fare attenzione ai parassiti più comuni come afidi e cocciniglie, che possono attaccare la pianta soprattutto nei periodi più caldi.

Quali sono le proprietà del dragoncello
Grazie alla composizione ricca di oli essenziali e composti antiossidanti, il dragoncello si distingue tra le erbe aromatiche per i suoi effetti benefici sull’organismo. Le foglie contengono principalmente estragolo, responsabile del suo profumo intenso e delle sue proprietà digestive.
Questi composti possono favorire la produzione dei succhi gastrici, stimolare l’appetito e aiutare a contrastare gonfiore e sensazione di pesantezza dopo i pasti. Non a caso, il dragoncello viene tradizionalmente usato per insaporire piatti particolarmente ricchi o che possono risultare difficili da digerire, come arrosti, salse e pietanze a base di uova.
Oltre all’azione digestiva, il dragoncello vanta proprietà antiossidanti: la presenza di flavonoidi e polifenoli contribuisce a proteggere le cellule dallo stress ossidativo; la vitamina C è presente ma in quantità ridotte rispetto ad altri ortaggi. Il dragoncello, inoltre, viene talvolta aggiunto a tisane e infusi, anche se il suo utilizzo principale resta quello culinario.

A cosa serve il dragoncello? L'uso in cucina e il sapore
Grazie al suo aroma, che ricorda l’anice e il finocchio ma con una nota più delicata e fresca, il dragoncello è tra le erbe aromatiche più versatili e raffinate. Non a caso, è protagonista della cucina francese e mediterranea, dove viene utilizzato sia fresco che essiccato.
Le sue foglie sottili vengono aggiunte spesso a fine cottura o direttamente a crudo, per mantenere intatte le proprietà aromatiche. È perfetto per aromatizzare salse, condimenti, carni bianche, pesce, uova e verdure grigliate. In particolare:
- Salse aromatiche: oltre alla celebre salsa bernese, il dragoncello viene impiegato per preparare salse verdi, burro aromatizzato e vinaigrette da accompagnare a insalate o pesce al vapore.
- Carni bianche: ottimo con pollo, tacchino e coniglio, sia nelle marinature che come tocco finale dopo la cottura.
- Uova e frittate: un pizzico di dragoncello fresco nelle frittate o nelle uova strapazzate dona un sapore più raffinato.
- Pesce: perfetto per insaporire filetti di pesce bianco, crostacei o molluschi, soprattutto se cotto al cartoccio o alla griglia.
- Verdure: da provare con zucchine, patate novelle, carote glassate o nei ripieni di verdure al forno.
- Aceti e oli aromatizzati: le foglie di dragoncello possono essere lasciate in infusione in aceto di vino bianco o olio extravergine d’oliva per ottenere condimenti profumati ideali per insalate e piatti freddi. Inoltre, sono molto popolari anche i piatti a base di pesto al dragoncello.

Il dragoncello ha delle controindicazioni?
Il principale composto attivo del dragoncello pianta è l’estragolo, una sostanza aromatica che conferisce alla pianta il suo caratteristico profumo e sapore. Tuttavia, studi scientifici hanno evidenziato che l’estragolo, se assunto in dosi elevate e per lunghi periodi, può avere effetti potenzialmente tossici.

per commentare devi effettuare il login con il tuo account