
Il presepe è uno dei simboli per antonomasia del Natale, capace di evocare un’atmosfera calda e familiare e di raccontare la storia di una delle festività più attese dell’anno. Maria, Giuseppe, il bambinello, bue, asinello, pastori e angeli annunciatori sono solo alcuni degli elementi che compongono questa tradizione dal significato profondo e simbolico. L’origine risale al lontano 1223 quando San Francesco D’Assisi decise di celebrare la nascita di Gesù con una rappresentazione di ciò che cambiò la storia della religione cristiana, la venuta del Messia. Da allora, questa tradizione si è diffusa in tutto il mondo, con varianti e personalizzazioni differenti. Ogni anno le famiglie si dedicano alla creazione di questo simbolo natalizio, dal paesaggio alla scelta delle statuine. Tradizionalmente ci sono delle particolari date da rispettare per montare e smontare la natività, seppur ci siano delle eccezioni a seconda delle diverse sculture. Scopriamo insieme quando si toglie il presepe e perché questa data rappresenta simbolicamente la fine del periodo di Natale.
Perché il presepe si lascia fino al giorno della Candelora?
Seppur sia per molti sconosciuta, la tradizione vuole che il presepe venga smontato il giorno della Candelora, che corrisponde con il giorno in cui Gesù fu presentato al Tempio di Gerusalemme. Questa ricorrenza è particolarmente importante sul calendario liturgico in quanto ricorda il primo incontro del Messia con il suo popolo.
Nel vangelo secondo Luca, viene descritta questa antica usanza, secondo la quale i primogeniti maschi dovevano essere presentati alla comunità dopo 40 giorni dal parto. La cerimonia di purificazione e di consacrazione al Signore permetteva da un lato di riscattare le madri, che fino a quel momento venivano considerate impure, e dall’altro di consacrare simbolicamente il neonato a Dio, riconoscendo il dono della vita come proveniente dal Creatore. La Legge di Mosè prevedeva che i genitori sacrificassero due tortore o due colombe, a testimonianza della loro fede.
Il motivo per cui il presepe andrebbe tenuto fino al giorno della Candelora è legato al fatto che il tempo liturgico del Natale termina in concomitanza con la festa del Battesimo di Gesù che ricorre la domenica dopo l’Epifania. Tuttavia, è poi la festa della Presentazione del Messia al Tempio a rappresentare una sorta di chiusura simbolica del ciclo natalizio.
Tenere il presepe più a lungo nelle proprie case è un modo per riflettere, secondo la tradizione cristiana, sul ruolo della venuta di Gesù nel mondo, come simbolo di “luce per illuminare le genti”, ma anche per rafforzare la fede dei fedeli, esortati a vivere con più intensità il mistero della nascita di Cristo Re.

Perché il presepe si toglie il 2 febbraio?
Per molti il periodo natalizio si conclude in corrispondenza con l’epifania, tuttavia, secondo la tradizione cristiana è il giorno della Candelora a segnare definitivamente la fine del Natale, è quindi in questa data che il presepe dovrebbe essere smontato. Questa ricorrenza viene festeggiata il 2 febbraio di ogni anno, esattamente 40 giorni dopo il 25 dicembre, seppur anticamente veniva celebrata il 14 febbraio, 40 giorni dopo l’Epifania.
Fu durante l’episcopato di Papa Gelasio I che questa celebrazione assunse il suo significato cristiano: egli ottenne dal Senato l’abolizione dei Lupercali, antiche feste pagane romane, sostituendole con le celebrazioni della Candelora. Nel VI secolo, l'imperatore Giustiniano anticipò ufficialmente la data della festa al 2 febbraio, in cui si celebra ancora oggi.
Sapere quando si fa il presepe e quando è necessario smontarlo è importante per rispettare appieno il significato religioso e simbolico di questa tradizione che contraddistingue il Natale cristiano. Conservare la rappresentazione della nascita di Gesù fino al 2 febbraio aiuta a prolungare il clima di festa e di raccoglimento spirituale ed è un’occasione di profonda meditazione sul proprio rapporto con la fede.
Quando si toglie il presepe nelle chiese?
Nonostante larga parte delle famiglie tenda a smontare tutte le decorazioni natalizie subito dopo l’Epifania, secondo il tradizionale detto “Epifania, tutte le feste porta via”, nelle Chiese viene seguita la tradizione cristiana della Candelora. In questi luoghi sacri, infatti, il presepe non è considerato una semplice decorazione, si tratta di un vero e proprio simbolo di fede che esorta a riflettere sulla grandezza e sul significato della venuta di Gesù sulla terra. Tenerlo fino al 2 febbraio consente di prolungare il tempo di riflessione e preghiera oltre le festività natalizie propriamente dette e offre l’opportunità di vivere un percorso spirituale più completo.
Quando si smonta il presepe e l'albero di Natale?
Come anticipato, le date generalmente rispettate per smontare le decorazioni natalizie sono il 6 gennaio e il 2 febbraio, rispettivamente l’Epifania e la Candelora. Tuttavia, ogni famiglia e ogni paese ha delle tradizioni differenti che possono variare a seconda della propria cultura e delle varie sensibilità religiose. Tanti, per esempio, sono soliti montare soltanto l’albero di Natale, in quanto lo considerano un simbolo universale e meno legato alla religione rispetto al presepe. Con le sue luci colorate e i suoi addobbi altamente personalizzabili, questo elemento è spesso visto come il simbolo di festa per eccellenza. Chi non rispetta strettamente le usanze religiose, di conseguenza, non ha delle date precise da seguire per quanto riguarda quando fare l’albero e quando toglierlo.

La varietà di tradizioni e usanze diffuse in giro per il mondo sono un’evidenza di quanto il Natale, e le annesse decorazioni, possa essere vissuto in maniera estremamente personale, in grado di adattarsi alle diverse esigenze e significati che le persone vi attribuiscono. Il periodo natalizio è infatti molto più che una semplice festività, si tratta di un momento di convivialità e di riflessione che ciascuno può vivere in maniera differente quanto profonda, con un’unica costante: la celebrazione di valori universali come la solidarietà, la speranza, l’amore e il desiderio di condivisione.
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