
Quando si parla di domicilio e residenza è facile cadere in errore e fare confusione, ma è bene prestare attenzione, visto che i due termini assumono significati ben diversi nel contesto giuridico italiano. Solitamente residenza e domicilio coincidono, ma può anche accadere il contrario ed è quindi importante sapere cosa si deve fare quando ci si trova di fronte a questa seconda ipotesi.
Il primo interrogativo che ci si pone è il seguente: va dichiarato il domicilio diverso dalla residenza? Cosa prevede la normativa e quali le procedure da seguire?
Quando va dichiarato il domicilio?
Una prima differenza viene evidenziata dal Codice Civile, che specifica l’ambito di riferimento di ciascuno dei due termini, spiegando come distinguere domicilio e residenza. La residenza è il luogo in cui una persona ha la sua dimora abituale, mentre il domicilio è quello in cui viene stabilita dal cittadino la sede principale dei suoi affari e interessi.
Un’altra differenza importante si rileva in merito alla dichiarazione della residenza e del domicilio, visto che non sussistono gli stessi vincoli burocratici. La legge prevede un obbligo ben preciso per la residenza, che deve essere dichiarata secondo regole definite, mentre non è prevista la stessa indicazione per il domicilio.
Se non ci sono segnalazioni di altro tipo, la residenza e il domicilio di solito coincidono e quando si dichiara la prima, automaticamente la dichiarazione vale anche per il secondo. Quando invece non c’è coincidenza tra residenza e domicilio, per quest’ultimo non c’è un obbligo formale di comunicazione.

Ci sono però delle situazioni in cui il domicilio va dichiarato, anzi è preferibile farlo, ad esempio per motivi di lavoro, di studio o di salute. Uno studente fuori sede può dichiarare un domicilio in una città diversa dalla sua al fine di ricevere la posta o comunicazioni di altro tipo, e lo stesso dicasi per un professionista che lavora in un luogo differente da quello in cui ha la residenza. Anche per motivi di salute si può dichiarare un domicilio diverso dalla residenza, in modo da poter ricevere l’assistenza sanitaria di cui si ha bisogno.
Come si dichiara il domicilio diverso dalla residenza?
Come anticipato prima, valgono regole differenti per la dichiarazione della residenza e del domicilio. Per la residenza esiste, infatti, un apposito certificato che attesta di fatto l’iscrizione del cittadino presso l’anagrafe del Comune in cui lo stesso risiede abitualmente. Per il domicilio, invece, non esiste un certificato analogo, dal momento che non è prevista l’obbligatorietà di una denuncia formale dello stesso.
In ogni caso, chi vuole farlo potrà utilizzare un modulo per il cambio di domicilio contenente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, in cui indicare, sotto la propria responsabilità, il luogo in cui si è domiciliati, a partire da quale data e per quali motivi.
Il domicilio va dichiarato in Comune?
Diversamente dalla residenza, non esiste una registrazione ufficiale per il domicilio, motivo per cui non è necessario recarsi in Comune per darne comunicazione. La dichiarazione sostitutiva di certificazione di domicilio, infatti, non necessita dell’autenticazione della firma, motivo per cui può essere redatta in autonomia e senza dover seguire particolari formalità. In altre parole, grazie all’autocertificazione si può attestare il proprio domicilio, senza alcun bisogno di fornire certificati ufficiali.
Cosa succede se non dichiaro il domicilio?
La legislazione attualmente in vigore non prevede alcuna obbligatorietà relativamente all’indicazione del domicilio. Per questo motivo, in caso di mancata dichiarazione non scatterà alcuna sanzione per il cittadino, il quale però in alcuni casi farà bene a dare comunicazione del suo domicilio. In mancanza di ciò può accadere che si riscontrino alcuni problemi nella fruizione di determinati servizi, come ad esempio quello dell’assistenza sanitaria, visto che in alcuni casi potrebbe essere richiesta una dichiarazione del domicilio nel nuovo Comune.
La mancata dichiarazione del domicilio può avere risvolti negativi sul fronte degli aspetti legali e amministrativi, ma anche fiscali e giudiziari. Il rischio, infatti, è quello di non ricevere in tempo comunicazioni importanti riguardanti ad esempio il lavoro, questioni fiscali o anche notifiche legali relative a multe e atti giudiziari.

Medico di base con domicilio diverso da residenza
Chi per un determinato periodo di tempo si allontana dalla propria residenza per andare a vivere altrove, può avere necessità di ricevere assistenza medica nel luogo in cui si trova. Il domicilio sanitario risponde proprio a questa esigenza, offrendo la possibilità di scegliere un medico di base nel Comune in cui ci si trova a vivere per un dato lasso di tempo.
In primis è necessario chiedere la cancellazione dal medico attuale, per poi recarsi alla nuova ASL, dove si dovrà presentare, tramite un modulo, ma è possibile farlo anche online, la richiesta di un nuovo medico di base, scegliendolo dall’elenco della ASL locale. La domanda si può fare quando ci si sposta nel nuovo Comune per un periodo non inferiore a tre mesi e ha validità un anno, trascorso il quale bisognerà presentare una nuova richiesta.
Come funziona il domicilio come ospite?
Diverse sono le tipologie previste dalla legge italiana e tra le altre segnaliamo in particolare quella del domicilio come ospite, riferita a una situazione in cui una persona stabilisce il suo domicilio appunto presso l’abitazione di un’altra, senza necessariamente cambiare la residenza.
Il domicilio come ospite si può attestare compilando un’autocertificazione, cui andrà allegata una dichiarazione di ospitalità firmata dal proprietario dell’abitazione o dal titolare del contratto di locazione. Situazioni di questo tipo possono verificarsi nel caso di studenti universitari, di lavoratori trasfertisti o semplicemente di lavoratori che devono spostarsi temporaneamente.
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