
Gli immobili meno recenti possono ancora presentare una canna fumaria in amianto o, ancora, in eternit: un materiale che abbina l’amianto al cemento. Simili strutture possono rappresentare un rischio per la salute quando danneggiate o usurate, poiché le loro fibre sono altamente nocive. L’uso di amianto ed eternit è vietato in Italia dalla Legge 257/1992: la rimozione non è sempre obbligatoria, tuttavia è raccomandata in presenza di crepe o deterioramento. Ma come riconoscere una canna fumaria in eternit e come metterla in sicurezza?
La canna fumaria in eternit è pericolosa?
Innanzitutto, è necessario comprendere quali siano i rischi di una canna fumaria in amianto o in eternit. Questi materiali da costruzione, frequentemente utilizzati in edilizia a partire dagli anni ‘30 dello scorso secolo, si sono rivelati altamente pericolosi per la salute.
L’amianto è infatti costituito da migliaia di minuscole fibre che, quando il materiale è esposto agli agenti atmosferici o usurato - come nel caso di una canna fumaria in amianto rotta - possono essere disperse facilmente nell’ambiente. Quando inalate, queste fibre possono aumentare sensibilmente il rischio di:
- tumori dell’apparato respiratorio, come il mesotelioma pleurico, di cui più la maggior parte dei casi è attribuibile proprio all’esposizione ad amianto ed eternit;
- asbestosi, una grava malattia polmonare cronica e irreversibile;
- gravi disturbi respiratori, cardiaci e gastrointestinali.

Le problematiche legate all’asbesto - altro nome utilizzato per identificare proprio l’amianto - aumentano quanto più il materiale è usurato: se integro e non manomesso, secondo il Decreto Ministeriale 6/9/1994, il rischio è basso. In altre parole, se le canne fumarie in eternit si trovano in ottime condizioni - o, meglio ancora, sono state adeguatamente isolate - non dovrebbero esservi particolari conseguenze per la salute.
Come capire se la canna fumaria è in amianto
Ma come riconoscere una canna fumaria in eternit? Per capire se sia stato usato amianto o materiali derivati, è necessaria la valutazione da parte di tecnici specializzati. Tuttavia, vi sono degli elementi visivi che possono farne sospettare la presenza:
- una superficie uniforme, di colore grigio o bluastro, con fibre biancastre visibili se la struttura è danneggiata;
- la presenza di marchi identificativi, come la scritta “Eternit” in rilievo, tipica delle canne fumarie prodotte all’incirca dal 1965 al 1983;
- un comignolo esterno dalla sezione circolare o quadrangolare, completamente uniforme e sempre grigio o bluastro, che al suo interno prevede una canna in materiale simile al cemento.
Naturalmente, bisogna prestare anche attenzione alla data di costruzione o ristrutturazione dell’immobile: gli edifici realizzati dopo il 1994 è pressoché impossibile includano strutture in amianto o eternit.
Ancora, è utile sapere che se la canna fumaria in eternit è murata, e quindi non direttamente visibile, potrebbe essere necessaria una videoispezione per accertarne sia la composizione che lo stato di conservazione. L’intervento può essere eseguito dalle aziende specializzate iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che possono anche effettuare campionamenti e specifiche analisi di laboratorio.
Quando la canna fumaria non è a norma
Così come già accennato, la Legge 257/1992 ha vietato l’amianto in Italia, mentre il successivo Decreto Ministeriale 6/9/1994 ne regola la gestione, specificando che la rimozione di asbesto ed eternit non è obbligatoria se il materiale è integro e non friabile.
Di conseguenza, come capire se una canna fumaria in amianto non sia a norma? In linea generale, la struttura non rispetta le imposizioni di legge se:
- presenta crepe, rotture o segni di degrado, che possono facilitare il distacco delle pericolose fibre;
- non rispetta i requisiti della normativa UNI EN 1443:2019 in caso di adeguamenti, in materia di condotti e scarico dei fumi;
- non è compatibile con i moderni sistemi di riscaldamento, come caldaie a condensazione, che potrebbero produrre condense acide, corrosive per l’eternit.
Per la canna fumaria in amianto in condominio, è utile sottolineare che la gestione delle verifiche per strutture a norma spetta all’amministratore di condominio, all’interno dei compiti di conservazione delle parti comuni previste dall’articolo 1130 del Codice Civile.
Quest’ultimo dovrà incaricare una ditta specializzata per la valutazione della canna fumaria e, in presenza di asbesto friabile o deteriorato, informare l’ASL competente e predisporre un piano di bonifica a carico dell’azienda prescelta, in base a quanto previsto dall’articolo 256 del D.Lgs 81/2008 e dal D.M. 6/9/1994.
Quanto costa smaltire una canna fumaria in amianto
Comprese le principali disposizioni di legge per la gestione di strutture in amianto e in eternit, è indispensabile anche capire quando il pericoloso materiale debba essere smaltito e, ancora, i relativi costi. Ma come procedere?
Come isolare una canna fumaria in eternit
Così come già accennato nei precedenti paragrafi, la valutazione di materiali pericolosi della canna fumaria deve essere effettuata da personale qualificato, tramite le aziende specializzate iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.
In caso la canna fumaria fosse gravemente danneggiata o deteriorata, si rende necessario lo smaltimento dell’amianto. In particolare questa procedura, sempre da realizzarsi con personale qualificato, si rende obbligatoria quando:
- vi è un elevato rischio di dispersione delle fibre;
- non è possibile procedere alla conservazione in sicurezza della canna fumaria;
- il materiale è usurato, presenta fratture, crepe o presenta altre condizioni pericolose.
In questo caso, bisognerà procedere alla già citata notifica all’ASL, almeno 30 giorni prima dell’intervento: l’azienda incaricata presenterà un Piano di Lavoro dettagliato sulla rimozione in sicurezza dell’amianto.

Tuttavia, l’eliminazione completa della canna fumaria in eternit o amianto non è l’unica alternativa disponibile. A seguito della valutazione da parte dell’azienda incaricata, potrà essere proposto:
- l’incapsulamento, ovvero l’applicazione di apposite vernici a più strati, idonee a creare una barriera protettiva e conformi al D.M. 20/08/1999;
- il risanamento non demolitivo, ideale soprattutto per canne fumarie in eternit murate, che prevede l’applicazione di guaine interne resistenti fino a 1.000 gradi e resistenti alle condense acide. Questa soluzione è utile perché l’eventuale demolizione di parti in muratura potrebbe portare alla dispersione di fibre d’amianto;
- il confinamento, utile anche per la canna fumaria in eternit interna, che prevede l’applicazione di pannelli o parti in muratura protettive. Questa soluzione, tuttavia, richiede verifiche regolari per controllare la tenuta dei materiali isolanti e la loro efficacia.
I costi dello smaltimento o dell’isolamento dell’amianto
I costi per la rimozione o l’isolamento dell’amianto possono essere molto variabili. Molto dipende non solo dalla tipologia di intervento più idonea, ma anche dalla complessità del lavoro, dalla difficoltà d’accesso alla canna fumaria e, ovviamente, alle tariffe medie previste per il luogo di residenza.
In linea indicativa, si possono fornire delle fasce di prezzo, che tuttavia hanno solo scopo orientativo e non possono riflettere gli effettivi costi sul caso specifico. Ad esempio:
- la rimozione completa e lo smaltimento dell’amianto richiedono un calcolo al metro quadro, generalmente tra i 15 e i 50 euro, considerando anche i costi per la redazione del Piano di Lavoro e il noleggio delle attrezzature eventualmente necessarie;
- l’incapsulamento può richiedere dai 10 ai 30 euro al metro quadro, in relazione alla difficoltà dell’intervento;
- il confinamento può comportare dai 20 ai 40 euro, sempre al metro quadro, commisurati alla complessità dei lavori.
La spesa per il risanamento, ovvero l’applicazione di apposite guaine resistenti al calore, dipende dalla conformazione della canna fumaria e dalla sua lunghezza: possono essere compresi tra 500 e oltre 2.000 euro a intervento. In caso la canna fumaria in amianto sia in condominio, è inoltre utile sapere che:
- se condominiale, i costi vengono ripartiti fra tutti i condomini, in base ai criteri stabiliti dall’articolo 1123 del Codice Civile;
- se di proprietà esclusiva di un singolo condomino, la spesa sarà completamente a carico del proprietario dell’unità immobiliare servita dalla canna fumaria.
Per un maggiore dettaglio sui costi, e sulla loro effettiva suddivisione, è utile informarsi preventivamente presso un’azienda abilitata e, naturalmente, chiedendo ragguagli all’amministratore di condominio.
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