
Sono tantissime le sfide che si devono affrontare per rendere la propria abitazione confortevole e ottimizzarla a livello energetico. Una di queste riguarda un elemento spesso sottovalutato: il calcolo della trasmittanza termica. Può sembrare un fattore molto complesso, in realtà dietro questa definizione si nasconde un concetto molto semplice: bisogna sfruttare al meglio l’energia, a partire dal calore. Ecco allora cos’è la trasmittanza termica e come si calcola, per migliorare l'efficienza energetica della propria casa.
Che cos'è la trasmittanza termica?
La trasmittanza termica è un indice che stabilisce quanto calore passa attraverso un elemento della casa - una parete, una finestra o un tetto – in presenza di una differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno. In sostanza aiuta a capire quanto calore trattiene una casa e quanto invece ne lascia uscire, due fattori essenziali per valutare l’efficienza energetica di un’abitazione.
Qual è l’obiettivo che si deve raggiungere? Un valore di trasmittanza basso. Ciò significa che la si migliora l'isolamento termico, l’energia non si spreca. Come avviene la trasmittanza termica? Essenzialmente in tre modi:
- per conduzione, ovvero il calore si trasmette da una parte all’altra di un materiale.
- Tramite convezione, se l’aria calda o fredda, muovendosi, trasportano calore.
- Per irraggiamento, con il passaggio di calore che emana da un corpo verso una superficie.

Come si calcola la trasmittanza termica?
Come detto, la trasmittanza termica indica quanto calore riesce a passare attraverso una parete, un tetto o un pavimento. Per calcolare quanta resistenza oppone una struttura al passaggio del calore, si sommano le "resistenze" di tutti i suoi strati: mattoni, intonaco, isolante… fino alle superfici interna ed esterna.
Ogni strato ha dunque la sua resistenza termica che si calcola dividendo lo spessore del materiale per la sua conducibilità (cioè, la sua capacità di lasciar passare il calore).
- La formula finale per la trasmittanza è U = 1 / RT, dove RT è la somma di tutte le resistenze.
Oggi per effettuare il calcolo della trasmittanza si usano software specifici, in grado di analizzare le strutture e i materiali sovrapposti.
Il valore ottenuto si esprime in W/m²K (Watt per metro quadrato per Kelvin). Esso indica quanti Watt di calore passano attraverso un metro quadrato di superficie per ogni grado di differenza tra interno ed esterno. Più è basso questo numero, meglio è: vuol dire che il calore resta dove deve stare, senza disperdersi.
Che trasmittanza devono avere gli infissi?
Per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e contenere i costi del riscaldamento, è fondamentale ridurre le dispersioni di calore attraverso gli infissi.
Un buon isolamento delle finestre aiuta a mantenere costante la temperatura interna, evitando sprechi. Secondo le normative in vigore dal gennaio 2021, il valore di trasmittanza termica (Uw) per le finestre non deve superare 0,9 W/m²K. A volte, può esser necessario un cambio degli infissi per migliorare l'efficienza energetica.
L'importanza della trasmittanza termica in casa
Ottimizzare la trasmittanza termica non significa solo risparmiare sulle bollette ma anche aumentare il valore dell'immobile, migliorare il comfort abitativo e ridurre l'impatto ambientale. Un investimento intelligente per il presente e il futuro.
Questo parametro, indicando la misura dell’energia che “scappa” o resta in casa, spiega se e quanto gli impianti di riscaldamento e condizionamento debbano lavorare di più. Questo si traduce in una bolletta energetica più o meno alta. Ecco perché il calcolo della trasmittanza è essenziale già in fase progettuale.
Conoscere in anticipo il comportamento termico di ogni elemento dell’involucro edilizio permette di scegliere i materiali giusti, evitare problemi come condensa o muffa, e garantire un isolamento davvero efficace.
Non solo muri e tetti, anche finestre, porte e infissi hanno un valore di trasmittanza ben preciso, che deve essere riportato dal produttore. È un dato fondamentale da considerare prima dell’acquisto, perché influisce direttamente sul rendimento energetico dell’intera abitazione.

Come migliorare la trasmittanza termica
Per migliorare concretamente la trasmittanza termica della propria abitazione, il primo passo è identificare i punti critici attraverso un'indagine termografica con termocamera, che permette di visualizzare le differenze di temperatura sulle superfici ed evidenziare le aree con maggiore dispersione termica. La regola generale è intervenire quando i serramenti esistenti superano significativamente i valori limite normativi o quando si manifestano problemi di condensa e muffa.
Per massimizzare l'efficienza, è importante considerare non solo il serramento ma l'intero sistema: cassonetti coibentati, avvolgibili isolanti e controtelai termici contribuiscono a ridurre notevolmente le dispersioni del foro finestra. Altri interventi efficaci includono l'isolamento a cappotto delle pareti esterne, la coibentazione del sottotetto e la sigillatura di spifferi e fessure, sempre valutando il rapporto costo-beneficio in relazione alla zona climatica di appartenenza.
Che legge regola la trasmittanza termica?
Esistono riferimenti normativi che stabiliscono quali siano i valori limite da rispettare. Il Decreto Legislativo 192 del 2005 non solo introduce l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (espresso in kWh/m²anno), ma anche valori massimi di trasmittanza per le diverse componenti dell’involucro edilizio: pareti, coperture, pavimenti, vetri e infissi.
Questi limiti cambiano a seconda della zona climatica in cui si trova l’edificio, da A (le più calde) a F (le più fredde), e sono più rigidi per le nuove costruzioni rispetto alle ristrutturazioni. La normativa si è poi evoluta nel tempo, aggiornandosi alle esigenze energetiche più moderne con provvedimenti come il Decreto Requisiti Minimi (DM 26 giugno 2015) e il Decreto Requisiti Energetici del 6 agosto 2020, entrambi fondamentali anche per l’accesso all’Ecobonus.
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