Quando hanno inventato le prime luci di Natale? La loro comparsa meravigliò tutti

Le luci di Natale sono immancabili in ogni casa durante il periodo festivo. Ma, com’è facile immaginare, si tratta di un’invenzione relativamente recente. Le prime luci di Natale segnano il passaggio dalle candele all’albero di Natale illuminato elettricamente. Tra fine Ottocento e primi Novecento iniziò una “rivoluzione luminosa”: dal primo albero cablato del 1882 ai grandi allestimenti urbani, fino alla diffusione di massa nel dopoguerra. Ecco, quindi, quando nascono le prime luci di Natale.

Quando sono state inventate le luci di Natale?

Le luci di Natale come si conoscono oggi nascono con la diffusione della corrente elettrica: il primo albero illuminato con lampadine incandescenti fu acceso a New York nel 1882. L’idea era semplice ma rivoluzionaria: sostituire le instabili e pericolose candele con piccole lampade collegate a un circuito elettrico. 

A promuoverla furono pionieri legati al gruppo di Thomas Edison. Questi ultimi, infatti, erano convinti che l’illuminazione festiva potesse diventare anche una vetrina del progresso tecnologico.

Freepik

L’inaugurazione del primo albero di Natale “elettrico” 

Il 22 dicembre 1882 Edward H. Johnson, stretto collaboratore di Edison, presentò nel suo salotto un abete addobbato con circa 80 lampadine incandescenti cablate a mano e alimentate da un generatore. I giornali dell’epoca raccontarono l’evento come una curiosità spettacolare. 

Tuttavia, la commercializzazione richiese ancora alcuni anni. All’epoca l’elettricità domestica era rara e i costi elevati. Solo a partire dagli anni ’20 questa tecnologia iniziò a essere distribuita, mentre è dal dopoguerra che diventò un’invenzione “di massa” e ogni casa fu addobbata con le luci di Natale.

Di che colore erano le prime luci di Natale?

Le prime luci di Natale furono multicolori fin dall’inizio: nel 1882 Johnson scelse rosso, bianco e blu per rendere ancora più interessante la sua invenzione. I bulbi, piccoli e soffiati a mano, venivano colorati con lacche e vernici, producendo una luce calda e leggermente opalina. 

Nei primi decenni del Novecento si diffusero anche lampadine trasparenti (bianco caldo) e tonalità pastello, spesso con vetro smerigliato. Inoltre, all’inizio i bulbi avevano forme “a pera” o a goccia, attacchi piccoli e finiture dipinte. 

Pexels

Quando sono nate le luminarie

Se in ambienti interni era decisamente più facile accendere le luci natalizie, diverso il discorso era per lo spazio pubblico. Le luminarie cominciano a comparire nella prima metà del Novecento, insieme all’elettrificazione delle città e all’uso promozionale delle vetrine durante le festività.

Già negli anni ’20 e ’30 alcune città statunitensi ed europee sperimentavano archi luminosi, insegne e catene di lampadine sui viali commerciali, spesso sponsorizzati dai negozianti. Nel 1933 nasce la tradizione dell’albero del Rockefeller Center a New York, che diventerà una delle icone mondiali. 

Ancora una volta, però, bisognerà aspettare la fine della guerra per una diffusione capillare. Con la ripresa economica, le luminarie urbane si moltiplicano: Londra rilancia Regent Street negli anni ’50 e molte capitali europee seguono con installazioni sempre più scenografiche.

Pexels

L'usanza dell'albero di Natale: quando inzia?

Ben più antica, invece, è la storia dell’albero di Natale. Nasce, infatti, nell’Europa di area germanica tra XVI e XVII secolo. Le prime attestazioni provengono dall’Alsazia e da città tedesche, dove abeti o piccoli alberi venivano portati in casa e decorati con mele, noci, nastri e, più tardi, candele. 

Nell’Ottocento l’albero lascia l’ambito locale per diffondersi in Europa: nel Regno Unito diventa costume popolare grazie alla famiglia reale di Vittoria e Alberto, mentre negli Stati Uniti si consolida tra le comunità di origine tedesca e poi nei grandi centri urbani. In Italia l’albero convive a lungo con la tradizione del presepe: la diffusione inizia già nel Nord già tra fine Ottocento e primo Novecento, diventando capillare nel secondo dopoguerra.

Freepik