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Niente più di una misura precauzionale aggiuntiva alla quale si potrebbe non fare mai ricorso, ma se l'effetto del suo solo annuncio è bastato a cambiare segno ai titoli bancari, tra la chiusura di giovedì e l'avvio dell'ultima seduta settimanale a Piazza Affari, vuol dire che ha colto nel segno.

L'inversione è giunta dopo che la commissione europea ha dato pieno sostegno allo schema di garanzie statali proposto dall'Italia, che metterebbe in grado il governo di intervenire per tamponare eventuali crisi di liquidità degli istituti di credito. Purché si tratti solo di questo e le banche coinvolte siano, in realtà, solvibili.

Non è una garanzia, dunque, che possa essere sfruttata da banche con problemi di capitalizzazione, né è previsto l'ingresso dello Stato come azionista. Lo schema è volto a evitare che, in caso di forti tensioni sui mercati come quelle che si sono immediatamente scatenate in seguito al referendum sulla Brexit, le banche non riescano a far fronte alle richieste dei depositanti o alle scadenze.

Fonti del Tesoro hanno spiegato che proprio “davanti alle turbolenze dei mercati finanziari dei giorni scorsi, il governo ha ritenuto opportuno ipotizzare cautelativamente tutti gli scenari, anche i più improbabili,  per essere pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori”.

Gli istituti, dunque, potranno quindi emettere nuovo debito senior (non convertibile in azioni come i Monti Bond) che sarà garantito dallo Stato, per un ammontare massimo di 150 miliardi. A differenza di quanto avviene con le aste della Bce, che pure finanzia a tasso zero o sotto zero, non comporta la fornitura di titoli come collaterale.

Lo schema  richiesto dall’Italia, già usato in diversi Paesi, è autorizzato fino al 31 dicembre 2016. “Adesso abbiamo un ombrello, se piove abbiamo modo di proteggerci. Ovviamente speriamo di non doverlo usare” ha detto il sottosegretario all'economia con delega alle banche Pier Paolo Baretta. Intervistato dalla Stampa, ha aggiunto anche che sul fronte delle sofferenze bancarie “si ragiona sul potenziamento del fondo Atlante”, con un Atlante 2 che potrebbe essere dedicato esclusivamente alla gestione delle sofferenze e non anche dei salvataggi come Atlante 1, prosciugato da quelli di Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

Più prudenti sono proprio gli eventuali beneficiari. Per il presidente dell'Abi Antonio Patuelli, lo schema va nella direzione giusta, ma “aspettiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Finché non ci sarà un testo scritto non possiamo dare una valutazione tecnico-giuridica. Ci sono dei calcoli complicati, si tratta di meccanismi di grande complessità” ha affermato, intervistato da Repubblica. 

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