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Theresa britannica
La leader britannica ha presentato la sua "ultima offerta" GTRES

Theresa britannica
La leader britannica ha presentato la sua "ultima offerta" GTRES
Il continuo ristagno sui lavori per l’approvazione della Brexit sta convincendo Theresa May a valutare la possibilità di un secondo referendum nel Regno Unito, ecco gli scenari.

La premier britannica, che finora aveva sempre respinto con decisione l’eventualità di un secondo referendum, durante un discorso tenuto ieri al centro Price Waterhouse Cooper, a pochi metri da Westminster, ha sorpreso tutti parlando apertamente del referendum come di “ultima offerta”, senza la quale la Brexit sarebbe definitivamente in pericolo.

In sostanza, May propone ai parlamentari di votare sull'opzione di un secondo referendum, addirittura prima del suo nuovo accordo sulla Brexit. Nel caso in cui la Camera dei Comuni approvasse un nuovo referendum, i deputati scrutinerebbero il suo piano, ancora una volta rivisto e al quarto tentativo in aula.

Ma oltre all'opzione del secondo referendum, la premier britannica ha previsto anche un'altra apertura alle opposizioni. Per la prima volta potrebbe paventarsi l’ipotesi di una sorta di unione doganale temporanea fino a quando non verrà risolta la spinosa vicenda del confine irlandese post Brexit.

La strada, però, sembra ancora in salita. Il leader laburista Jeremy Corbyn, che aveva negoziato su un improbabile accordo bipartisan sulla Brexit, ha subito tuonato: "Non se ne parla, questo accordo riciclato non soddisfa le nostre richieste, tra cui l'unione doganale permanente con l'Ue, la protezione dei lavoratori e la sicurezza delle merci in arrivo post Brexit".

Corbyn, tra l’altro, neanche cita l'opzione di un secondo referendum, perché sa che è potenzialmente esplosiva all'interno del suo partito già spaccato sulla vicenda, visto che parecchi conservatori, persino i ribelli che negli ultimi tempi si erano riavvicinati alla leader di partito e premier May, hanno già annunciato che non voteranno mai un piano simile che includa due "spauracchi" come l'unione doganale e il secondo referendum sulla Brexit.

Il paradosso, però, è che questo estremo tentativo di May potrebbe addirittura accelerare la sua uscita di scena. Il suo piano, a meno di colpi di scena che non sono comunque da escludere, sembra già fallito, perché scontenta tutti i partiti.

Per questo le annunciate dimissioni della premier potrebbero subire un'accelerata nei prossimi giorni, anche perché ieri May ha ribadito che questa sarebbe l'ultima chance per far passare un suo accordo.

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