I dati di Nielsen mostrano una impennata del commercio online con le restrizioni per il coronavirus
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Io resto a casa: e l’e-commerce vola
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Le misure sempre più stringenti per fermare il contagio da coronavirus si riflettono sulle abitudini di consumo degli italiani, che si spostano sempre più verso l’e-commerce.

La necessità di restare a casa costringe gli italiani a interfacciarsi sempre più con lo schermo di un pc o di un mobile device, per lavoro, per svago, semplicemente  per passare il tempo. Aggiungiamo la non opportunità di fare acquisti non strettamente necessari presso negozi fisici, accostiamo il fatto che i corrieri merci hanno piena libertà di circolazione: quello che si ottiene è il clima perfetto per un boom nell’e-commerce.

Gli analisti di Nielsen hanno individuato la tendenza già nella prima settimana in cui l’allarme è diventato importante, vale a dire tra lunedì 24 febbraio e domenica 1° marzo. In questa settimana il panico da virus ha fatto riversare folle di acquirenti nei punti vendita della grande distribuzione, determinando un +12,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare su base tendenziale è stato il Sud Italia a mostrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +15,8%. A seguire il Centro e il Nord Est, con un +12,8% entrambi, e il Nord Ovest con un +9,9 per cento.

Ma il dato sorprendente è appunto quello sull’e-commerce: il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 24 febbraio a domenica 1 marzo è stato del +81%, in accelerazione di circa 30 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, nonostante il timore di aumenti nei prezzi di alcuni beni in relazione al diffondersi del contagio.

A soffrire invece i format Cash & Carry, dedicati tra gli altri agli operatori HoReCa, che da questa situazione escono naturalmente danneggiati. Per questo genere di commercio il trend della settimana in questione è stato negativo con un -9,22 per cento.

Nel dettaglio, quali beni sono stati più venduti all’esplodere dell’emergenza coronavirus? In particolare alcune categorie di prodotti, la cui maggior domanda è riconducibile a due “effetti”:

  1. effetto “stock”, con aumento a doppia cifra di alcune categorie dalla Drogheria Alimentare a lunga conservazione, quali riso (+61,0%), pasta (+56,7%), conserve animali (+49,2%) e conserve rosse (+48,7%). In termini di valore, è la pasta a generare il fatturato maggiore. In aggiunta, nel comparto degli Ingredienti Base (+48,2%) spicca la farina (+82%, 6 mila tonnellate in più rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso) e nel comparto Surgelati (+24,1%) spiccano i panati pesce (+33,7%) e i vegetali (+22,1%). Anche l’acqua in bottiglia
    registra una forte crescita, +19,3%.
  2. effetto “prevenzione e salute”, con un aumento delle vendite delle categorie del Cura Casa (+24,9%), trainata in particolare dal segmento Commodities (alcol denaturato: +347,0%, candeggina +87,8%); ma anche del Cura Persona (+19,6%), in particolare il parafarmaceutico (+148%), la carta igienica (+22,7%, preponderante però in termini di fatturato), le salviettine umidificate (+260,3%), i fazzolettini di carta (+31,7%). Da segnalare anche la crescita di sapone per le mani, liquido e solido, con un trend del +83,5% e i saponi intimi con un +35,1%.
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