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L’inflazione si fa sentire anche sui costi dei conti corrente, rendendo sempre meno conveniente tenere i risparmi fermi sotto forma di liquidità. Secondo Banca d’Italia i costi dei conti corrente sono lievitati; d’altro canto, l’aumento dei tassi di interesse rende più conveniente di un anno fa spostare la liquidità su un conto deposito.

Banca d’Italia, i costi dei conti corrente

Considerando una rilevazione condotta su 13 mila conti correnti bancari e 1000 conti correnti postali, Banca d’Italia ha rilevato che, nel 2021 la spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta di 3,8 euro, raggiungendo l’importo di 94,7 euro. Si tratta di una variazione precedente all’impennata inflazionistica di quest’anno, ma già indicativa di cosa ci può aspettare nel 2022.

La variazione della spesa, secondo Via Nazionale, è legata alla crescita sia delle spese fisse sia di quelle variabili, che hanno contribuito rispettivamente per il 73,4 e per il 26,6 per cento all’aumento complessivo. Tra le spese fisse l’apporto più significativo è attribuibile a quelle per l’emissione e per la gestione delle carte di pagamento; le spese variabili sono cresciute principalmente per effetto della maggiore operatività della clientela, che si era invece contratta nel 2020, particolarmente per le operazioni presso gli sportelli.

Costo del conto corrente, il commento di Codacons

“Dal girone infernale dei rincari non potevano certo mancare i servizi bancari – commenta il presidente Carlo Rienzi. – In particolare la gestione di carte di credito e bancomat, dalle commissioni sui prelievi ai canoni mensili, passando per spese di ricarica delle prepagate, blocco o sostituzione carta, invio dell’estratto conto cartaceo, commissioni di cambio valuta applicate nei casi di pagamenti effettuati all’estero, ecc., risulta sempre più onerosa per i consumatori”.

Tassi di interesse sui conti deposito

D’altro canto, aumentano i tassi di interesse medi sulla raccolta bancaria da clientela. Secondo il Monthly Outlook di Abi, ad ottobre 2022, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,52%, (0,49% nel mese precedente) ad effetto:

  • del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,37% (0,34% nel mese precedente);
  • del tasso sui PCT, che si colloca all’1,39% (1,28% il mese precedente);
  • del rendimento delle obbligazioni in essere, 1,96% (1,91% nel mese precedente).

Conti deposito più convenienti

Secondo una ricerca di Facile.it, alla luce del fatto che i conti correnti siano diventati più onerosi, negli scorsi 12 mesi le ricerche online legate ai conti deposito sono cresciute sensibilmente, registrando, ad ottobre 2022, per quelli vincolati un +141% rispetto allo stesso mese del 2021.

Il rinnovato interesse è facilmente spiegabile se si guarda ai tassi di rendimento. Nel caso dei conti deposito vincolati, i tassi con scadenza del vincolo a 60 mesi hanno segnato, lo scorso mese, un aumento fino al 129% rispetto ad appena un anno fa, passando da una redditività dell’1,75% al 4%.

Ancora maggiore l’aumento dei tassi legati ai vincolati a 36 mesi (+137% con rendimento passato dall’1,25% al 2,96%); appena sotto al 100%, infine, la crescita per quelli con scadenza a 12 mesi (+ 91,5%).

Per quanto riguarda i conti deposito non vincolati, invece, a fronte della maggior libertà di accesso ai propri risparmi, i tassi di interesse offerti sono inferiori, anche se hanno comunque registrato un incremento negli ultimi 12 mesi; ad ottobre 2021 il tasso di rendimento per questi prodotti era pari allo 0,91%, mentre lo scorso mese ha raggiunto l’1,25%, con un aumento del 36%. Cresciuto anche l’interesse dei consumatori tanto che, secondo Facile.it, le ricerche online sono aumentate del 6,4% nel corso dell’ultimo anno.

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