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Il trasporto via taxi resta un settore impermeabile alla concorrenza: lo scorso luglio infatti è stato stralciato dal Ddl concorrenza l’articolo che avrebbe introdotto una riforma della categoria dei tassisti e del noleggio con conducente, per tutelare la categoria dall’ingresso degli operatori privati sul mercato. Una decisione che all’epoca ha provocato un sospiro di sollievo da parte dei sindacati, ma che certo non ha spento la polemica sui guadagni e sui “privilegi” della categoria. Un tassista di Bologna, Roberto Mantovani, ad esempio, si è attirato il malanimo dei colleghi a causa dei suoi post sui social.

Quanto guadagnano i tassisti in Italia

Nel tentativo di far luce sulla professione del tassista, Mantovani aveva pubblicato i propri guadagni giornalieri, rivelando come questi superassero spesso i 500 euro al netto del costo del carburante. Nei suoi post online, inoltre, Mantovani punta il dito contro i colleghi che resistono ai pagamenti elettronici.

Post, questi, che hanno attirato le ire dei colleghi, con insulti e minacce sia online che offline. Mantovani ad esempio si è ritrovato l’auto di servizio con tre gomme a terra, apparentemente squarciate. Ovviamente partirà la denuncia alla polizia; nel video postato su Twitter il tassista si dice speranzoso che le telecamere di sorveglianza possano aiutare a individuare i responsabili, ma il sospetto è che l’opera sia di alcuni hater che non hanno apprezzato le esternazioni social del tassista bolognese. Queste rischiano infatti di mettere in dubbio ciò che costituisce il punto di forza della lotta dei tassisti contro le liberalizzazioni, ovvero gli scarsi guadagni.

Liberalizzazione dei tassisti

Tra gli elementi della lotta sindacale dei tassisti c’è anche il rilascio dei permessi e la relativa possibile liberalizzazione. L'Italia ha rilasciato poco più di 23.000 permessi per i tassisti nel 2019, secondo gli ultimi dati dell'Autorità di regolazione dei trasporti. I ripetuti tentativi dei governi di aumentare il numero di permessi sono stati accolti con proteste da parte delle associazioni di tassisti che hanno bloccato i centri cittadini, a volte in modo violento. Dopo un'ampia attività di lobbying da parte dei tassisti, le app di ridesharing come Uber possono iscrivere solo autisti privati ​​con licenza, mentre gli individui sono esclusi.

L'ultima protesta di questo tipo è avvenuta la scorsa estate a Roma, contro i piani dell'allora primo ministro Mario Draghi per liberalizzare il settore. Il suo successore, Giorgia Meloni, e i partiti che la sostengono si sono schierati dalla parte dei tassisti durante le proteste e la riforma è stata sospesa.

Concorrenza sui taxi e concessioni balneari, una strada ancora lunga

Il caso Mantovani è emblematico di quanto sia difficile far passare una riforma della concorrenza dei taxi in Italia, tra interessi contrastanti di diverse lobby e corporazioni.

Un altro settore in cui la maggiore concorrenza richiesta dalle leggi europee è contrastata dalle associazioni di settore e dal governo, è quello della gestione delle concessioni balneari. La corte suprema dell'Unione Europea ad aprile ha ordinato al governo Meloni di aprire alla concorrenza la gestione di migliaia di spiagge, dopo che licenze per un valore di miliardi di euro di entrate sono state distribuite per anni senza procedure di gara eque. Dal 1 gennaio 2024 le concessioni balneari non saranno quindi rinnovate automaticamente ma torneranno in mano al demanio per essere riassegnate secondo criteri differenti.

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