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La ventilazione IVA dei corrispettivi è una metodologia attraverso la quale viene portata a termine la registrazione degli incassi giornalieri secondo quanto previsto dalla normativa di legge. È una prassi che prevede la registrazione dell'intera parte degli incassi giornalieri, a prescindere dalla distinzione dell'aliquota IVA applicata, in quanto è prevista una ripartizione successiva in proporzione agli acquisti annuali. Il regime della ventilazione IVA è particolarmente vantaggioso per specifiche categorie, tra cui i rivenditori al minuto. È opportuno tenere presente che questo procedimento è disciplinato dall’art. 24 del DPR n. 633/72 e dal D.M. 24.2.73

Che cos’è il metodo della ventilazione dei corrispettivi?

La ventilazione dei corrispettivi è un metodo collegato alla registrazione dei corrispettivi di vendita dei commercianti al minuto. Questo procedimento è stato realizzato per rendere più facile ai contribuenti tenuti alla registrazione dei corrispettivi giornalieri di vendita, dato che consente di essere dispensati dalla suddivisione delle vendite giornaliere secondo le distinte aliquote IVA dei diversi prodotti. Nella praticità, l’importo complessivo della giornata, comprensivo di IVA, è appuntato sul registro dei corrispettivi (ex art. 24 del DPR n. 633/72) o sui registratori telematici sprovvisti di ripartizione per aliquota.

Quali sono i soggetti che possono usufruire della ventilazione IVA?

La legge italiana prevede che i soggetti che possono usufruire della ventilazione IVA dei corrispettivi siano i commercianti al minuto. Difatti, coloro che possono ricorrere a tale metodologia, sono gli esercenti al minuto autorizzati alla vendita di merci incluse in una delle seguenti categorie:

  • Articoli di vestiario e tessili
  • Calzature
  • Prodotti per l’igiene personale
  • Prodotti farmaceutici
  • Prodotti alimentari
  • Prodotti dietetici

Chi non può ricorrere alla ventilazione IVA dei corrispettivi?

La ventilazione IVA dei corrispettivi non può essere applicata a tutti i commercianti ed esistono alcune esclusioni. Invero non si applica alle prestazioni di servizi e, nell’eventualità si voglia mantenere questa tipologia di registrazione per le cessioni di beni, i corrispettivi delle prestazioni potranno essere attestati tramite fattura. Inoltre, il metodo non può essere applicato a partire dall’anno successivo, nel caso in cui:

  • Nell’anno precedente siano stati effettuati acquisti di altri prodotti per un ammontare superiore al 50% degli acquisti e delle importazioni;
  • Nell’anno precedente siano state effettuate cessioni con emissione della fattura per un ammontare superiore al 20% del volume d’affari (senza calcolare le fatture emesse per cessioni di immobili e altri beni strumentali).

I vantaggi della ventilazione IVA dei corrispettivi

Uno dei principali vantaggi della ventilazione IVA dei corrispettivi è la sua semplicità. Infatti, utilizzando questo metodo, i commercianti non hanno l’obbligo di fare differenza tra le diverse aliquote IVA al momento della registrazione delle vendite, rendendo il tutto più semplice e veloce. Inoltre, la ventilazione IVA dei corrispettivi non comporta un beneficio fiscale, in quanto l’ammontare dell’imposta da pagare alla fine dell’anno sarà la medesima che si sarebbe corrisposta registrando i corrispettivi con aliquote IVA separate.

Come si effettua la ventilazione dei corrispettivi: le disposizioni di legge

Il decreto prevede che, i soggetti che si avvalgono della facoltà della ventilazione dei corrispettivi, debbano attenersi alle seguenti disposizioni:

  1. gli acquisti e le importazioni dei beni destinati alla rivendita, distinti per aliquote e separatamente dagli acquisti o dalle importazioni degli altri beni, vanno annotati nel registro degli acquisti (art. 25 D.P.R. 633/1972);
  2. alla fine di ciascun mese o trimestre, deve essere determinato, distinto per aliquota, l’ammontare globale, al lordo dell’Iva, degli acquisti e delle importazioni dei beni destinati alla rivendita registrati nello stesso periodo e procedere al cumulo di tale ammontare con quello relativo ai beni destinati alla rivendita acquistati o importati nei mesi o trimestri precedenti;
  3. ciò fatto occorre stabilire, sulla base del cumulo ottenuto, il rapporto di composizione di ciascun gruppo di beni soggetti, nell’ambito del cumulo, ad aliquote diverse;
  4. l’ammontare globale dei corrispettivi registrati nel mese o nel trimestre, al lordo dell’imposta, va dunque ripartito mediante l’applicazione dei rapporti di composizione degli acquisti o delle importazioni precedentemente determinati;
  5. dai corrispettivi così distinti va scorporata l’Iva in essi contenuta (es.: corrispettivi al 22%, si divide per 1,22 e si moltiplica il risultato per 0,22);
  6. determinare, previa detrazione dell’Iva relativa a tutti i beni e servizi acquistati ed importati, l’Iva da versare per ciascun mese o trimestre;
  7. nella dichiarazione annuale andrà quindi indicato l’ammontare complessivo dei corrispettivi registrati nell’anno, ripartito per aliquote secondo il rapporto di composizione di tutti gli acquisti e le importazioni di beni destinati alla rivendita registrati nell’anno, determinando la relativa imposta mediante l’applicazione di tale rapporto all’ammontare complessivo dei corrispettivi.

Come si calcola la ventilazione IVA dei corrispettivi: procedimento operativo

Per effettuare il calcolo per la ventilazione IVA dei corrispettivi, è necessario seguire un procedimento operativo specifico. Questa procedura include i seguenti passaggi:

  1. Sommatoria degli acquisti: è necessario sommare l’importo degli acquisti dei beni destinati alla rivendita, scissi per aliquota, effettuati nel periodo stesso, insieme all’importo dei beni dei periodi precedenti.
  2. Indicazione del rapporto di composizione percentuale: successivamente, bisogna stabilire il rapporto di composizione percentuale per ciascun gruppo di acquisti soggetti alle diverse aliquote.
  3. Attuazioni delle percentuali di composizione: le percentuali di composizione degli acquisti devono poi essere applicate al totale dei corrispettivi registrati, così stabilendo la ventilazione dei corrispettivi.
  4. Scorporo dell’IVA: infine, bisogna scindere l’IVA contenuta negli importi ottenuti, tramite l’applicazione delle apposite percentuali.
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Esempio di ventilazione dei corrispettivi: caso pratico

Supponiamo che un commerciante compri durante l’anno 3 beni, ciascuno al costo di 100,00 + IVA. Come visibile nella tabella sottostante i 3 beni hanno ognuno l’aliquota del 4%, del 10% e del 22%:

ACQUISTI

AliquotaImponibileIVA
4%100€4€
10%100€10€
22%100€22€

Ipotizzando che i beni siano venduti ognuno al prezzo di € 150,00 più IVA, i corrispettivi totali, l’imponibile e l’IVA a debito sono riassunti come segue:

VENDITE ANALITICHE

AliquotaImponibileIVA dovutaImporto totaleImponibileIVA
4%150€6€156€150€6€
10%150€15€165€150€15€
22%150€33€183€150€33€

Come si evince, i corrispettivi totali conseguiti sono pari a € 504,00 e l’IVA dovuta, calcolata con il metodo analitico, è pari a € 54,00.

A questo punto, prendendo sempre il caso in esempio sopracitato, analizziamo quale IVA a debito si determinerebbe utilizzando il metodo della ventilazione. Come si potrà notare dalla tabella sottostante, l’IVA a debito determinata con il metodo della ventilazione coincide con quella determinata con il metodo analitico.

ACQUISTI

AliquotaImponibileIVACorrispettivi acquisto% ripartizione
4%100€4€104€30,95%
10%100€10€110€32,74%
22%100€22€122€36,31%

VENDITE

Aliquota% RipartizioneImponibileIVA dovuta
4%30,95%150€6€
10%32,74%150€15€
22%36,31%150€33€

Ventilazione IVA e scontrino elettronico: il codice da inserire

L’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’Interpello n. 420/2019, ha chiarito un dubbio emerso con l’introduzione dello scontrino elettronico in Italia legato alla ventilazione IVA dei corrispettivi telematici. Difatti, il layout del documento commerciale prevede l’esposizione dell’aliquota IVA applicata. Come si può quindi sostituire questo dato per chi ricorre al metodo della ventilazione IVA dei corrispettivi? L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, per la ventilazione IVA, è previsto un codice specifico da inserire nel documento: la dicitura da immettere è “AL – Altro non IVA”.

Cos’è la ventilazione IVA per le farmacie?

Le farmacie applicano la ventilazione dei corrispettivi emettendo lo scontrino fiscale senza dicitura né dell'IVA, né della relativa aliquota. Questo è possibile in quanto, come affermato prima, il Legislatore ha concesso ad alcune categorie di commercianti al minuto, tra cui le farmacie, l’autorizzazione di annotare i corrispettivi giornalieri senza distinzione di aliquote ed eseguire la liquidazione dell’imposta dovuta con il metodo della ventilazione dei corrispettivi.

Ventilazione IVA per i supermercati

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Il sistema della ventilazione dei corrispettivi può essere utilizzato anche dai supermercati? La risposta è sì. Infatti, anche per i grandi magazzini, aziende che vendendo una vasta gamma di beni e i supermercati usando tutte le aliquote d'imposta, non è sempre agevole distinguere le vendite relative ad un'aliquota da quelle relative ad un'altra.

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