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Tasi, da Milano a Roma le decisioni dei comuni sulle aliquote

Mentre il senato è impegnato nell'esame del decreto "salva Roma", sul fronte tasi- il nuovo contributo sui servizi indivisibili- le diverse città stanno prendendo le loro decisioni in merito alle aliquote. E, da Milano a Roma, quella che va prospettandosi è una sfilza di rincari. Vediamo qual è la situazione

Al momento, il solo fatto certo sembra essere questo: se con il superamento dell'imu si puntava ad abbassare la pressione fiscale, l'obiettivo non è stato centrato. A conti fatti, sull'abitazione principale la tasi raggiunge lo stesso peso dell'imu, superandolo in taluni casi. Le altre abitazioni, invece, o pagano l'imu uguale al 2013 o la somma dell'imu e della tasi

L'aliquota tasi dell'1 per mille per l'abitazione principale, sulla quale erano stati condotti i calcoli ufficiali a fine 2013, non riguarda praticamente nessuna città. E, come se non bastasse, le detrazioni in molti casi non sono sufficienti a compensare la spesa. Per non parlare del fatto che, spesso, le risorse per queste detrazioni arrivano da incrementi di aliquota su seconde case, imprese e negozi

Ricordiamo che la tasi è stata introdotta nella legge di stabilità 2014 per compensare la cancellazione dell'imu sulla prima casa. L'imposta sui servizi indivisibili parte da un'aliquota uguale per tutti, l'1 per mille. A causa dell'assenza di detrazioni, che avrebbe reso obbligatorio il pagamento anche per quei cittadini esenti dalla vecchia imposta, si è reso necessario il terzo decreto "salva Roma"

Quest'ultimo ha dato ai sindaci la possibilità  di far crescere il tributo sui servizi indivisibili dello 0,8 per mille sopra i tetti massimi (2,5 per mille sull'abitazione principale, 10,6 per mille nella somma tra imu e tasi sugli altri immobili) per finanziare le detrazioni sulle prime case

A Roma, l'aliquota aggiuntiva dovrebbe colpire seconde case, negozi e capannoni, facendo salire la spesa dal 10,6 per mille all'11,4 per mille. Per quanto riguarda le abitazioni principali, l'aliquota massima dovrebbe essere del 2,5 per mille con detrazioni variabili

A Milano, dovrebbe verificarsi lo stesso scenario: aumenti sugli altri immobili e aliquota del 2,5 per mille con detrazioni sulle prime case, sconti che riguarderanno però solo una parte dei proprietari. Sopra i 350 euro di rendita catastale, le detrazioni si applicheranno solo a chi ha un reddito fino a 21mila euro all'anno

Scorrendo l'Italia da nord a sud, i rischi aumenti sembrano elevati ad Aosta, Brescia, Cagliari, forlì, Mantova, Milano, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Savona, Vicenza

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