Il 16 dicembre 2019 scade il termine per il pagamento della seconda rata della Tasi. Per calcolare l'importo esatto da versare, però, sono necessari quattro elementi fondamentali: rendite catastali, aliquote, detrazioni e la percentuale dell'inquilino.
Ecco, nel dettaglio, cosa sono e come vanno analizzate.
Rendita catastale
Si tratta di una voce fondamentale. Per calcolare la base imponibile della Tasi, infatti, si parte proprio dalla rendita catastale che deve essere rivalutata del 5% e si moltipla il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile.
Il coefficiente pari a 160 si riferisce a:
- fabbricati di gruppo A (abitazioni), esclusa la categoria A/10 (uffici e studi privati);
- i fabbricati di categoria C/2 (magazzini e locali di deposito);
- C/6 (stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse senza fini di lucro);
- C/7 (tettoie).
Il coefficiente è pari a 140 per:
- i fabbricati di categoria B (tra i quali case di cura senza fini di lucro e uffici pubblici);
- i fabbricati di categoria C/3 (laboratori per arti e mestieri);
- C/4 (fabbricati e locali per esercizi sportivi senza fini di lucro);
- C/5 stabilimenti balneari e di acque curative senza fini di lucro.
Per i fabbricati di categoria D/5 (istituti di credito, cambio e assicurazione) e A/10, il coefficiente è 80.
Per i fabbricati di categoria D (D5 esclusi), che vanno dagli opifici alle sale cinematografiche, il coefficiente è 65. Pari a 65 è, invece, per i fabbricati di categoria C/1.
Percentuale inquilino
Per quanto riguarda il caso di immobili in affitto, l'inquilino è tenuto a pagare una percentuale che va dal 10 al 30% dell'imposta Tasi dovuta. Ecco una guida per l'inquilino.
Aliquote e detrazioni
Una volta ottenuta la base imponibile, seguendo i parametri sopra elencati, vanno applicate le aliquote decise dai Comuni. Bisogna sempre fare attenzione alla differenza tra prima e seconda casa o ai casi particolari come quello che riguarda il comodato d'uso.
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