Si continuano a registrare ritardi per l’introduzione del bonus Tari previsto dal decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio che sarebbe dovuto partire da maggio. Intanto l’Arera ha però stabilito che i Comuni potranno applicare uno sconto alle famiglie in difficoltà per la tassa sui rifiuti 2020.
Il bonus Tari, come ormai è noto da tempo, sarebbe dovuto andare ad aggiungersi ai già esistenti bonus sociali per luce, gas e acqua. Ma l’emergenza sanitaria ha fatto sì che il decreto attuativo non sia ancora stato emanato. L’intervento dell’Arera, di fatto, riconosce alle famiglie in difficoltà un primo sconto sulla tariffa per il servizio integrato dei rifiuti urbani.
Nel dettaglio, il bonus Tari era stato istituito a fine 2019 dal decreto fiscale e sarebbe dovuto partire proprio quest’anno. I requisiti sono gli stessi individuati per altri bonus sociali: famiglie in condizioni disagiate, con molti componenti o con membri malati tenuti in vita da macchinari alimentati con corrente elettrica. L’emergenza coronavirus, però, ha catalizzato l’agenda politica e allora l’Arera è dovuta intervenire per sbloccare la situazione.
Una delibera del 5 maggio scorso permette, di fatto, di anticipare l'applicazione del bonus Tari, visto che i gestori possono riconoscere per l'anno 2020 uno sconto sulla bolletta della Tari alle famiglie svantaggiate o in gravi condizioni economiche.
Lo sconto Tari verrà riconosciuto una volta sola per ogni famiglia, quantificato dall'ente competente sul territorio e in accordo con il Comune. Potrà essere applicato dal gestore nell'avviso di pagamento o in bolletta, previa verifica dei requisiti di ammissione al bonus.
La Tari, come è noto, comprende una parte fissa e una variabile. La fissa dipende da quanto è grande l’abitazione, si calcola in proporzione ai metri quadrati dell’abitazione. Mentre quella variabile, cresce secondo il numero dei membri della famiglia in riferimento alla stima di quanti rifiuti si producono in casa. È proprio su questa parte che viene applicato lo sconto Tari.
Ora, però, la palla passa ai Comuni che dovranno pubblicare i criteri e modalità di applicazione degli sconti Tari 2020 in bolletta e riconoscerli agli utenti che ne facciano richiesta. Inoltre, le amministrazioni dovranno anche valutare se lo sconto Tari possa essere cumulabile con altri sconti locali sulla tariffa. Se a livello locale esistono già delle agevolazioni potranno essere conservate o ampliate.
Per quanto riguarda le famiglie che fanno richiesta per lo sconto Tari 2020, nella domanda bisognerà inserire il codice fiscale di tutti i membri del nucleo Isee e “indicare che è l’unica volta che si gode dello sconto per l’anno in corso e allegare i documenti che dimostrino il possesso dei requisiti per accedere a uno o più bonus sociali o dichiarare se già se ne riceve uno”, come sottolinea Repubblica.
Altra condizione imprescindibile, però, per fruire dello sconto Tari 2020 è che al Comune di appartenenza risulti che la posizione del richiedente sia in regola. Ovvero, chi è in ritardo nei versamenti degli anni passati, potrebbe vedersi trattenere l’agevolazione dal gestore per compensare gli arretrati mai pagati, specificandolo in bolletta.
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