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Superbonus 110, tutte le novità del decreto Semplificazioni 2021 e i possibili benefici
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Cresce l’attenzione sul superbonus 110, in particolare dopo l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Semplificazioni 2021 (decreto legge 77 del 31 maggio 2021). Ma quali sono le novità e i possibili benefici? idealista/news ne ha parlato con il presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli.

In tema di superbonus 110, secondo quanto previsto dal decreto Semplificazioni 2021, “per favorire l’efficientamento energetico degli edifici sono semplificate le procedure per l’accesso al superbonus”. L’accesso al superbonus 110 per cento è inoltre “esteso agli interventi volti alla rimozione delle barriere architettoniche”. Ecco l’opinione del presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, secondo il quale si tratterà di un provvedimento positivo solo se sarà un grande progetto, realizzato con tempi giusti e risorse adeguate.

Superbonus 110, tutte le novità del decreto Semplificazioni 2021 e i possibili benefici
Il presidente del CNGeGL, Maurizio Savoncelli CNGeGL

Con il decreto Semplificazioni sono state introdotte procedure più snelle per accedere al superbonus 110%. Cosa ne pensa?

“Il decreto Semplificazioni ha sicuramente sbloccato l’impasse più evidente, che era quella dell’asseverazione dello stato di legittimità dei fabbricati. Questo incentivo fiscale è caduto purtroppo in un momento storico molto particolare, in piena pandemia, con gli uffici in gran parte chiusi e con lo smart working, ma devo dire che è stata fatta una scelta molto opportuna. Stabilendo con il decreto Semplificazioni che gli interventi riferiti all’incentivo fiscale possono essere ricondotti alla manutenzione straordinaria, autorizzabili con la Cila, è stato sfoltito molto l’obbligo dell’asseverazione dello stato legittimo degli immobili, che rimane solo per i casi di demolizione e ricostruzione.

L’altra cosa di buon senso è l’avere richiesto anche nei casi di Cila il riferimento al titolo che ha autorizzato il fabbricato o al provvedimento che ne ha consentito la legittimazione ovvero è attestato che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. In questo modo sono stati esclusi di fatto tutti quei fabbricati abusivi che non hanno un titolo e comunque è stata salvaguardata l’edilizia storica.

Si tratta dunque di un intervento di grande equilibrio, che salvaguarda il superbonus dagli abusi, perché se non c’è un titolo da citare con il quale è stato autorizzato l’immobile non si può accedere all’agevolazione, che però sblocca tutte quelle situazioni per le quali la presenza di alcune difformità o di alcuni abusi non consentiva di fare la dichiarazione dello stato di fatto. In ogni caso, sulle eventuali difformità o sugli eventuali abusi parziali, le amministrazioni potranno procedere. Consentendo il superbonus con la Cila, non si vanno a sanare eventuali piccole difformità o piccoli abusi, che rimangono, ma che vengono completamente svincolati da questo tipo di situazione”.

Al momento l’estensione del superbonus non riguarda gli alberghi, ma interessa case di cura, ospedali, poliambulatori, collegi, ospizi e caserme. Qual è la sua opinione? Cambierà qualcosa?

“Per quanto riguarda gli alberghi, attualmente il decreto li esclude e prevede l’estensione agli ospedali, alle case di cura, agli ospizi. Penso che sia un primo passo, perché l’obiettivo deve essere – e io sono convinto sarà – l’intero patrimonio edilizio esistente. La sicurezza e l’efficientamento energetico devono riguardare tutto il patrimonio edilizio esistente, non solo una parte, quella residenziale.

Sono convinto che questa apertura, ventilata in sede di conversione, troverà sfogo, perché in questo momento storico l’edilizia turistica ricettiva è un elemento economico importantissimo. Se dopo la pandemia vogliamo puntare nuovamente su un turismo importante quale fonte economica, che faccia Pil e che consenta anche al turismo straniero di tornare in Italia, c’è bisogno di presentare immobili che abbiano un’elevata efficienza energetica e soprattutto un’elevata sicurezza”.

Bisogna aspettarsi quindi ulteriori novità?

“Penso che in questi due mesi – dal 31 maggio, quando il decreto Semplificazioni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, alla fine di luglio, il termine entro il quale dovrà essere convertito in legge – arriveranno ulteriori novità.

L’effetto del decreto Semplificazioni ha cominciato a farsi sentire già solamente quando sono circolate le prime bozze, in cui si parlava di questo snellimento. L’interesse è schizzato ed è cresciuto il numero delle pratiche. Gli ultimi dati ufficiali del 18 maggio registrano un salto di 6/7mila pratiche in poche settimane, siamo arrivati già a 1 miliardo e 800 milioni di importi autorizzati e dichiarati, numeri che penso cresceranno con la conversione in legge. Dai primi di settembre immagino un aumento esponenziale, sia in termini di numeri che in termini di importi utilizzati. Ma l’altra misura fondamentale, indispensabile ed essenziale, è la proroga”.

Ci sono dunque aspetti del superbonus che possono essere ancora migliorati?

“Ho detto in precedenza che l’obiettivo dovrà essere l’intero patrimonio dell’edilizia esistente, perché più grandi sono i numeri, più positiva sarà l’operazione. Servono però tempi ragionevolmente idonei. Si parla della proroga al 2023, ma non sarà sufficiente. Io penso che il ragionamento più logico sia quello di rapportare questa progettualità ai tempi del Next Generation Eu e quindi a tutti i sei anni previsti.

Oggi abbiamo già 18 miliardi a disposizione, di cui ne abbiamo utilizzati 2. Penso che i 20 miliardi messi nel Pnrr possano fare salire questo stanziamento economico a circa 40 miliardi, con i quali potremo fare una bella progettualità. Con la dotazione completa – cioè quella delle risorse italiane già sul tavolo, quindi 18 miliardi, più quei 20 miliardi ipotizzati come destinazione del Recovery Plan – penso che si possano avere termini oggettivamente idonei, quindi quei sei anni del Next Generation, e risorse, perché con 40 miliardi riusciamo a fare un intervento assolutamente positivo di cui c’è molto bisogno.

Devo dire che, lo scorso anno, nell’emanare il decreto Rilancio il governo ha capito che questo poteva essere uno dei pochi interventi economici che poteva dare rilancio all’economia. Ricordiamo che la filiera dell’edilizia copre un’enorme vastità di interessi. Si tratta di una filiera importantissima. Non bisogna poi dimenticare l’obiettivo sociale. Pensiamo alla ricaduta sulle bollette delle famiglie e alla sicurezza. Bene dunque la misura iniziale, perché se non ci fosse stato il decreto Rilancio non avremmo nulla. Bene gli interventi che sono stati fatti per rifinanziare, mi riferisco alla legge di Bilancio 2021 e alla proroga ad oggi fino a tutto il 2022. Bene il decreto Semplificazioni.

Una cosa importante è anche l’aver esteso la possibilità per l’abbattimento delle barriere architettoniche, perché con l’ultimo decreto diventa trainante anche la sicurezza sismica e quindi gli interventi sulle barriere architettoniche, che compongono un po’ quel mosaico di cui parliamo da tanti anni: la qualità del costruito, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’efficientamento energetico, la sicurezza.

Alla fine, arriveremo a poter fare anche ragionamenti che portano a una rilettura in chiave sociale, perché la pandemia ha messo drammaticamente in evidenza situazioni delle quali non si era forse mai parlato. Pensiamo ad esempio alla difficoltà di vivere in un appartamentino di 60 mq in cui durante la pandemia hanno dovuto lavorare marito e moglie e fare la Dad magari due ragazzi. Il mercato immobiliare ha già messo in evidenza che oggi le persone chiedono, anziché un appartamento un po’ più grande, un appartamentino con una terrazza o con un giardino. C’è quindi tutto un ragionamento di carattere generale che si sta configurando, alla luce del quale servono tempi giusti e risorse giuste”.

Qual è, in conclusione, il suo giudizio?

“Il giudizio sul decreto Semplificazioni è assolutamente positivo, sono convinto che darà uno slancio molto importante. In Italia dobbiamo puntare a un grande progetto, che coinvolga il maggior numero di interventi e il maggior numero di risorse. Un progetto convergente sotto tutti i punti di vista: economico, della sicurezza, dell’efficientamento energetico, dell’abbattimento delle barriere architettoniche.

Serve anche una grandissima sinergia tra gli operatori. Noi, come Rete delle professioni tecniche, abbiamo fatto un grande lavoro con i Ministeri per dare un quadro complessivo e in progress di quelle che sono le necessità. C’è da lavorare ancora, ma con un quadro pandemico in via di miglioramento e con la conseguente piena operatività degli uffici la gestione degli interventi migliorerà. Serve buon senso. Ma soprattutto occorre sottolineare che questo sarà un provvedimento positivo, che darà risultati straordinari, solamente se sarà un grande progetto che verrà realizzato con tempi giusti e risorse adeguate”. 

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