Il superbonus 110 per cento è uno strumento con altissime prospettive, ma senza una proroga (prevista dal Consiglio dei Ministri che ha dato via libera alla Nadef) si rischia di depotenziarlo. Lo sostiene Cecilia Zampa, ad di Fibre Net, azienda specializzata nel consolidamento strutturale, che a idealista/news ha sottolineato: “Mancano materiali, manodopera, attrezzature”.
Zampa ha anche evidenziato i vantaggi dei diversi bonus per la casa, che “rappresentano l’opportunità più importante di questi ultimi anni per mettere mano ad un patrimonio complesso, costruito in diverse epoche e con criticità diverse”. Secondo l’ad di Fibre Net, le misure attualmente a disposizione sono tutte “assolutamente utili”, ma devono essere razionalizzate per evitare confusione sia fra la committenza che fra i tecnici ed è fondamentale “l’estensione dei termini di scadenza temporale per poter programmare, pianificare ed investire in maniera razionale nella riqualificazione del nostro patrimonio”. Ecco nel dettaglio quanto spiegato a idealista/news dall’ad di Fibre Net.
I bonus per la messa in sicurezza e l’efficientamento degli immobili, in particolare l’introduzione del superbonus, stanno giocando un ruolo importante nel settore dell’edilizia. In un Paese come l’Italia, caratterizzato da un patrimonio immobiliare vetusto, qual è il valore di questi incentivi?
“Enorme, perché rappresentano l’opportunità più importante di questi ultimi anni per mettere mano ad un patrimonio complesso, costruito in diverse epoche e con criticità diverse. Basti pensare alla coesistenza di edifici storici costruiti secoli fa, con materiali e tecniche del tempo, e che ancora mantengono una loro solidità strutturale, con costruzioni realizzate non più di 50 anni fa, durante il boom economico in cui la fame di alloggi ha prevalso sulla qualità del costruire, e che oggi mostrano tutte le loro fragilità.
Spesso la parola ‘manutenzione programmata’ è stata solamente una bella dichiarazione di intenti. Palazzi che cadono a pezzi, facciate scrostate sono solo l’effetto superficiale di tale decadimento, che diventa ancora più evidente nel momento in cui avviene un sisma e quelle abitazioni le troviamo a terra”.
Quali sono, a suo avviso, pro e contro dei diversi bonus per la casa?
“In questo momento esiste un proliferare di misure diverse con effetti diversi: dal bonus ristrutturazione, al bonus facciate, al sisma ed ecobonus, al superbonus. Tutte misure assolutamente utili, ma che vanno razionalizzate per evitare confusione sia fra la committenza – proprietari ed utilizzatori di abitazioni singole e condomini – che fra i tecnici che oggi si devono districare in un mare di procedure e documenti, complessità che rischia di spostare il focus dall’obiettivo dell’intervento – che è quello di migliorare la qualità e l’estetica dell’edificio attraverso scelte tecniche mirate ed opportune – alla gestione burocratica del progetto.
D’altra parte, i vantaggi dati dai bonus sono indiscutibili: dal miglioramento delle prestazioni energetiche e sismiche, al miglioramento estetico, alla possibilità di migliorare la qualità della vita all’interno dell’edificio, oltre che di accrescerne il valore. Il tutto ad un costo per il proprietario che, attraverso il meccanismo del credito di imposta all’impresa realizzatrice o ad una finanziaria, può essere ridotto fino a zero (o meno). La cessione del credito, inoltre, permette anche ai cosiddetti ‘incapienti’, coloro cioè che non hanno la possibilità di recuperare il credito sulle imposte dovute, di accedere allo strumento senza esborsi o con esborsi limitati, a seconda del tipo di bonus adottato.
Ricordiamo, fra l’altro che i bonus si applicano anche agli edifici industriali, su cui è quindi possibile intervenire per migliorare le caratteristiche termiche e sismiche. Il terremoto dell’Emilia-Romagna del 2012 ha evidenziato che proprio questi edifici presentano delle criticità strutturali importanti; è bene quindi intervenire anche su questo fronte”.
In particolare, quali sono pro e contro del superbonus?
“Il superbonus rappresenta una misura eccezionale messa a punto dal governo per spingere i privati ad intervenire sul costruito di proprietà: il 110% rappresenta, con il meccanismo di cessione del credito, l’occasione per ‘rimettere a nuovo’ la propria abitazione – che sia monofamiliare o all’interno di un condominio, prima casa o no – a costo praticamente zero.
Attenzione però, perché la cessione del credito non avviene in maniera gratuita: chi acquista il credito lo fa ad un prezzo inferiore anche in maniera sensibile. Banche, ESCO e società finanziarie ‘scontano’ il credito ed è importante che imprese e privati ne siano pienamente consapevoli, sappiano cioè che perché l’operazione sia effettivamente ‘a costo zero’ devono sussistere determinate condizioni, di tipo soprattutto finanziario. Per contro, il valore economico di un edificio così migliorato è sensibilmente superiore al valore di partenza, e questo non può che essere di forte interesse per i proprietari.
Dopodiché, il fenomeno che si sta riscontrando ora e che sta in qualche modo impattando sull’andamento del superbonus 110% è che, a causa delle scadenze strette della misura (ricordiamo che ad oggi le misure 110% scadono al 31 dicembre 2022, salvo alcune eccezioni minori) e del forte interesse riscontrato soprattutto negli ultimi mesi, tecnici, imprese e produttori di materiali sono praticamente ‘ingolfati’: mancano materiali, manodopera, attrezzature. I prezzi sui mercati internazionali sono saliti in maniera vertiginosa (anche per effetto della ripartenza post-Covid) e il materiale non è disponibile per soddisfare l’enorme richiesta. Il rischio è di depotenziare uno strumento con altissime prospettive, anche per il settore complessivo delle costruzioni, notoriamente motore trainante della nostra economia”.
C’è qualcosa che si dovrebbe migliorare? Se sì, in che modo?
“E’ fondamentale, come detto, l’estensione dei termini di scadenza temporale delle misure per poter programmare, pianificare ed investire in maniera razionale nella riqualificazione del nostro patrimonio. La qualità degli interventi è strettamente dipendente dalla disponibilità di tecnici preparati, che hanno così il tempo di progettare; di imprese che hanno le competenze per realizzare i lavori nei tempi corretti; di produttori che non sono dipendenti dall’andamento dei costi nel brevissimo periodo e riescono a garantire forniture nei tempi previsti. In sintesi: ci vuole più tempo. La razionalizzazione dei diversi bonus su poche misure chiare e semplici aiuterà inoltre a capire meglio come intervenire e quali strumenti di gestione sono disponibili”.
L’introduzione dei più recenti bonus per la casa ha a suo avviso accresciuto la consapevolezza dei cittadini sulla necessità di intervenire sul proprio immobile sia dal punto di vista del risparmio energetico che della messa in sicurezza? C’è maggiore attenzione?
“Direi di sì; è un’opportunità che si sta iniziando ad esplorare, inizialmente con una certa diffidenza, poi via via con maggiore consapevolezza e fiducia. Ci vogliono però maggiore informazione e chiarezza da parte di tutti i soggetti su responsabilità, vantaggi e condizioni di intervento. Il ruolo dell’amministratore di condominio e dei tecnici progettisti, che affiancano i proprietari in questo processo di informazione e di decisione, è fondamentale. Certo, vanno abbattute paure, diffidenze. Avere il ponteggio montato fuori casa, piuttosto che gli operai sulle scale, può essere fastidioso, ma è un disagio minimo rispetto ai vantaggi. Vantaggi che si riferiscono anche ai temi della sostenibilità, del risparmio energetico, del minor consumo di risorse, tutti argomenti questi di rilevanza globale”.
Quali sono i benefici di un intervento per il risparmio energetico e per la messa in sicurezza?
“I vantaggi sono molteplici: innanzitutto la possibilità di vivere in un ambiente più salubre e sicuro. L’allestimento di un ‘cappotto’, la sostituzione delle caldaie piuttosto che dei serramenti con delle soluzioni più prestanti, porta un miglioramento immediato nella qualità della vita all’interno dell’edificio, oltre che un risparmio sulla bolletta energetica per effetto del minore consumo di energia da riscaldamento/raffrescamento.
Poi c’è il tema della messa in sicurezza dell’edificio, che è un argomento che spesso è percepito come secondario. E’ un errore perché, per un Paese ad elevata pericolosità sismica come il nostro, non affrontare il tema del miglioramento sismico è veramente nascondere la testa nella sabbia. Sappiamo che è una questione di tempo e prima o poi un terremoto avverrà nuovamente (ricordiamo che ogni 4-5 anni l’Italia vive un evento sismico di medie/grandi dimensioni) e non sappiamo dove questo accadrà. Tranne alcune aree ben definite, tutto il nostro territorio è potenzialmente a rischio.
Lo Stato ha dato un segnale importante di attenzione verso questo tema, assegnando ad ogni unità immobiliare su cui si intende effettuare un intervento di miglioramento sismico una cifra pari a 96mila euro, oltre il doppio rispetto alla cifra riconosciuta per l’isolamento termico. Ma soprattutto: oggi intervenire migliorando sismicamente un edificio è possibile in maniera efficace senza costringere gli occupanti ad uscire; ciò grazie all’ingegnerizzazione di nuovi sistemi di rinforzo supportati da ricerche, sperimentazioni, normative che permettono di operare con nuovi materiali, nuove tecnologie, nuovi metodi di intervento”.
Come è nata Fibre Net e cosa la contraddistingue?
“Quest’anno Fibre Net festeggia i suoi primi 20 anni; è una tappa importante per un’azienda nata sull’esperienza nell’ingegnerizzazione e produzione di materiali compositi (fibre di vetro e carbonio abbinate a resine) applicati in maniera innovativa nell’ambito dell’edilizia specializzata e delle infrastrutture.
E’ un’azienda fortemente tecnica specializzata nella produzione di sistemi di rinforzo strutturale, per la prevenzione e protezione sismica applicati sia a quella che consideriamo l’edilizia comune, come quella residenziale pubblica e privata, che all’ambito infrastrutturale come la rete viaria stradale, ferroviaria, portuale e aeroportuale. In tutti questi settori, la progettazione, la ricerca e sviluppo, la collaborazione con università, centri di ricerca e istituzioni hanno svolto un ruolo essenziale in un percorso che hanno portato Fibre Net ad essere il maggiore riferimento nell’ambito del rinforzo strutturale a base di fibre. L’approccio tecnico, la produzione in-house, i laboratori di prova interni la contraddistinguono sul mercato e ne fanno un partner qualificato per il progettista e l’impresa”.
Da quando Fibre Net è operativa, come è cambiato il mercato e come è cambiata l’attenzione da parte dei cittadini nei confronti degli interventi sui propri immobili?
“Nel settore dell’edilizia, ed in particolare in quello della protezione dell’edilizia esistente in cui l’azienda opera, abbiamo riscontrato un fenomeno ricorrente: ogni volta che il Paese viene colpito da un terremoto, tutta la nazione si allarma e si fa un gran discutere di prevenzione sismica, di protezione, di come fare ad evitare morti e distruzione. Il cittadino comune si allarma e per un po’ si chiede se la casa in cui vive è sicura; questa preoccupazione dura poco, però: il tempo necessario perché l’argomento non sia più in prima pagina e per scordarsi che quello che è successo potrà un giorno capitare anche a ognuno di noi. Forse questo meccanismo di autoprotezione che ci porta a pensare che “a noi non potrà capitare” si sta in qualche modo modificando.
La ricerca continua da parte di produttori, di università, di tecnici progettisti mirata alla definizione di interventi di miglioramento strutturale sugli edifici senza costringere gli occupanti ad andarsene (elemento imprescindibile per la praticabilità di ogni intervento di questo tipo), assieme agli strumenti bonus che finalmente sono più praticabili ed accessibili, porta oggi a pensare che, per quanto lentamente, un cambio di approccio e di sensibilità ci sia. Speriamo sia l’inizio di un percorso lungo e virtuoso, dove istituzioni e attori sul territorio lavorano assieme per migliorare un patrimonio architettonico che merita attenzione”.
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