
Grandi novità nel 2022 con la riforma degli scaglioni Irpef e l'introduzione dell'assegno unico familiare, che determina una revisione delle detrazioni e la rimodulazione delle buste paga degli italiani. Un'esperta del settore, la commercialista Daniela Delfrate, socio equity della tax and law firm AndPartners, ci aiuta a fare chiarezza tra i diversi aspetti della riforma fiscale.
Le linee guida della riforma fiscale
La riforma del sistema fiscale costituisce uno dei tasselli più importanti del Pnrr, cioè del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Piano che ha quale finalità prioritaria quella di dare concrete risposte alle debolezze strutturali della nostra economia nazionale e, in particolare, agli ampi squilibri territoriali, generazionali e di genere che la contraddistinguono.
La riforma fiscale – le cui linee guida sono contenute nel disegno di legge delega approvato il 5 ottobre 2021 dal Consiglio dei ministri - si articola su quattro cardini:
- lo stimolo alla crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione;
- la razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi;
- la progressività del sistema, che va preservata, seguendo i dettami della Costituzione che richiamano un principio generale di giustizia ed equità
- il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.
In tale contesto sono da inserire (i) l’intervento di rimodulazione degli scaglioni delle aliquote e delle detrazioni Irpef e (ii) l’introduzione a regime dell’assegno unico e universale (Auu).
In entrambi i casi si tratta di riforme che, oltre a trasferire alle famiglie italiane maggiori risorse a regime per complessivi 13 miliardi all’anno (7 l’Irpef e 6 l’Auu), affrontano alcuni nodi strutturali che determinavano gravi inefficienze nel nostro sistema di tax-benefit.
Le tabelle degli scaglioni Irpef 2022
Per sostenere la crescita e razionalizzare il sistema fiscale, la legge di bilancio per il triennio 2022-2024 (in particolare, l’articolo 1, commi 2 e 3, della Legge 30 dicembre 2021, n° 234) ha previsto un’importante revisione dell’Irpef a partire al 1.1.2022. L’intervento è principalmente indirizzato a rimuovere gli effetti distorsivi sull’offerta di lavoro associati all’andamento irregolare delle aliquote marginali effettive, ridurre la pressione fiscale per un’ampia platea di contribuenti e concentrare i benefici sui redditi medi, superando gli effetti distorsivi dovuti al salto dell’aliquota marginale legale dal 27% al 38%.
ALIQUOTE E SCAGLIONI IRPEF 2021 | ALIQUOTE E SCAGLIONI IRPEF 2022 |
23 per cento fino a 15.000 euro | 23 per cento fino a 15.000 euro |
27 per cento da 15.001 fino a 28.000 euro | 25 per cento fino a 28.000 euro |
38 per cento da 28.001 fino a 55.000 euro | 35 per cento da 28.000 a 50.000 euro |
41 per cento da 55.001 fino a 75.000 euro | 43 per cento da 50.000 euro in su |
43 per cento oltre 75.000 euro | - |
In particolare, la riduzione delle aliquote centrali dell’Irpef (dal 27% al38%) consente di concentrare i benefici in misura maggiore sui redditi medi, soprattutto quelli della fascia compresa tra i 28.000 e i 40.000 euro di reddito complessivo. I benefici decrescono fino a un reddito complessivo di 55.000 euro (la fascia 28.000 – 55.000 euro rappresenta circa un quarto dei contribuenti con imposta netta positiva).
L'assegno unico universale: tabelle e importi
Per sostenere i carichi familiari e incentivare la genitorialità, invece, il decreto legislativo 21 dicembre 2021, n. 230, ha previsto, da marzo 2022, un assegno unico e universale (AUU) per i nuclei familiari con figli minori di 21 anni.
Per questi nuclei il nuovo strumento è universale in quanto è indipendente dal reddito e dalla tipologia di lavoro svolto dai componenti, ed è unico in quanto sostituisce la molteplicità dei precedenti strumenti di sostegno al reddito familiare, a partire dalle detrazioni Irpef per i figli a carico e dall’assegno per il nucleo familiare. Con il nuovo AUU beneficeranno di maggiori trasferimenti tutte le famiglie dei lavoratori dipendenti (incluse quelle costituite da contribuenti “incapienti” ai fini Irpef) e dei lavoratori autonomi. La progressività della nuova misura è assicurata dalla decrescenza degli importi dell’assegno in funzione dell’ISEE. Nel complesso, migliora notevolmente l’equità orizzontale e verticale.
La riforma, dunque, semplifica e razionalizza gli strumenti di welfare a sostegno della famiglia e della natalità; allo stesso tempo, supera l’impostazione precedente che vincolava le politiche di sostegno per i figli all’appartenenza del percettore a determinate categorie lavorative, (per la prima volta i lavori autonomi possono godere di tali benefici) nonché alla capacità di produrre reddito.
Quest’ultimo aspetto impediva agli strumenti di welfare di raggiungere adeguatamente anche i più poveri.

L’AUU entra in vigore dal 1° marzo 2022 e dal 1° gennaio è possibile presentare le domande. L’assegno sarà corrisposto, su base mensile, per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo a tutti i nuclei familiari con figli che ne faranno richiesta.
Irpef 2022 e assegno unico: aspetti da migliorare
Entrambe le misure presentano una forte caratterizzazione nel senso dell’efficienza sociale e allo stesso tempo, l’insieme dei due interventi ha un orientamento redistributivo capace di ridurre la diseguaglianza tra le famiglie. L’AUU mostra benefici decrescenti al crescere dell’ISEE ed è destinato alla sola platea di famiglie con figli; la rimodulazione delle aliquote dell’Irpef ha carattere di generalità e muove tutte le principali leve del sistema fiscale al fine di assicurare riduzioni del prelievo alla più vasta platea di contribuenti (con particolare riferimento a quelli con redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro) e, al contempo, di perseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione del sistema.
Studi specifici hanno inoltre evidenziato che l’effetto redistributivo è maggiore per le aree del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro-Nord.
Oltre alle riduzioni sopra evidenziate, con riferimento ai lavoratori autonomi però sarebbe opportuno non esasperare l’asimmetria fra prelievo in acconto tramite le ritenute c.d. automatiche e l’imposta dovuta. In alcuni casi, infatti, in presenza di costi deducibili, il beneficio rischia di essere annacquato dall’invarianza della ritenuta d’acconto che, se dovesse rimanere del 20% del provento lordo, verrebbe ad incidere sul netto in misura superiore al totale dovuto e forse addirittura all’aliquota massima.
Risulta quindi evidente che nella gestione della contabilità pubblica (per cassa), anche il differimento di un rimborso di un credito costituisce un beneficio, per un lavoratore autonomo, invece, che si trova con eccedenze magari non utilizzabili direttamente risulta una penalizzazione.
Nonostante quanto sopra evidenziato comunque l’assegno unico e la nuova Irpef sono due misure utili a generare equità e crescita economica.
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