
La fattura differita è un utile documento fiscale che permette di certificare la consegna di beni, o la prestazione di servizi, successivamente alla loro erogazione. In altre parole, le operazioni di vendita - o i servizi offerti - vengono effettuate in un determinato periodo, ma fatturate successivamente.
Introdotto dal D.P.R. 633/1972, si tratta di un utile strumento di semplificazione, in particolare per quelle imprese che effettuano spedizioni oppure offrono servizi più volte nello stesso periodo, accorpando quindi tutte le operazioni in un’unica fattura.
Cosa si intende per fattura differita
Così come accennato in apertura, la fattura differita è uno strumento pensato per certificare la consegna di beni o la prestazione di servizi in un momento diverso rispetto alla loro effettiva erogazione.

Tramite questa tipologia di fatturazione, è possibile accorpare tutte le operazioni effettuate con lo stesso cliente all’interno del medesimo periodo - ad esempio, lo stesso mese - approfittando così di un unico documento fiscale. Ad esempio, se una società consegna delle merci a un cliente per tre volte in un mese, può emettere un’unica fattura differita di riepilogo per le tre operazioni effettuate.
Affinché la fattura differita sia fattibile, è necessario essere in possesso di documenti che certifichino l’effettiva cessione di servizi o di beni. Per questa ragione, fanno fede i documenti di trasporto (DDT) o altri equivalenti, come contratti per servizi, che siano in grado di confermare tutte le operazioni eseguite.
È però necessario non confondere la fattura differita - che, come visto, nasce per accorpare le operazioni multiple che si effettuano con lo stesso cliente - con la fattura tardiva, quest’ultima eseguita in ritardo rispetto ai termini di legge e, per questa ragione, soggetta a sanzioni.
Che differenza c’è tra fattura differita e fattura immediata
Oltre alla differenza tra fattura differita e tardiva, è utile anche effettuare un confronto con la fattura immediata. Questo poiché, date le modalità di applicazione abbastanza simili, vi è il rischio di confondersi. In linea generale, in base all’articolo 21 del D.P.R. 633/1972:
- la fattura immediata, ovvero la modalità più standard di fatturazione, prevede un’emissione immediatamente dopo la conclusione di una transazione commerciale. In genere, deve essere emessa entro 12 giorni dall’operazione e deve riportare in tempo reale tutti i dettagli della transazione;
- la fattura differita, invece, viene emessa successivamente accorpando più operazioni effettuate con lo stesso cliente nel medesimo periodo di tempo, in base ai DDT o altra documentazione analoga.
Come funziona la fattura differita
Appreso quali siano le caratteristiche di questa fattura, e le sue differenze con altre modalità di fatturazione, come funziona nel dettaglio? Innanzitutto, è bene ricordare quali siano gli elementi fondanti di questa modalità di fatturazione, disponibile per qualsiasi tipologia di partita IVA, anche per la fatturazione elettronica dei forfettari e altri regimi:
- riguarda sempre operazioni multiple con lo stesso cliente;
- le operazioni devono essere state effettuate nel medesimo periodo, solitamente entro lo stesso mese, per essere incluse in un’unica fattura differita;
- può essere utilizzata sia per la consegna di beni che per la cessione di servizi.
Sempre come già accennato, per la fattura differita l’Agenzia delle Entrate richiede la presentazione di opportuni giustificativi - come i DDT e documenti analoghi - purché riportino:
- la data e il numero progressivo;
- la descrizione dettagliata dei beni e dei servizi;
- i dati completi del cedente e del cessionario
Ma quali sono le tempistiche di emissione e, soprattutto, gli eventuali vincoli temporali?
Quanto tempo ho per emettere una fattura differita
La fattura differita è soggetta a precisi limiti temporali: deve infatti essere emessa entro il quindicesimo giorno del mese successivo a quello in cui sono state effettuate le operazioni che verranno accorpate, in base a quanto previsto dall’articolo 21 del D.P.R. 633/1972.
Di conseguenza, se una società ha effettuato consegne per un cliente nei giorni 2, 12 e 28 novembre, dovrà emettere una fattura differita entro il successivo 15 dicembre.
Quanto tempo deve passare tra DDT e fattura
Le tempistiche di legge potrebbero però sollevare legittimi dubbi sulla distanza minima che deve intercorrere tra il DDT - o altra documentazione analoga - e l’effettiva fatturazione. Come spiegato nei precedenti paragrafi, affinché la fattura differita sia valida è necessario provare che le operazioni siano avvenute nello stesso periodo, appunto con i documenti di trasporto - per la prestazione di beni - o contratti e altra documentazione per i servizi.
In realtà, non esiste un intervallo minimo obbligatorio tra la data del DDT o della relativa documentazione e l’emissione della fattura differita: è sufficiente rispettare il termine massimo di emissione previsto, ovvero il quindicesimo giorno del mese successivo. Di conseguenza, se l’ultima operazione è avvenuta il 30 novembre, dall’1 al 15 dicembre successivi è possibile procedere con la fatturazione differita.
Quali codici inserire per la fattura differita elettronica
Con la fatturazione elettronica ormai estesa a gran parte dei lavoratori autonomi in Partita IVA e alle società, come procedere a indicare correttamente una fattura differita? Similmente a quanto avviene per la fattura immediata, anche questa tipologia si avvale del Sistema di Interscambio (SDI) dell’Agenzia delle Entrate, con un documento in formato XML.

Ma quali codici utilizzare, per la fattura differita elettronica serve TD24 o TD25? È sufficiente procedere in base al tipo di operazioni eseguite:
- il codice TD24 indica la fattura differita di beni e servizi collegata a DDT o altra idonea documentazione;
- il codice TD25 indica la fattura differita per triangolari interne, cioè quando la cessione dei beni è effettuata dal cessionario verso terzi, per il tramite del cedente, quindi del fornitore.
Esempio di fattura differita
Infine, può essere utile avvalersi di un esempio pratico di fattura differita, per comprenderne l’applicazione in concreto. Si ipotizzi che una società abbia effettuato tre spedizioni a un cliente all’interno dello stesso mese, in qualità di fornitore periodico:
- 7 prodotti consegnati il 2 novembre, con numero progressivo di DDT 101;
- 6 prodotti consegnati il 12 novembre, con numero progressivo di DDT 102;
- 3 prodotti consegnati il 28 novembre, con numero progressivo di DDT 103.
Per poter approfittare della fattura differita, quindi accorpando le tre spedizioni in un unico documento, il fornitore dovrà procedere:
- emettendo la fattura entro il 15 dicembre;
- indicando esplicitamente in fattura il numero e la data delle consegne, con i relativi riferimenti DDT;
- scegliendo, all’interno della fatturazione elettronica, il codice TD24.
Naturalmente, spedizioni e accordi con i clienti possono essere molto più complessi rispetto a questa fattura esemplificativa e, di conseguenza, se si temono errori può essere utile avvalersi dell’aiuto del proprio commercialista di fiducia.
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