Avere una seconda casa è senza dubbio un privilegio, ma è anche vero che bisogna fare i conti con le imposte da pagare, tra cui c’è anche la TARI, la tassa relativa allo smaltimento dei rifiuti. Esistono riduzioni o esenzioni per questo tributo su un secondo immobile? Non è previsto il pagamento della TARI su una seconda casa solo se questa risulta vuota, senza mobili né forniture attive, e non è utilizzata per un periodo minimo di sei mesi.
Per ottenere l’esenzione è necessario presentare al Comune adeguata documentazione che provi tali condizioni. La TARI è quindi dovuta anche quando l’immobile non è abitato?
- Come si calcola la TARI sulla seconda casa
- La TARI sulla seconda casa costa di più?
- TARI seconda casa: come funziona per i non residenti
- TARI: da pagare sulla seconda casa nello stesso Comune?
- Seconda casa non abitata: si paga la TARI?
- Come funziona la TARI per la seconda casa al mare
- Chi paga la Tari sulla seconda casa affittata
Come si calcola la TARI sulla seconda casa
La disciplina della TARI sulla seconda casa è più complessa di quanto sembri, motivo per cui è importante conoscere per la TARI 2025 le novità su tariffe, esenzioni e bonus. La TARI si paga anche sulla seconda casa, non solo su quella principale, ma con possibili sconti o esenzioni a seconda delle delibere adottate dai singoli Comuni. Il calcolo della TARI sulla seconda casa segue gli stessi criteri previsti per l’abitazione principale, con l’importo composto da due parti:
- quota fissa: dipende dai m2 dell’immobile e copre i costi generali del servizio, quali investimenti, strutture e gestione;
- quota variabile: calcolata in base al numero di occupanti.
La differenza chiave risiede nella parte variabile, visto che per l’abitazione principale si fa riferimento allo stato di famiglia dei residenti, mentre per la TARI sulla seconda casa il numero degli occupanti è definito con un criterio presuntivo. In sostanza, il Comune applica la tassa alla luce di una presunzione sul numero di persone che occupano l’abitazione, legando la determinazione di questo dato ai m2 dell’immobile.
La TARI sulla seconda casa costa di più?
L’adozione del sistema di calcolo presuntivo per la TARI sulla seconda casa espone a un rischio, peraltro concreto, di sborsare una somma maggiore rispetto a quella dell’abitazione principale. La TARI sulla seconda casa si paga di più? Va chiarito che non esiste una tassa extra specifica per l’abitazione diversa dalla prima, ma le tariffe potrebbero risultare più alte.
Questo perché spesso i Comuni applicano la quota variabile standard, o una quota minima obbligatoria, anche se l’immobile è usato poco, considerando un numero di occupanti superiore in alcuni casi al nucleo familiare. Il risultato pratico è che, pur non essendoci una maggiorazione formale, il costo della TARI può essere proporzionalmente più elevato rispetto all’uso effettivo dell’immobile.
TARI seconda casa: come funziona per i non residenti
Strettamente legato alla determinazione del numero di occupanti è il tema della TARI per i non residenti, ossia per quanti possiedono una seconda casa, ma di fatto ci vivono solo saltuariamente e hanno la residenza altrove. La tassa è comunque dovuta dal proprietario e la sentenza 8383/2013 della Corte di Cassazione, ha stabilito che i Comuni possono applicare una quota variabile basata sulla superficie dell’immobile quando non è possibile conoscere gli effettivi utilizzatori.
Alcuni Comuni prevedono una quota variabile ridotta o calcolata su un numero minimo di occupanti, di solito uno, mentre altri concedono riduzioni parziali, in genere dal 20% al 40%, per gli immobili utilizzati saltuariamente, ma si tratta di decisioni locali che vanno verificate caso per caso.
TARI: da pagare sulla seconda casa nello stesso Comune?
Anche quando la seconda casa si trova nello stesso Comune di quella principale, è ugualmente soggetta alla TARI in maniera autonoma. La quota è dovuta anche se l’immobile è intestato allo stesso proprietario ed è utilizzato occasionalmente: non importa che si tratti di un secondo appartamento usato come studio, come investimento o come appoggio per i familiari: il tributo va calcolato e pagato separatamente.
Seconda casa non abitata: si paga la TARI?
Uno dei quesiti più frequenti è se si debba versare ugualmente la TARI per una seconda casa disabitata. La risposta è affermativa, perché la normativa prevede che la tassa sia dovuta quando esiste la potenziale produzione di rifiuti e a tale requisito di fatto risponde un immobile vuoto e arredato, anche se non utilizzato.
Ci sono però delle eccezioni che possono portare a una riduzione o anche a un’esenzione della TARI, a patto che si verifichino determinate condizioni. È necessario, infatti, che la casa sia completamente vuota, priva di arredi e che non ci siano utenze attive, vale a dire che luce, acqua e gas non devono essere allacciati alla fornitura.
Alcuni regolamenti comunali pongono come condizione ulteriore che l’immobile rimanga inutilizzato per oltre 6 mesi. In situazioni come queste, quando la casa non è abitata quindi, è possibile beneficiare dell’esenzione o della riduzione per la TARI, in base a quanto previsto dal Comune di riferimento, previa presentazione di una dichiarazione, spesso accompagnata da documentazione o autocertificazione.
Come funziona la TARI per la seconda casa al mare
Per quanto la riguarda la TARI relativa a una seconda casa al mare, il ragionamento è sostanzialmente lo stesso di quello fatto nel caso dei non residenti. L’abitazione è comunque soggetta alla tassa sui rifiuti, ma è possibile chiedere una riduzione al Comune.
La giurisprudenza in più occasioni negli anni passati si è espressa in favore di una differente applicazione della TARI nel caso di contribuenti residenti e non in un determinato immobile. In sostanza, è illegittimo che la tassa sia applicata in forma piena alle abitazioni di cui si fa un uso saltuario, come per esempio le case al mare.
Si deve infatti riconoscere uno sconto in ossequio al principio comunitario “chi inquina paga”, ma spetta al contribuente dimostrare nei modi e nelle forme contemplate dai vari regolamenti comunali, l’uso saltuario e discontinuo dell’abitazione.
Chi paga la Tari sulla seconda casa affittata
Quando una seconda casa viene concessa in locazione, occorre capire a chi tocca il pagamento della TARI, tenendo presente che la regola segue il criterio dell’occupante. In pratica, in presenza di un contratto di affitto lungo, cioè superiore a 6 mesi, la tassa sui rifiuti è a carico dell’inquilino, che diventa il soggetto utilizzatore dell’immobile. Nel caso di affitti brevi o turistici, inferiori a 6 mesi, l’occupante temporaneo è considerato “ospite”, quindi la TARI rimane a carico del proprietario.
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