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Ecco tre modi per gestire le domande che rischiano di violare il diritto alla privacy in un colloquio di lavoro
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Chi seleziona il personale non può fare domande al candidato sulle preferenze sessuali, sulla nazionalità, sullo stato civile o sull’età, perché altrimenti viola il diritto alla privacy. Non sempre però gli intervistatori si attengono a ciò. Come comportarsi se ci si trova in una situazione di questo tipo? Le possibilità sono tre: rifiutare di rispondere, chiedere all’intervistatore cosa intende senza rispondere direttamente o rispondere e passare a un altro argomento

Sono queste le tre opzioni pubblicate sul sito Infojobs, sul quale si legge che “sfortunatamente, oggi è frequente che chi seleziona il personale faccia questo tipo di domande e che i candidati rispondano considerando il tutto normale o necessario”

Anche se il candidato non è tenuto a dover parlare del proprio stato civile, delle proprie preferenze sessuali o della propria situazione familiare, “spesso gli intervistatori violano il diritto alla privacy e fanno questo tipo di domande che ritengono normali per conoscere meglio il candidato”

Come reagire, dunque, se durante un colloquio ci vengono poste tali domande? Secondo il sito Infojobs, ogni candidato può scegliere l’opzione che ritiene più opportuna

  1. Non rispondere e far presente all’intervistatore l’irregolarità della domanda. Il sito spiega che si tratta del “modo più diretto e tagliente per rispondere. Il candidato ha il diritto di far presente la non correttezza della domanda e la scarsa rilevanza nel processo di selezione. E’ consigliabile utilizzare questo tipo di risposta quando la domanda è particolarmente offensiva o imbarazzante o poco attinente con le abilità necessarie per svolgere il lavoro”
  2. Rispondere direttamente alla domanda. In questo caso il sito dice che “molti candidati sono abituati (o almeno non si sentono a disagio) a parlare della propria età, del proprio stato civile o dei figli. Se realmente non ci si sente a disagio, si può rispondere senza titubanza e passare a un altro argomento”
  3. Non rispondere, ma chiarire indirettamente i dubbi dell’intervistatore. A tal proposto, Infojobs spiega che “in molte occasioni, è il modo in cui si formula la domanda a far scattare il rischio illegalità. Come detto, il selezionatore non può chiedere direttamente in che modo vengono gestiti i figli o particolari sulla nazionalità. Tuttavia, è lecito chiedere se ci sono problemi nel viaggiare, nel caso in cui la posizione lavorativa richieda frequenti spostamenti, o se si dispone di un permesso di lavoro. In questo caso, è bene mostrarsi collaborativi”
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