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Con la sentenza 174/2016, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la cosiddetta norma “anti giovani badanti”. Non è dunque possibile tagliare la pensione di reversibilità se tra i coniugi ci sono più di 20 anni di differenza d’età.

In base alla norma introdotta nel 2012, a fronte di un matrimonio tra una persona ultrasettantenne e un’altra più giovane di oltre vent’anni, l’importo della pensione di reversibilità derivante dalla morte del più anziano viene ridotto del 10% per ogni anno di matrimonio inferiore a 10. Adesso, però, le cose sono destinate a cambiare.

Secondo la Corte costituzionale, la disposizione (contenuta nell’articolo 18, comma 5 del decreto legge 98/2011) parte dal presupposto che tutti questi matrimoni sono fraudolenti, celebrati quindi con il solo scopo di garantire una rendita al coniuge più giovane. Per i giudici si tratta di un presupposto “fortemente dissonante rispetto all’evoluzione del costume sociale”.

La pensione di reversibilità ha un fondamento solidaristico e ha una finalità previdenziale presidiata dagli articoli 36 e 38 della Costituzione. Secondo i giudici, dunque, tagliare l’assegno va contro i diritti previdenziali del coniuge superstite.

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