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Si parla ancora della riforma del pubblico impiego. In particolare, del piano di assunzioni straordinario per superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita da chi lavora da anni nella Pubblica amministrazione.

Sembra essere stata definita l’anzianità minima richiesta per accedere al piano. Si parla di almeno tre anni di servizio, anche se non continuativi. Si tratta dello stesso tetto che vale per il settore privato.

Il piano straordinario per le assunzioni coprirà il triennio che va dal 2018 al 2020. Da una parte si darà la possibilità di trasformare in fisso chi già lavora in una data amministrazione a tempo determinato ed è stato selezionato tramite concorso; dall’altra si consentirà di aprire bandi che destinino almeno il 50% dei posti disponibili al personale interno con contratti di lavoro flessibile.

In questo modo, chi ha già fatto un concorso può essere assunto senza doverne fare di nuovi, mentre gli altri avranno l’opportunità di poter partecipare a un concorso contando su una quota di posti a loro dedicati.

Resta da definire la data da cui far scorrere i tre anni: alcune fonti sindacali parlano di cinque anni, quindi se si inizia nel 2018, il conto partirebbe dal 2013, altre vorrebbero andare più indietro, fino al 2009. L’arco di tempo entro cui far rientrare l’anzianità minima è un punto sul quale discutere ancora.

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