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Il Testo unico del pubblico impiego, attuativo della riforma delle Pubblica amministrazione, ha ricevuto l’approvazione del Cdm in esame preliminare. Tra le principali novità introdotte dai due decreti legislativi la lotta all’assenteismo, il superamento del precariato, la stretta sui licenziamenti disciplinari, il superamento della legge Brunetta per l’assegnazione di premi di produttività. I decreti attuativi della riforma Madia dovranno ora ricevere i pareri delle commissioni parlamentari, del Consiglio di Stato e acquisire l’intesa con Regioni e autonomie locali.

Sul fronte del superamento del precariato, la novità consiste nel Piano straordinario per i precari della Pa, che prevede tra il 2018 e il 2020 l’assorbimento di dipendenti pubblici precari “storici”, con un doppio canale di accesso all’assunzione a tempo indeterminato: chi è entrato per concorso potrà essere assunto direttamente, mentre chi non è passato per una selezione sarà tutelato con una riserva (50%) nelle future prove. Per evitare il ripetersi di forme di precariato, verranno vietati i cococo.

Si va verso il progressivo superamento della “dotazione organica”, fermi restando i limiti di spesa, attraverso il nuovo strumento del “Piano triennale dei fabbisogni”, e la definizione di obiettivi di contenimento delle assunzioni, differenziati in base agli effettivi fabbisogni e la rilevazione delle competenze dei lavoratori pubblici

C’è l’introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, volte ad accelerare e rendere certa nei tempi l’azione disciplinare. Aumenta la casistica dei licenziamenti disciplinari: potranno perdere il posto i dipendenti pubblici per gravi e reiterate violazioni del codice di comportamento e i dirigenti che non procedono con l’azione disciplinare per “commissione dolosa o gravemente colposa” oltre quelli che non adempiono ai “doveri relativi all’attuazione del Piano di prevenzione della corruzione” che è “fonte di responsabilità disciplinare”.

Il licenziamento può scattare anche in caso di “reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa” e scarso rendimento, “insufficiente rendimento rilevato dalla reiterata valutazione negativa della performance del dipendente nell’arco dell’ultimo triennio”.

Arriva poi il polo unico per le visite fiscali in capo all’Inps. Al fine di armonizzare la disciplina dei settori pubblico e privato verranno stabilite le fasce orarie di reperibilità entro le quali dovranno essere effettuati i controlli.

C’è poi la possibilità di svolgimento dei concorsi in forma centralizzata o aggregata (estesa alle Regioni) e la definizione di limiti, in relazione al numero dei posti banditi, per gli idonei non vincitori.

Novità, inoltre, sul fronte della valutazione della performance dei dipendenti pubblici. Ogni amministrazione pubblica dovrà misurare e valutare la performance con riferimento all’amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola e ai singoli dipendenti o gruppi di dipendenti. Gli organismi indipendenti di valutazione dovranno verificare l’andamento delle performance rispetto agli obiettivi programmati durante il periodo di riferimento e segnalare eventuali necessità di interventi correttivi.

Viene riconosciuto, per la prima volta, un ruolo attivo dei cittadini ai fini della valutazione della performance organizzativa, mediante la definizione di sistemi di rilevamento della soddisfazione degli utenti in merito alla qualità dei servizi resi.

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