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Il Ministero della Pubblica amministrazione sta lavorando al decreto che riformerà il testo unico del pubblico impiego, da presentare per metà febbraio. Tra le misure previste si attende una stretta sui fenomeni di assenteismo anomalo.

Un focus, infatti, sarà dedicato proprio a contrastare i cosiddetti “furbetti” del weekend, che saltano ripetutamente il lunedì e il venerdì, e i casi di assenteismo di massa, ovvero quando si registra un tasso molto più alto del solito che sottende un’organizzazione mirata.

Secondo quanto rilevato da un’elaborazione dell’Ansa sui dati aggiornati dalla Rgs nel Conto annuale, sono stati circa 9,2 i giorni di assenza che, in media, ogni dipendente pubblico ha preso nel corso del 2015, in ribasso rispetto al 2014 (9,8). Pressoché stabili restano le giornate, 2,1, che fanno capo alla legge 104 per i lavoratori disabili o per i dipendenti con a carico familiari disabili. Lo stesso vale per i congedi straordinari finalizzati all’assistenza di persone con gravi handicap (1 giorno l'anno).

Dando uno sguardo alle altre tipologie di assenza monitorate, emerge un lieve calo per quanto riguarda la maternità, i congedi parentali e la malattia del figlio (da 3,1 giorni si scende a 3). Cala anche il resto degli altri permessi ed assenze retribuite (da 2,8 a 2,5 giorni). Risulta invece in leggero rialzo la media relativa agli scioperi (da 0,1 a 0,2 giorni).

Per avere il totale delle assenze, così come calcolato dalla Ragioneria generale, bisogna aggiungere alle diverse voci anche le ferie. Così il complesso dei giorni di assenza (tra retribuite e non) nel 2015 è risultato pari ad oltre 126 milioni di giornate, in diminuzione del 4,8% rispetto all’anno precedente (quasi 133 milioni). E’ calato anche un po’ il personale, ma a ritmo decisamente inferiore (-0,1%).

Nel dettaglio, analizzando i diversi settori in cui si divide il pubblico impiego, e focalizzando l’attenzione sulle assenze per malattia, nella scuola, come riportato nel database del conto annuale, le giornate saltate sono state, in media, 7,5 per gli uomini e 9,7 per le donne, nei ministeri 9,9 per i lavoratori e 11,7 per le lavoratrici, nella sanità 8,6 per i dipendenti e 11,6 per le dipendenti. Il fenomeno nel 2015 mostra un certo attenuamento (le assenze retribuite calano da 18,8 a 17,8), anche se per recuperare il gap con il privato c’è ancora strada da fare.

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