La riforma del pubblico impiego ha ottenuto il via libera definitivo del governo e si è convertito in legge. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che prende il nome dal Ministro Marianna Madia e che introduce modifiche e integrazioni al “Testo unico del pubblico impiego”. Vediamo quali sono le modifiche più importanti della nuova legge.
Tra le novità dei due provvedimenti ci sono le nuove norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, per accelerare e rendere effettiva l’azione disciplinare; il polo unico Inps per le visite fiscali; le modifiche alla valutazione delle performance dei dipendenti per ottimizzare la produttività del lavoro pubblico e di garantire efficienza e trasparenza della Pa.
Cambiano le regole per entrare e uscire dagli uffici pubblici. Nel dettaglio, si passerà da un’impostazione rigida delle assunzioni a un modello che guarda alle esigenze concrete. Viene tracciata una road map per assorbire i precari chi entro il 2018 abbia maturato tre anni di servizio: chi è entrato per concorso potrà essere assunto direttamente, gli altri avranno una riserva (50%) nelle future prove.
I contratti dovranno assicurare una differenziazione dei giudizi e di conseguenza interrompere una distribuzione a pioggia dei premi. E addio ai vincoli della legge Brunetta. I cittadini inoltre potranno dire la loro sulla qualità dei servizi e il loro giudizio conterà ai fini del “voto”.
Per quanto riguarda il procedimento per il licenziamento, non potrà essere annullato per cavilli giuridici o vizi formali purché ad esempio lo sforamento dei tempi raddoppi la durata dell’azione (portandola a 180 giorni). I tempi per decidere sulla sanzione si riducono da quattro a tre mesi e a un mese per tutti i casi di flagranza. Per gli statali resta salvo l’art.18 con un tetto di 24 mensilità per il risarcimento.
Sul fronte delle visite fiscali, la competenza passa dalle Asl ai medici dell’Istituto di previdenza, con la creazione di un polo unico per pubblico e privato. Decreti attuativi garantiranno poi un’armonizzazione delle fasce orarie di reperibilità e dei criteri per una “cadenza sistematica e ripetitiva”.
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