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Le sette frasi che non vorresti mai sentirti dire se sei un agente immobiliare
Andrea Piacquadio - Pexels

In generale, la cosa peggiore che possa accadere ad un agente immobiliare è quella di non riuscire a portare a termine una transazione dopo un lungo lavoro, giocandosi il fatturato e le commissioni. Ma a far mettere le mani nei capelli ci sono alcune situazioni che si possono realmente verificare, e che aggiungono al danno anche la beffa, e tutte hanno il suono di una frase atroce. Ecco le sette frasi che non vorresti mai sentirti dire se sei un agente immobiliare, rivelate da Massimo Forte, consulente, coach e formatore, in un articolo pubblicato da idealista/news Portugal.

“Non ho intenzione di vendere casa”

Sembra una cosa strana, invece per un agente concentrato nel cercare clienti realmente intenzionati alla vendita, non trovare prodotto da convertire in un contratto immobiliare può essere un vero incubo. Un incubo che può significare che nei prossimi mesi ci si potrebbe trovare senza possibilità di guadagno.

“Decidiamo lunedì”

Ogni venerdì può essere venerdì 17 per un'agenzia immobiliare. Quando il cliente decide di posticipare la sua decisione da venerdì a lunedì, di solito è perché vuole trovare alternative migliori per prendere la decisione finale. E molte volte la decisione presa lunedì si ritorce contro l’agente immobiliare.

“Volevamo il parere di un amico”

Molte volte, sia nella vendita che nell'acquisto di una casa, il cliente dell'agente chiede un secondo parere, solitamente da parte di un conoscente, amico o parente. Se per disgrazia questa persona dovesse sconsigliare la transazione, magari per invidia o per ragioni tutte sue, l’agente può dire addio alla transazione (e al fatturato).

“Il contratto va bene, lo mando al mio avvocato”

Senza nulla togliere al lavoro degli avvocati, fondamentale nelle transazioni immobiliari, quando un cliente decide di far revisionare il contratto al proprio legale spesso mette a rischio la transazione. Gli avvocati sono infatti al di fuori del processo emotivo o della visione del futuro dell'acquisto o della vendita e, pensando di difendere il cliente, si concentrano solo sull'analisi fredda di numeri e fatti; e spesso possono anche creare dei dubbi impedendo che la transazione vada avanti.

“ La casa ci piace, ma dobbiamo vendere la nostra”

A volte l’agente immobiliare fa l’errore di mostrare immobili senza accertarsi se il cliente debba vendere o meno la casa in cui abita al momento. E’ una informazione fondamentale perché la transazione dipende da quanto quella casa sia effettivamente vendibile.

“Il prezzo è troppo alto per noi”

Non importa quanto il mercato stia salendo o scendendo, il prezzo della proprietà deve essere prima di tutto accettato dall'acquirente. Se l'acquirente non ha liquidità o finanziamenti disponibili per farlo, il valore dovrà scendere, o la vendita corre il rischio di non poter avvenire in quel momento.

“Siamo tutti d'accordo tranne mio zio”

Quando si vendono case ereditate o in comproprietà è fondamentale che tutti coloro che vantano un diritto sull’immobile siano d’accordo con la vendita. Immaginate che vada tutto bene, i nove eredi, ormai legittimi proprietari dell'immobile in parti uguali concordano con la vendita e con le condizioni proposte dall'interessato. Eccetto lo zio, che per qualche ragione di natura personale o affettiva, decide di non cedere alla trattativa. L'accordo di otto interessati non conterà nulla finché lo zio, l'unico in contesa, non sarà convinto a desistere da parte sua.

 

 

 

 

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