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mediatore creditizio e immobiliare
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Con l’approvazione alla Camera del Ddl Concorrenza viene abolita la norma sull’incompatibilità tra la professione di agente immobiliare e mediatore creditizio, che era stata introdotta solo pochi mesi fa in scia ad una legge europea. Tale provvedimento non ha mancato di suscitare reazioni contrastanti tra i professionisti del settore; ecco cosa succede ora.

Ddl Concorrenza e mediazione creditizia e immobiliare

Nell’ambito del disegno di legge sulla concorrenza approvata alla Camera, è stata approvata una riforma della disciplina della mediazione creditizia che rivisita la distinzione dei ruoli tra il mondo del credito e dell’immobiliare che di fatto annulla la legge europea 2019-2020 che si esprimeva invece a suo favore e che era stata recepita sei mesi fa.

La modifica, approvata in extremis dal Governo dimissionario e a Camere sciolte, interviene sull’art. 17 del D.Lgs. 141/2010 prevedendo espressamente che l’attività di mediazione creditizia sia compatibile con quella di ‘agente immobiliare’.

In altre parole, il mediatore creditizio potrà tornare ad effettuare anche attività di agente immobiliare, senza dover cercare sinergie in merito ma potendo unire nello stesso professionista entrambe le funzioni.

Compatibilità tra mediazione creditizia e immobiliare: le reazioni contrarie

La reintroduzione della compatibilità tra mediazione creditizia e immobiliare non ha mancato di suscitare reazioni contrastanti. “Un cambiamento di indirizzo assolutamente ingiustificato, non concordato con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale sia del settore della mediazione sia dei consumatori, - lo definisce Fimaa. - Un passo indietro quindi per l’intero settore dell’intermediazione che, con l’approvazione di questa norma, vede così conferita la possibilità ai grandi gruppi di intermediazione di concentrare nelle proprie mani le attività di mediazione immobiliare, creditizia, assicurativa e finanziaria, a danno dei consumatori e delle piccole-medio imprese di intermediazione che costituiscono oltre l’80% del settore”.

Secondo Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, “è stato scelto di favorire la concentrazione in grossi gruppi a discapito delle singole realtà imprenditoriali, base del nostro tessuto economico, con il pericolo per i consumatori di trovarsi davanti interlocutori votati principalmente alla massimizzazione del profitto a danno degli interessi dei consumatori”.

La nuova disposizione normativa, prossima alla terza lettura in Senato, secondo Fimaa lede il principio comunitario di separatezza tra le attività del comparto dei servizi finanziari e quelle del comparto immobiliare, favorendo oltre alla possibile commistione tra l’esercizio delle rispettive attività, anche pericolose ed inopportune concentrazioni e conflitti di interesse, a discapito della trasparenza del mercato dell’intermediazione.

Compatibilità tra mediatore creditizio e immobiliare: le reazioni a favore

Di contro, Fiaip Piemonte si dice soddisfatta della decisione presa in occasione della votazione del Ddl Concorrenza. L’incompatibilità tra mediazione creditizia e immobiliare era qualcosa a cui Fiaip si era opposta fin dalla sua introduzione in quanto secondo la Federazione avrebbe danneggiato le piccole agenzie.

“Siamo coesi con la Federazione nazionale, che si batte per ripristinare la compatibilità tra agenti immobiliari e mediatori creditizi”, spiega il presidente di Fiaip Piemonte, Marco Pusceddu. “L’approvazione, in X Commissione alla Camera all’interno del Ddl Concorrenza, di una norma che ristabilisce questa compatibilità, è il segnale che si sta andando nella giusta direzione, sia per scongiurare eventuali sanzioni da parte dell’Ue, sia per permettere la collaborazione, in piena trasparenza, tra mediatori del credito e agenti immobiliari”.

“Il collegio regionale del Piemonte condivide e appoggia l’iniziativa della Federazione nazionale di denunciare alla Commissione europea l’introduzione di questa incompatibilità, che viola la Direttiva europea sui servizi volta invece ad agevolare il modello multidisciplinare”, aggiunge il presidente Pusceddu, sottolineando come “a farne le spese saranno le piccole agenzie, formate talvolta da uno o due professionisti, a tutto vantaggio invece dei grandi gruppi. Infatti - prosegue - oltre il 90% delle agenzie immobiliari in Italia è costituito da ditte individuali”.

L’obiettivo, infatti, non è sostituirsi ai professionisti del settore del credito, ma poter accompagnare il cliente in tutte le fasi della trattativa immobiliare. “Vietare totalmente di prospettare una soluzione finanziaria aiutando chi vuole comprare casa, è un errore – sottolinea - che danneggia il nostro lavoro, la libera impresa e rischia di compromettere una capillare rete di piccole aziende”.

“Il ruolo dell’agente immobiliare è di fare da regia nella transazione immobiliare per un accompagnamento completo, dal sopralluogo al mutuo. Basta pensare alle proposte di acquisto subordinate all’erogazione dei mutui, per capire che occorre poter offrire dei riferimenti finanziari ai clienti, per la tutela sia degli acquirenti, sia dei venditori. Precludere la possibilità a chi esercita questa professione di fornire un servizio coerente con la moderna professione rappresenta un danno alla categoria e ai consumatori”. 

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