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giorgia meloni
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È arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri per la riforma generale delle libere professioni. Nel complesso, sono 14 quelle interessate. Dalle importanti novità in arrivo, restano fuori alcune categorie come professioni sanitarie (con il cosiddetto scudo penale), avvocati e commercialisti tra gli altri, per cui saranno previsti percorsi dedicati. Scopriamo come cambia lo scenario e quali sono le intenzioni programmatiche del Governo per il prossimo futuro.

Cosa prevede il disegno di legge

Nel disegno di legge che riguarda la riforma delle libere professioni vengono evidenziati oltre 20 principi, che riguardano 14 professioni (architetti, ingegneri, consulenti del lavoro, geometri, attuari, periti e altri tecnici). Tra questi si segnalano: parità di genere nella governance degli Ordini, voto online, equo compenso esteso a tutti i rapporti con i clienti, riforma dell’esame di Stato e revisione della formazione continua, con crediti obbligatori dedicati alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale. 

I Consigli di disciplina, invece, non saranno più nominati dai tribunali, ma direttamente dagli Ordini. Per quanto riguarda le specializzazioni, inoltre, gli Ordini potranno avviare percorsi di riconoscimento e certificazione delle competenze, con un occhio alle professioni tecniche. Introdotta anche la possibilità di rinviare scadenze fiscali e contributive in caso di malattie gravi, infortuni o maternità.

Novità per gli avvocati

Il governo ha comunicato che per gli avvocati verrà effettuato un intervento dedicato, che sarà anche il primo ridisegno complessivo dell’ordinamento a 13 anni dall’ultima legge organica. L’obiettivo è aggiornare e modernizzare la professione, rendendo più chiari i percorsi di accesso, tirocinio e formazione continua. 

Le direttrici dell’intervento saranno molteplici: valorizzare le competenze interne e favorire una maggiore specializzazione, introdurre facilitazioni amministrative e nuove modalità di gestione dei Consigli di disciplina. L’obiettivo è creare un sistema più trasparente e inclusivo, capace di conciliare i tradizionali vincoli dell’avvocatura con le nuove forme di collaborazione professionale, anche attraverso reti multidisciplinari e modalità più flessibili di esercizio della professione.

Professioni sanitarie

Il testo, approvato su proposta del Ministro della salute Orazio Schillaci con procedura d’urgenza e collegato alla legge di bilancio per il 2025, mira a un’ampia rimodulazione dell’attuale sistema delle professioni sanitarie, sia dal punto di vista formativo che ordinistico. L’obiettivo è quello di rafforzare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale e di garantire elevati standard di qualità e sicurezza delle cure.

Per le professioni sanitarie il governo vuole rimodulare il sistema formativo, con l’avvio di un processo di aggiornamento dei percorsi di studio delle professioni sanitarie, al fine di renderli più adeguati alle esigenze della sanità moderna e integrati con le nuove tecnologie.

In materia di responsabilità professionale, il disegno di legge sostituisce la disciplina della responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario, limitando la punibilità per omicidio colposo e lesioni personali colpose, commessi nell’esercizio di una professione sanitaria, ai soli casi di colpa grave, purché siano state rispettate dal sanitario le linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge o le buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le predette raccomandazioni o buone pratiche risultino adeguate alle specificità del caso concreto. 

Inoltre, si introduce un articolo in materia di colpa nell’attività sanitaria, individuando specifici parametri sulla base dei quale il giudice procede all’accertamento della stessa e del suo grado (es. la scarsità delle risorse umane e materiali disponibili, le eventuali carenze organizzative nonché la complessità della patologia del paziente).

Rinvio per i commercialisti

Per quanto riguarda i commercialisti, il tanto atteso provvedimento è stato rimandato. Si continua a lavorare per una riforma che mira a rivedere le regole di esercizio della professione, l’accesso e la formazione, in linea con gli aggiornamenti previsti per le altre libere professioni. 

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