
Il 2016? Un anno irripetibile, non solo in questo da poco iniziato, ma anche per molti altri a venire. Lo dicono all’unisono gli osservatori nazionali e internazionali, ragionando su quello che offrirà il comparto dei mutui nei prossimi mesi. “Credo che i minimi registrati solo 6-8 settimane fa sarebbero impossibili già adesso” commenta Gianluca Beccaria, responsabile dei progetti istituzionali di Directa Sim.
Lo scenario è in evoluzione, lenta ma con una direzione difficilmente mutabile. L’orizzonte al quale guardare per coglierne i mutamenti è quello del lungo termine, perché a breve ancora nulla si scorge guardando i tassi di riferimento.
Quando salirà l'euribor
I future sull’Euribor, attualmente negativo (venerdì scorso ha chiuso a -0,33%), resterà tale ancora fino a metà del 2018, per poi salire fino allo 0,64% a fine 2021. La sostanza è che fra 5 anni sarà aumentato di quasi 100 punti base, andando più o meno a pareggiare la differenza che oggi c’è in media tra l'accensione di un mutuo a tasso variabile e di un mutuo a tasso fisso.
Previsioni eurirs 2017
È il meno noto Eurirs, però, calcolato giornalmente dalla European banking federation e che indica il tasso di interesse medio al quale i principali istituti di credito europei stipulano contratti swap a copertura del rischio di interesse, ad aver cominciato a mostrare sensibili movimenti al rialzo nelle ultime settimane.
Previsione tassi mutui 2017
“La dimostrazione che i tassi a lungo hanno cominciato a reagire ai segnali di inflazione” dice Beccaria. Segnali che provengono soprattutto dal resto d’Europa e non dall’Italia, ancora al palo con l’aumento dei prezzi. Ciononostante, quelli dei mutui cominciano eccome a divenire più cari, rispetto al record di convenienza conseguiti nel 2016.
A dare il la al rialzo è stata proprio quella Intesa Sanpaolo che nell'anno passato si è guadagnata la posizione di leader assoluta del mercato, con una quota vicina al 30% dello stesso, con una politica molto aggressiva sul tasso fisso. Il colosso guidato da Carlo Messina ha deciso di aumentare gli spread di 50-60 punti base, rispetto ai tassi promozionali offerti fino a dicembre, quando il fisso era venduto all’1,5 per cento.
“Intesa è stata veramente molto aggressiva lo scorso anno”, sostiene Beccaria, aggiungendo che “ora, con la piega che sta prendendo il mercato, non se lo può più permettere”. E, probabilmente, nemmeno avrebbe senso provarci. Perché i numeri record del 2016 (dell'istituto nato sull'asse Milano-Torino, ma anche del comparto nel suo complesso) sono stati realizzati grazie al numero elevato di surroghe, visto che praticamente chiunque avesse un mutuo in essere da qualche anno aveva convenienza a rinegoziarlo e in pochi rimangono a non aver compiuto tale operazione.
Chi, invece, deve accendere un nuovo finanziamento ipotecario nel 2017, con buona probabilità troverà ancora conveniente farlo con un tasso fisso. Anche se, sottolinea il private banker Paolo Cardenà “è bene ricordare l'esistenza di tipologie di mutui che, pur essendo a tasso variabile, godono della particolarità di avere la rata costante”. Vale a dire che, al posto di un incremento della stessa viene allungata la durata del finanziamento.
Previsioni tassi mutui
Come si è detto, per il prossimo quinquennio si può ragionevolmente immaginare che un tasso variabile venga offerto a prezzo più basso di un attuale fisso, ma il ragionamento va fatto, anche in base alla durata del finanziamento da chiedere, su cosa potrà avvenire anche oltre quei cinque anni. Il che può riportare prudenzialmente a scegliere l'opzione del fisso, sebbene il loro costo sia destinato ad allontanarsi, pur gradualmente, dai minimi.
Con i tassi a breve ancora sostanzialmente negativi, come abbiamo visto, sostanzialmente il costo dei mutui cambia per la scelta di far salire lo spread. Conseguenza anche di un altro differenziale, quello tra Btp e Bund decennali, che è tornato sopra i 200 punti base. “Probabilmente destinato a rientrare leggermente” considera Beccaria, “ma è un'altra dimostrazione che il 2016 è un anno irripetibile"
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