I fringe benefit sono forme di retribuzione che si aggiungono al compenso economico dei lavoratori dipendenti
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fringe benefit sono una forma di retribuzione che un’impresa può scegliere di offrire ai propri dipendenti in aggiunta alla busta paga. Sono compensi elargiti sotto forma di beni e servizi, dei quali è possibile beneficiare a titolo gratuito o comunque a condizioni più vantaggiose rispetto a chi, invece, si rivolge al mercato per acquistarli. Si aggiungono al compenso economico e, generalmente, hanno un legame con la mansione lavorativa svolta. Scopriamo cosa sono i fringe benefit, come funzionano e quali sono le novità più recenti introdotte dal Governo.

Fringe benefit: il significato

Quando si parla di “fringe benefit”, si fa riferimento ad una retribuzione corrisposta dal datore di lavoro ed elargita sotto forma di beni e servizi, esenti da tasse e contributi. Si tratta di benefit aziendali rientranti nella categoria della retribuzione accessoria, ovvero quella parte di retribuzione che un’azienda può scegliere di offrire ai propri dipendenti in aggiunta alla busta paga.

I fringe benefit sono generalmente legati alla mansione lavorativa svolta dal dipendente e sono pensati proprio per agevolarlo nel portare a termine il proprio lavoro. Volendo fare un esempio, è difficile che all’operatore di un callcenter che lavora da remoto venga offerta un’auto aziendale. In questo caso, il fringe benefit più indicato è il telefono.

Ogni impresa gestisce liberamente il welfare aziendale. Per questo motivo, ha il potere di scegliere quali e quanti fringe benefit inserire all’interno del proprio piano. I compensi, infatti, possono essere elargiti individualmente ai collaboratori e possono essere disciplinati direttamente all’interno dei singoli contratti di lavoro.

Chi ha diritto ai fringe benefit?

Hanno diritto ai fringe benefit tutti i lavoratori dipendenti. È bene specificare, però, che la concessione dei fringe benefit è a discrezione dell’azienda. Quest’ultima, infatti, li può concedere in base a specifiche necessità. Non ci sono regole da rispettare. Certo è che, in molti casi, concedere i fringe benefit ai collaboratori si rivela vantaggioso per il datore di lavoro. Basta pensare ai pc: molte volte, sono indispensabili per proteggere dati sensibili e, soprattutto, tutelare l’impresa da eventuali divulgazioni illecite.

Alcuni esempi di fringe benefit

Tra i fringe benefit più comuni ci sono l’auto aziendale, il cellulare, il pc, i buoni acquisto e i buoni pasto, il servizio mensa, le polizze assicurative, l’assistenza sanitaria, i prestiti personali e gli immobili. Per quanto riguarda l’auto aziendale, può essere utilizzata dal lavoratore esclusivamente per esigenze personale oppure sia per esigenze personali che aziendali. Negli ultimi anni, complice la pandemia da Covid-19 e il ricorso sempre più frequente allo smart working, molte aziende hanno pensato ad un welfare ad hoc: sedie ergonomiche, rimborso delle spese di connessione, stampante, servizi di food delivery e molto altro.

Il regime di tassazione

I fringe benefit, al di sotto di una certa soglia, possono essere erogati senza che vengano considerati reddito da lavoro dipendente. Questa condizione permette al datore di lavoro di ottenere l’esonero dal pagamento di alcune tasse e contributi. Se il valore dei fringe benefit supera questa soglia, lo stesso diventa interamente imponibile e il conguaglio può essere effettuato trattenendo al lavoratore dipendente la differenza dell’importo oppure portando in aumento dell’imponibile l’importo eccedente la soglia.

L’art. 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che regola la materia), in un primo momento, aveva fissato la soglia dei fringe benefit a 258,23 euro. Questa è stata portata a 516,46 euro nel 2020 e nel 2021 (grazie al Decreto Sostegni) e a 600 euro nel 2022. Grazie al Decreto Aiuti Quater, nelle ultime settimane sono state introdotte importanti novità.

Fringe benefit fino a 3.000 euro: tutte le novità

In deroga a quanto previsto dall’art. 51 del TUIR, con il Decreto Aiuti Quater, varato per far fronte al caro energia, è stata innalzata la soglia limite per i fringe benefit, che è stata portata da 600 euro a 3.000 euro.

Sul fronte lavoro, il Decreto ha individuato un nuovo limite di non concorrenza alla formazione del reddito imponibile dei fringe benefit 2022. Si tratta di una misura valida (al momento) solo per l’anno di imposta 2022, per i beni e servizi non corrisposti in denaro dai datori di lavoro ai lavoratori dipendenti o assimilati.

Possono beneficiarne anche i collaboratori, che per accedere ai fringe benefit fino a 3.000 euro non devono necessariamente rispettare determinati vincoli di reddito. Trattandosi di un Decreto Legge volto al miglioramento delle condizioni attuali in ordine al caro bollette, sono inclusi tra i fringe benefit le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per le utenze domestiche e, dunque, acqua, gas ed energia elettrica.

Un’altra novità riguarda il fringe benefit auto ad uso promiscuo: le soglie di esenzione sono state abbassate dal 30 al 25% per i veicoli aziendali più ecologici e per le percorrenze medie di 15.000 km. Le nuove regole relative al fringe benefit auto intendono premiare i datori di lavoro che forniscono auto meno inquinanti ai propri lavoratori.

Innalzamento della soglia anche per il fringe benefit bollette

L’innalzamento del limite di non concorrenza alla formazione del reddito dei fringe benefit fino a 3.000 euro annui contribuisce a migliorare le condizioni dei lavoratori alle prese con i pagamenti delle utenze domestiche.

A tal riguardo, dipendenti e datori di lavoro devono rispettare le seguenti regole:

  • le spese o i rimborsi erogati con fringe benefit bollette devono riguardare gli immobili posseduti o detenuti dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, anche se il lavoratore non risiede né è domiciliato in quell’immobile, purché sia egli stesso a sostenere i pagamenti delle utenze;
  • al fine di permettere l’erogazione del fringe benefit da parte del datore di lavoro, l’ammontare delle spese sostenute deve essere provato attraverso documenti ufficiali o autocertificazioni compilate dal lavoratore;
  • il datore di lavoro deve acquisire e conservare, per eventuali controlli futuri, la documentazione atta a giustificare la somma spesa e l’inclusione nel limite del valore di 3.000 euro del fringe benefit bollette;
  • il datore di lavoro deve preoccuparsi di acquisire una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del dipendente in grado di attestare che tali spese non siano già state oggetto di richieste di rimborso, non solo presso il medesimo datore di lavoro ma anche presso altri.

L’aumento della soglia di esenzione relativa a tale intervento di welfare aziendale può essere considerato alla stregua di un fringe benefit bonus smart working, dal momento che rappresenta un’opportunità per i lavoratori in casa, costretti a sostenere costi maggiori rispetto ai dipendenti che si recano in ufficio.

L’aggiunta di 200 euro al fringe benefit con bonus carburante

Ai fringe benefit 2022, grazie alla soglia di esenzione innalzata a 3.000 euro, è possibile aggiungere i 200 euro del bonus carburante. Si tratta di un buono spendibile per l’acquisto di benzina che i datori di lavoro possono erogare ai propri dipendenti senza dover sottostare ad imposizioni fiscali e previdenziali, per un valore non eccedente i 200 euro per persona. Il fringe benefit con bonus carburante può riguardare anche i veicoli elettrici, ma non è applicabile ai collaboratori e ai lavoratori parasubordinati. Solo i lavoratori dipendenti possono accedervi.

Che cosa è un fringe benefit?

Il fringe benefit è una modalità di retribuzione in natura erogata ai dipendenti dai datori di lavoro. In sostanza, alcuni datori di lavoro si impegnano ad erogare beni e servizi di diverso genere, in aggiunta rispetto ai pagamenti relativi allo stipendio. I fringe benefits più comuni sono i buoni pasto, i cellulari, i computer e le auto aziendali.

Come funziona il fringe benefit in busta paga?

I fringe benefits, pur non essendo somme di denaro ma forme di retribuzione corrispondenti a beni e servizi ulteriori rispetto allo stipendio, vengono inserite in busta paga sotto la voce “contribuzione in natura”.

Quanto costa al dipendente il fringe benefit?

Qualora la soglia individuata dai Decreti Legge per l’esenzione dalla tassazione venga superata, i fringe benefits concorrono alla formazione del reddito.

Come calcolare fringe benefit 2022?

La percentuale di fringe benefit 2022 sulle auto aziendali, ad esempio, dev’essere calcolato sulla base delle tabelle ACI e sulla base delle seguenti soglie:

  • 60% per le auto con emissioni di CO2 superiori a 190 g/km;
  • 50% per le auto con emissioni di CO2 tra 161 e 190 g/km;
  • 30% per le auto con emissioni di CO2 tra 61 e 160 g/km;
  • 25% per le auto con emissioni di CO2 inferiori a 60 g/km.

Pertanto, più l’auto è ecologica, minore sarà la percentuale di tassazione.

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