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Benedetta Brighenti, direttrice della Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali
Benedetta Brighenti, direttrice della Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali Renael

La riqualificazione del patrimonio pubblico italiano è un tema sul quale riflettere, ancor più dopo l’approvazione della direttiva sulle case green. Secondo una ricerca commissionata da Renael, la Rete delle Aziende Energetiche Locali, e condotta da Elemens, la maggior parte della nostra edilizia pubblica presenta prestazioni energetiche scadenti (nel settore residenziale il 77% degli edifici analizzati sono al di sotto della classe D, nel settore non residenziale il 42%). È dunque necessario trovare delle soluzioni volte a rendere questi immobili più efficienti. Ma come intervenire? idealista/news ne ha parlato con Benedetta Brighenti, direttrice della Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali, la casa delle agenzie energetiche locali che hanno lo scopo di accompagnare gli enti locali nei processi di sostenibilità energetica e ambientale, e Climate Pact Ambassador della Commissione europea, il cui compito è fare da ponte tra l’Ue e i cittadini sui temi fondamentali della lotta al cambiamento climatico.

Il tema della riqualificazione energetica è più che mai sotto i riflettori, ancor più considerando l’approvazione della cosiddetta direttiva case green. Come intervenire in particolare sul patrimonio pubblico del nostro Paese?

“Il patrimonio pubblico, come si nota anche dall'analisi di Elemens, appartiene per buona parte alla categoria non residenziale, se si esclude il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (Erp), che comunque non è irrilevante.

Ciò significa che questa categoria di edifici è stata nel tempo oggetto di più attenzione, di programmi e incentivi mirati interessanti per il mercato degli investitori, in quanto il patrimonio pubblico non residenziale gode di una maggiore bancabilità.

Il settore residenziale, in particolare quello pubblico costituito dal patrimonio Erp, sconta inevitabilmente il problema della finanziabilità da parte degli investitori, che infatti si sono mossi in modo massiccio solo nel momento in cui è stato introdotto un incentivo a copertura totale delle opere come il superbonus. Ma la misura limitata inevitabilmente nel tempo per fattori di sostenibilità economica, oltre che creare una bolla speculativa sui prezzi, ha avuto un impatto non decisivo sulla progressione del miglioramento della qualità edilizia (77% del patrimonio sotto la classe D).

In entrambi i casi, comunque, siamo ben lontani dagli obiettivi della nuova direttiva europea case green e lo studio di incentivi, anche ‘pesati’, ma stabili nel tempo, che possano dare fiducia al mercato degli investitori costituirà la via per colmare gradualmente il gap evidenziato”.

Cosa ha ostacolato negli anni gli interventi di efficientamento della PA e quali incentivi o misure sarebbe necessario mettere in campo?

“Il patrimonio pubblico, nonostante si presenti come molto appetibile per gli operatori di mercato grazie alle caratteristiche di bancabilità, mi riferisco in particolare alle Esco (Energy Service Company), si trova inevitabilmente alle prese con le procedure di affidamento, le gare di appalto con il nuovo codice degli appalti, che rallentano l’attuazione degli interventi. In questo senso una categoria che con i propri modelli svolge una funzione di apripista anche per il mercato privato si trova frenata.

Sarebbe auspicabile una semplificazione burocratica, ovviamente con grande attenzione al tema della legalità, del rispetto e della tutela della trasparenza.

Sarà inoltre necessario intervenire con una politica di sostegno alla riqualificazione del patrimonio pubblico italiano con misure sicuramente più contenute rispetto all’esperienza del superbonus, ma stabili; ad esempio, con un rafforzamento del conto termico che per la sua natura si presta ad essere uno strumento di incentivazione stabile nel tempo”.

Per quanto riguarda in particolare gli edifici ex Iacp, qual è a suo avviso la strada da perseguire?

“Per questa categoria – e più in generale per la categoria del residenziale – sarà fondamentale, oltre agli strumenti di incentivazione che ho già descritto in precedenza, avere un sistema di garanzie a sostegno degli investitori sia privati che Esco per ottenere un risultato più efficace.

Queste garanzie - che potrebbero essere bancarie, oppure fondi di rotazione - potrebbero essere particolarmente adeguate al patrimonio Erp, dove le problematiche relative alla povertà energetica costituiscono un freno agli investimenti di riqualificazione”.

Stando all’attuale impostazione della Energy performance of buildings directive (Epbd), il 2030 è una data cruciale. Come supportare la Pubblica Amministrazione nel percorso di riduzione dei consumi di energia?

“Il miglior supporto alla PA è rappresentato dalle Agenzie per l’Energia, riunite in Renael, la Rete Nazionale, che in forza della loro natura di ‘in house’ consulting nascono proprio per supportare le pubbliche amministrazioni nel percorso verso la riqualificazione energetica.

La loro esperienza e i modelli innovativi sviluppati grazie al network nazionale ed europeo che, da sempre, ispira e sostiene la Rete, possono essere un valido contributo all'implementazione di operazioni di riqualificazione energetica non solo per il patrimonio pubblico, ma anche per quello privato”.

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