Secondo il New York Times la vivibilità di Milano, Parigi e Londra potrebbe aiutare all'indomani dell'emergenza
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Metropoli mondiali e covid 19, come sopravvivere alla pandemia
GTRES

Milano pare sia una delle città che meglio sopravviverà alla pandemia, dal punto di vista della vitalità urbana. Una inchiesta del New York Times cerca di prevedere le sorti delle metropoli mondiali all’indomani del covid.

La vita di città, rimarca la testata americana, è giunta a un punto morto con la pandemia in Europa e negli Usa, con i frequentatori delle metropoli che le disertano sempre più, sia per evitare il contagio che per recuperare una migliore qualità di vita nella natura.

A quasi un anno dai primi lockdown e con all’orizzonte nuovi mesi di restrizioni, non è così sicuro che chi è fuggito a causa del covid poi farà ritorno. Occorrerà quindi fare i conti, una volta conclusa l’emergenza, con fattori quali la sicurezza dei trasporti, il prezzo delle case, l’accesso alle aree verdi cittadine, che la pandemia ha contribuito a fa diventare prioritari nella scelta del luogo dove vivere.

In genere tuttavia, sostiene l’articolo citando Philipp Rode, executive director del centro di ricerca urbana della London School of Economics, in Europa c’è maggior fedeltà alle città di quanta ce ne sia negli Usa, a causa della più ricca storia e cultura che lega le persone a questi luoghi.

In più, le città europee stanno investendo massicciamente nella mobilità dolce, e Milano è citata come eminente esempio con la sua quota di verde urbano aumentato considerevolmente negli anni e con le sue 20 miglia di piste ciclabili progettate, cosa che avvantaggia la città dal punto di vista della vivibilità anche post pandemia, secondo l’idea dell’esperto. Idem per Londra, Parigi e Barcellona, che hanno progettato piste ciclabili e aree pedonali temporanee per aiutare le persone ad evitare di muoversi in metropolitana (secondo il concetto della città del 15 minuti), cosa che potrebbe creare nuove abitudini.

Ma quante persone hanno lasciato le città europee per rifugiarsi nelle periferie? Difficile dirlo: da Londra, pare, tale numero non è inferiore alle 700 mila persone, se si somma l’effetto covid all’effetto Brexit che ha allontanato lavoratori originari di Paesi esteri. Madrid, Milano e Berlino hanno invece perso circa il 10% della popolazione lavoratrice e Parigi il 20 per cento.

Nessun esodo di massa quindi, a differenza che a Dublino, in cui il ricorso massiccio allo smart working ha determinato una maggiore quota di trasferimenti fuori dalla città, unito al fatto che i prezzi delle case nella capitale irlandese ha sperimentato un boom dopo la crisi del 2008.

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