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Cedolare secca anche per gli immobili commerciali? Sarebbe un ottimo segnale per rilanciare le attività commerciali. Lo evidenzia una recente analisi dell’Ufficio Studi di Solo Affitti, che ha commentato l’introduzione della misura nella manovra 2019.

Cedolare secca, come funziona

Innanzitutto, cos’è la cedolare secca? Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, a grandi linee, si possono trovare le caratteristiche principali di questa misura fiscale che prevede un’imposta sostitutiva per gli immobili sui quali il proprietario si impegna a non variare il canone di locazione per tutta la durata del contratto.

La cedolare secca è in sostanza una imposta sostitutiva di Irpef e addizionali varie, applicata ai redditi da affitto di un immobile. Sui contratti sottoposti a tale regime non si pagano imposta di registro e di bollo dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione (ma si paga quella dovuta per la cessione del contratto di locazione).

La condizione per poter scegliere questo regime è quella di rinunciare alla facoltà di chiedere, per tutta la durata del contratto, l’aggiornamento del canone o il suo adeguamento al paniere Istat, che sarebbe invece prevista. Si può optare per tale regime sia alla registrazione del contratto sia negli anni successivi, e dura per tutta la durata del contratto, comprese eventuali proroghe quando l’opzione venga confermata.

Fino ad ora, la cedolare secca è stata un regime applicabile a proprietari o usufruttuari di immobili non ad uso di esercizio di attività di impresa, arti o professioni, ma solo appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11 (esclusa l’A10 - uffici o studi privati) ad uso abitativo, e relative pertinenze.

L’imposta sostitutiva consiste nell’aliquota del 21% sul canone di locazione annuo; è inoltre prevista una aliquota ridotta del 15% (ulteriormente abbassata al 10% per il quadriennio 2014-2017 e prorogata di altri due anni fino al 2019) per i contratti a canone concordato per immobili che si trovano in determinate zone d’Italia.

Cedolare secca anche per i locali commerciali, quanto si risparmierebbe

Secondo l’indagine di Solo Affitti, l’estensione con la manovra 2019 della cedolare secca agli immobili commerciali potrebbe dare una spinta significativa al mercato.

Ipotizzando un reddito lordo da lavoro di 30 mila euro annui, senza particolari detrazioni, a cui aggiungere il provento immobiliare, un proprietario di negozio a Milano (dove il canone di locazione medio dei negozi è di oltre 1.500 euro al mese) risparmierebbe in media all’anno fino a 2.809 euro, quasi il 35% in più rispetto a Napoli (2.084 euro), dove però il canone di locazione degli esercizi commerciali è più basso (1.150 euro). Nella Capitale invece il risparmio fiscale medio che ricaverebbero i locatori di negozi ammonta a 1.800 euro: un valore più basso, in linea con il costo medio degli affitti, che mediamente non supera i mille euro (993 euro) a causa dell’incidenza delle ampie periferie di Roma sul calcolo della media degli affitti in città. Ancora, l’analisi di Solo Affitti calcola risparmi di 1.268 euro Bari e Firenze, dove il canone di locazione medio mensile è di 700 euro. Minori i vantaggi fiscali a Bologna (1.147 euro) e Torino (1.075 euro), dove i canoni medi sono rispettivamente di 633 euro e 593 euro.

“La misura della cedolare per i locali commerciali – dichiara Isabella Tulipano, responsabile Ufficio Studi di Solo Affitti – è un ottimo segnale per il comparto immobiliare destinato all’impresa, che potrà rilanciare l’offerta di negozi e uffici, i cui prezzi di affitto sono in continuo calo da 9 anni. In nove anni infatti i canoni medi di locazione dei negozi nelle città capoluogo di regione in Italia sono calati del 23,7% passando da una media di 1.007 euro del 2009 a 768 euro nel 2017. Per quanto riguarda gli uffici, i prezzi di affitto sono scesi del 14,4%, da 610 euro a 522 euro”.

Secondo Solo Affitti l’introduzione della cedolare secca potrebbe inoltre accelerare i tempi di locazione che negli ultimi anni sono aumentati. Per affittare un negozio si impiegano mediamente 6,3 mesi, quasi il doppio (43,2%) rispetto al 2010. (4,4 mesi). Leggermente più lunghi i tempi per gli uffici (7,1 mesi), aumentati in misura rilevante (43,2%) rispetto al 2010 (4,6 mesi).

Soddisfazione da parte del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che dichiara: "In attesa di leggere il contenuto esatto della norma, rileviamo che si tratta di un passo importante che contribuirà ad attenuare la piaga dei locali vuoti, favorendo l’avvio di nuove attività economiche e scongiurando il dilagare di situazioni di degrado. Per il settore immobiliare – sfiancato da una crisi superiore a quella di altri comparti – c’è molto da fare: dalla stabilizzazione della cedolare per gli affitti abitativi a canone calmierato a misure per favorire l’investimento nel residenziale da parte dei grandi operatori; da una riduzione del carico di imposizione patrimoniale Imu-Tasi alla conferma delle detrazioni per gli interventi sugli immobili. Nel corso del cammino della manovra, Confedilizia continuerà a fare le sue proposte, ma il primo tassello è stato posto”.

“E' senz’altro opportuno, anzi prioritario,– aggiunge Isabella Tulipano, – associare a questa utile soluzione sul fronte dell’offerta di negozi delle iniziative per stimolare la domanda immobiliare, come ad esempio sgravi alle imprese che investono in una nuova attività economica”.

 

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1 Commenti:

ths2011
13 Novembre 2018, 18:24

La cedolare secca sugli immobili commerciali è stata introdotta ad aprile del 2011 e valeva anche per i contratti di locazione in corso.
Non si capisce affatto questa discriminazione nei confronti delle locazioni commerciali
Solo per i nuovi contratti ?? E Confedilizia è d'accordo ?? Ma i negozi sono in crisi da anni e ci vogliono fatti e non solo belle parole....

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