L’Agenzia delle Entrate ha chiarito un aspetto della cedolare secca, spiegando l’ambito di applicazione del regime di tassazione sostitutivo e cosa accade nel caso di contratti di locazione di immobili accatastati come abitativi, ma locati per uso ufficio o promiscuo. Vediamo quanto specificato.
All’interno della rubrica “La Posta” di Fisco Oggi è stato posto il seguente quesito:
L’opzione per la cedolare secca è possibile anche nel caso di locazione di un immobile abitativo per uso ufficio?
L’Agenzia delle Entrate ha così risposto:
No. Infatti, il regime della cedolare secca è applicabile ai soli contratti di locazione aventi a oggetto immobili a uso abitativo (e relative pertinenze) locati per finalità abitative.
Pertanto, non rientrano nel campo di applicazione del regime di tassazione sostitutivo, tra gli altri, i contratti di locazione di immobili accatastati come abitativi, ma locati per uso ufficio o promiscuo (circolare n. 26/E del 1° giugno 2011, paragrafo 1.2, e circolare n. 12/E dell’8 aprile 2016, paragrafo 3.2).
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