Meno lavoro e buste paga più leggere per i neolaureati secondo i dati del rapporto almalaurea sull'occupazione. Preso un campione di 210mila giovani, infatti,la disoccupazione lievita sensibilmente rispetto ai dati 2008, non solo fra i laureati triennali, passando dal 16,5 al 22%, ma anche per chi ha scelto una laurea forte come, ad esempio, ingegneria. In calo risulta anche la stabilità dell'impiego a 12 mesi dal titolo e la consistenza delle buste paga
Tasso di disoccupazione ad un anno per tipo di corso

Il guadagno di un neolaureato, secondo quando emerge dall'indagine di almalaurea, supera complessivamente i 1.050 euro netti mensili: in termini nominali 1.057 per gli specialistici, 1.109 per il primo livello, 1.110 per gli specialistici a ciclo unico. Rispetto alla precedente rilevazione, le retribuzioni nominali risultano in calo per tutte le tipologie di lauree considerate: la contrazione oscilla dal 2% tra i laureati di primo livello, al 3% tra i colleghi a ciclo unico fino a lievitare al 5% tra quelli specialistici. Con tali premesse, si legge nel rapporto, "è naturale attendersi un quadro ancor più critico se si considerano le retribuzioni reali, ovvero se si tiene conto del mutato potere d'acquisto: in tal caso, infatti, le contrazioni sopra evidenziate risultano accentuate di circa un punto percentuale in tutti i percorsi esaminati"
Guadagno mensile netto ad un anno per tipo di corso

Rispetto al momento storico, ossia alla crisi economica, l'Italia vive in modo particolare questo passaggio con un deterioramento nel mercato del lavoro che fa lievitare disoccupazione e scoraggiamento tanto più consistenti nel mezzogiorno e fra le donne, e che colpisce soprattutto i più giovani
Ancora una chimera la stabilità dell'impiego a dodici mesi dal titolo, già non particolarmente consistente, risulta per tutti i collettivi in esame in calo rispetto alla precedente rilevazione, con la sola eccezione degli specialistici a ciclo unico (per i quali il lavoro stabile, rimasto sostanzialmente invariato, è pari al 36%): la contrazione è di 3 punti percentuali per i laureati di primo livello (il lavoro stabile è pari, quest'anno, al 36%), mentre è di 2 punti per i colleghi specialistici (che corrisponde ad una quota di occupati stabili pari al 26%)
Il confronto tra pubblico e privato consente di sottolineare come, ancora a cinque anni, la precarietà caratterizzi ampiamente il settore pubblico (63%, in particolare legato alla maggiore diffusione dei contratti a tempo determinato) contrariamente a ciò che avviene nel settore privato, dove la stabilità è raggiunta dal 68% di chi vi lavora
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