La più famosa è quella nata nel 1980 a Roma, a due anni dall'indicazione del sindaco Giulio carlo argan: "o i monumenti o le automobili". Sono passati 30 anni da allora e quella striscia senza macchine intorno al colosseo è ancora monca. Si sta pensando solo ora a fare dell'intera area uno spazio per i soli pedoni. Restando sempre nella capitale, l'anno dopo venivano chiuse al traffico piazza navona, piazza di spagna. A Napoli si iniziava con piazza del plebiscito, a Firenze con piazza della signoria. A mettere le candeline sulla torta è legambiente nella sua classifica dei mq per abitante riservati ai pedoni
In vetta verbania, Terni e Cremona . Siena, Mantova e Pisa sul podio delle città che riservano più mq per abitante a ztl. Graduatoria a parte, ogni cittadino ha a disposizione 0,34 metri quadrati di isole pedonali e 3 di zone a traffico limitato (nel 1980 in entrambi i casi il valore era Fermo a zero). I chilometri urbani di piste ciclabili sono 2.850, praticamente 2.850 rispetto a trent’anni fa, come ricorda il presidente di legambiente
Al di là di Venezia, che tra laguna e terraferma facilmente tocca i 4,87 metri quadrati per abitante, è Verbania a guidare la classifica quanto a numero di isole pedonali: 2,05 metri quadrati per abitante. Seguono Terni (1,67), Cremona (1,26), Cagliari e Mantova (0,95). Torino arriva solo al 26˚ posto, Milano al 36˚, Bologna al 39˚ e la Roma apripista al 60˚
Fanalino di coda Brindisi, Macerata, Rieti, Rovigo e Trapani. Guida invece la classifica delle città quanto a numero di aree a traffico limitato siena: 30,78 metri quadrati per abitante. Seguono Mantova (17,23), Pisa (14,89), sempre verbania (12) e Firenze (11,16). Roma sale in questo caso al 41˚ posto (1,54), Milano slitta al 74˚ (0,06). Le peggiori Alessandria, Campobasso, Caltanissetta, Crotone e Cuneo. La città più virtuosa in assoluto? siena, se si considerano entrambe le limitazioni, spiegano da Legambiente. Mantova, Firenze e Pisa quelle che hanno guadagnato
Nei trent’anni di storia delle isole pedonali il momento di maggior investimento è arrivato all’inizio degli anni 90 con l'elezione diretta dei sindaci e quando la qualità della vita è entrata nei programmi di governo
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